Borse europee in rosso nel giorno delle tre streghe dopo la frenata dell’Hi-Tech statunitense con il colosso dei chip Nvidia che nella seduta di giovedì ha perso il 3,5% del suo valore. A pesare sui listini sono anche i dati sul manifatturiero dell’Eurozona: a giugno l’indice Pmi è calato da 47,3 a 45,7 punti. In ribasso anche i servizi, con l’indice Pmi composito sceso a 52,6 punti, dai 53,2 di maggio.
Borse: Europa in rosso nell’ultima seduta della settimana
Chi sperava in un rimbalzo dopo le perdite della settimana scorsa dovute ai risultati del voto europeo e alle elezioni anticipate in Francia rimarrà deluso. I titoli tecnologici e quelli bancari trascinano al ribasso le Borse europee con lo Stoxx 600 che al giro di boa cede lo 0,75%, trascinato in rosso dal sottoindice tecnologico che perde lo 0,84% e da quello bancario, giù dell’1,8%.
La maglia nera d’Europa è Madrid che registra una flessione dell’1,25% nonostante la vittoria agli Europei di calcio contro l’Italia. Segue a ruota Milano, che a metà giornata segna -1,07% a 33.314 punti. Amsterdam cede lo 0,75%, Parigi lo 0,53%, Francoforte lo 0,49%. Fuori dalla Ue, Londra perde quasi un punto percentuale dopo il dato di maggio sulle vendite al dettaglio (+2,9%) tornate ad aumentare dopo il ribasso del mese precedente.
Sull’azionario è da mettere in luce la performance del produttore di birra danese Carlsberg Group che perde quasi l’8% dopo che la britannica Britvic (+8,3%) ha respinto la sua offerta di acquisto, affermando che la proposta “sottovalutava significativamente” il gruppo e le sue prospettive.
Tra gli altri titoli, la danese Zealand Pharma balza del 20,3%: uno studio in fase iniziale ha dimostrato che una dose elevata del suo farmaco ha contribuito a ridurre il peso in media dell’8,6% dopo 16 dosi settimanali.
A Milano banche in rosso, giù Stm e Tim
A zavorrare il Ftse Mib sono soprattutto banche e titoli tech, sulla scia del malumore che ha colpito tutta Europa dopo le vendite su Nvidia.
Monte dei Paschi (-3,72%) è il titolo peggiore, ma a viaggiare in profondo rosso è l’intero comparto: Unicredit perde il 2,54%. La banca ha fatto sapere che si è chiusa la seconda tranche del buyback 2023, acquistando il 2,67%. Giù anche Bper (-2,45%), Pop Sondrio (-2,33%), Banco Bpm (-2%), Intesa Sanpaolo (-1,37%).
Pesante Amplifon (-2,7%), male Stmicroelectronics (-2,3%) nel giorno in cui il gruppo ha completato i programmi triennali di riacquisto di azioni proprie da 1,040 miliardi di dollari iniziati nel 2021 e ha lanciato un nuovo piano di buyback da di 1,1 miliardi di dollari. Le vendite colpiscono anche Tim (-2,2%) all’indomani del cda che ha fatto il punto sulle tematiche di business che l’azienda sta affrontando anche in vista del closing della cessione di NetCo a Kkr.
In un Ftse Mib tinto quasi tutto di rosso, reggono gli energetici: Saipem (+1,46%), Hera (+1,37%), Erg (+0,5%). In positivo anche Stellantis (+0,4%) e Nexi (+0,8%).
Fuori dal listino principale è da segnalare il crollo di Intercos (-4,9%) dopo che The Innovation Trust, società controllata da Ontario Teachers’ Pension Plan Board, ha completato con successo la procedura di accelerated bookbuilding avente ad oggetto azioni ordinarie per circa il 6,8% del capitale. Fincantieri guadagna invece lo 0,7%. La società ha fissato a 2,62 euro il prezzo a cui saranno offerte le nuove azioni dell’aumento di capitale che partirà lunedì in Borsa.
Rendimenti ed euro in calo in Europa
A metà giornata è in sostanzialmente stabile lo spread che si attesta a quota 152 punti base. È invece in forte calo il rendimento del Btp decennale benchmark che scende al 3,88% dal 3,94 di giovedì. Giù anche il tasso del Bund a 10 anni, che si attesta al 2,36% dal 2,44%, e l’Oat 10 francese, in ribasso al 3,09% dal 3,15%
Sul mercato valutario, l’euro scende a 1,069 contro il dollaro dal 1,072 della chiusura di ieri, mentre tra le materie prime, il petrolio realizza una leggera flessione con il Brent e il Wti che segnano -0,1% a, rispettivamente, 85,62 e 81,2 dollari al barile. I dati Eia diffusi ieri hanno mostrato un calo delle scorte di greggio pari a 2,5 milioni di barili, rispetto ad attese di una flessione di 2,2 milioni. Infine è stabile sui 34 euro al megawattora il prezzo del gas.