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Borsa chiusura 30 aprile: Stellantis (-10,1%) crolla e spinge al ribasso il Ftse Mib che scende sotto quota 34 mila

Borse europee in ribasso e Wall Street incerta, in una giornata di dati macro positivi e risultati trimestrali contrastanti. Attesa per la conferenza stampa di Powell dopo la riunione della Fed, mentre molte piazze, inclusa Milano, saranno ferme per la Festa dei Lavoratori

Borsa chiusura 30 aprile: Stellantis (-10,1%) crolla e spinge al ribasso il Ftse Mib che scende sotto quota 34 mila

Le borse europee chiudono in rosso e Wall Street si muove stonata a metà seduta, in una giornata ricca di dati macro fin troppo positivi per chi spera in un taglio dei tassi d’interesse, mentre molti risultati trimestrali sono in chiaroscuro. Sale anche l’attesa per la conferenza stampa di Jerome Powell, domani, al termine della riunione della Fed, quando molte piazze continentali, compresa Milano, saranno ferme per la Festa dei Lavoratori. 

Europa in calo con il settore auto: Stellantis -10,1%.

Piazza Affari perde l’1,6% e scivola a 33.746 punti base, a causa delle forti vendite su Stellantis (-10,1%). Le quattro ruote sono deboli anche nel resto del continente dopo le trimestrali deludenti di tre colonne del settore come Stellantis appunto, Mercedes (-6,04%) e Volkswagen (-5,2%). Vendite e ricavi sono risultati inferiori alle attese, mentre i tassi elevati continuano a pesare sulla propensione all’acquisto dei consumatori e le aziende si preparano a mettere sul mercato nuovi modelli.

Così anche Francoforte lascia sul terreno l’1,08%. La maglia nera del giorno va a Madrid, -2,29%, tra incertezze politiche e banche in calo. Bbva perde il 6,65%, dopo aver rimesso nel mirino Banco de Sabadell (+3,4%) che ha confermato anticipazioni stampa su un’offerta da parte della banca basca.

Parigi cede lo 0,99%, Amsterdam lo 0,39%, mentre Londra è piatta e Hsbc guadagna il 4,12% con i risultati trimestrali e dopo aver annunciato un piano di riacquisto di azioni proprie e il pensionamento a sorpresa dell’ad Noel Quinn.

Sale oltre le attese il Pil della zona euro; inflazione stabile. Corre il costo del lavoro negli Usa

Una buona sorpresa arriva oggi dalla zona euro: secondo la stima flash di Eurostat il Pil è salito oltre le stime tra gennaio e marzo (+0,3% rispetto ai tre mesi prima e +0,4% su base annua), dopo due trimestri consecutivi in calo. L’Italia fa meglio del previsto (+0,3% su base trimestrale) e anche la Germania ritrova la crescita (+0,2%).

L’inflazione di aprile non sorprende e resta al 2,4%, limitandosi all’1% in Italia. In Francia invece rallenta (+2,2% ad aprile) però meno delle attese

Dati che sembrano rafforzare l’ipotesi di un taglio dei tassi a giugno, anche se sull’umore degli investitori e sulle banche centrali incombe quanto dirà domani il presidente della Fed, al termine di una riunione da cui non ci si attendono mosse sul costo del denaro. Il timore è che la forte economia statunitense induca Powell a prevedere tassi più alti più a lungo, con il rischio che la Fed non allenti la stretta neppure a settembre. Oggi intanto emerge che il costo del lavoro continua a salire negli Stati Uniti: l’indice che misura l’andamento dei salari per i lavoratori civili segna +1,2% nei tre mesi a marzo, contro l’1% del consensus.

Inoltre volano i prezzi delle case, che toccano prezzi record a San Diego, Los Angeles, Washington e New York i prezzi hanno raggiunto livelli record. Anche in questo contesto e nell’attesa di Powell, sono nervosi i T-Bond e il decennale vede un rendimento in crescita al 4,65%, un andamento che si fa sentire anche sui titoli tecnologici in vista della trimestrale di Amazon e Apple. 

Dollaro in ripresa

Dopo la breve pausa di ieri il dollaro rialza la testa e tratta in progresso contro le principali valute. In particolare lo yen perde quota, cedendo parte dei forti guadagni di ieri guidati dal sospetto intervento da parte delle autorità giapponesi sul mercato valutario. Al momento il cambio è oltre 157.

L’euro perde leggermente terreno contro il biglietto verde, per un cross sotto 1,07.

Tra le materie prime sono forti al momento le vendite su oro e argento e viaggia in rosso anche il petrolio. Il Brent, consegna luglio, perde quasi l’1%, 86,40 dollari al barile; il greggio texano, consegna giugno, è in ribasso dello 0,9%, per 81,90 dollari al barile. 

Piazza Affari, banche contrastate

In Piazza Affari l’importante settore bancario chiude oggi in ordine sparso. Tra le blue chip migliori del giorno ci sono Bper +1,52%, Mps +1,25%, Pop di Sondrio +0,26%, Banco Bpm +0,32%. Dalla parte opposta Unicredit perde l’1,4%.

Nella parte alta del listino si trovano anche titoli del risparmio gestito come Finecobank +1,65% e Banca Mediolanum +0,89%, favoriti anche da uno studio di Barclays che ha aumentato i prezzi obiettivo sulle loro azioni.

In evidenza ci sono inoltre Recordati +1,28% e Campari +0,56%.

Il clima si raggela in fondo al paniere con Stellantis e Iveco -3,16%. Risente della perturbazione Ferrari -1,4%. Va giù Telecom -1,41%, con l’azionista di riferimento Vivendi che sembra pronto a sfilarsi entro la fine dell’anno.

Arretrano Saipem -2,26%, Leonardo -2,08%, Nexi -2,04%.

Fuori dal paniere principale Lottomatica (+3,03%) festeggia i risultati dei primi tre mesi e la revisione delle stime dopo l’acquisizione di SKS365 a novembre. 

Spread stabile

È ancora tranquillo il mercato secondario dei titoli di Stato, dove lo spread tra decennale italiano e tedesco staziona intorno a 132 punti base. In prossimità della chiusura il rendimento del Btp è indicato al 3,87%, contro il 2,56% del Bund.

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