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Barometro delle guerre: su Gaza la svolta di Biden che non piace a Israele. Ucraina, Putin alla Parata della Vittoria: “Nessuno può minacciarci”

Biden ha dichiarato che interromperà le spedizioni di armi americane a Israele se Netanyahu ordinerà un’invasione su larga scala di Rafah. La replica: “Hamas ama Biden”. La richiesta di Cameron ai Paesi Nato sulle spese per la Difesa

Barometro delle guerre: su Gaza la svolta di Biden che non piace a Israele. Ucraina, Putin alla Parata della Vittoria: “Nessuno può minacciarci”

Da una parte le dichiarazioni del presidente Usa, Joe Biden, che, con una svolta, annuncia di voler stoppare l’invio di armi americane a Israele se Benjamin Netanyahu attacca Rafah (parole, quelle che arrivano da Washington, che si portano dietro repliche e polemiche). Dall’altra, le reazioni europee alla linea muscolare verso il Cremlino adottata dal presidente francese Emmanuel Macron mentre oggi si celebrano, nella stessa data, la Giornata dell’Europa e in Russia – con mega parata sulla Piazza Rossa di Mosca – la vittoria della Seconda guerra mondiale.

La svolta di Biden su Gaza: ecco cosa ha detto

Biden ha dunque dichiarato alla Cnn che interromperà le spedizioni di armi americane a Israele se il primo ministro Netanyahu ordinerà un’invasione su larga scala di Rafah. “I civili sono stati uccisi nella Striscia di Gaza a causa di queste bombe e in altri modi”, ha spiegato.

“Ho chiarito che se entrano a Rafah, non fornirò le armi che sono state usate storicamente per affrontare il problema, con Rafah e con le altre città”, ha aggiunto Biden, sottolineando di essere pronto a condizionare gli armamenti americani alle azioni di Israele. Il suo riconoscimento che le bombe americane sono state usate per uccidere i civili a Gaza – ha detto alla Cnn – è stato un duro riconoscimento del ruolo degli Stati Uniti nella guerra”.

”Non stiamo abbandonando la sicurezza di Israele. Stiamo prendendo le distanze dalla capacità di Israele di fare la guerra in quelle aree”, ha precisato Biden, sottolineando che gli Stati Uniti continueranno a fornire armi difensive a Israele, compreso il suo sistema di difesa aerea Iron Dome. “Continueremo a garantire che Israele sia al sicuro grazie all’Iron Dome e alla sua capacità di rispondere agli attacchi provenienti recentemente dal Medio Oriente”, ha affermato. ”Ma non forniremo armi e proiettili di artiglieria”.

Biden-Netanyahu, cosa succede ora tra i due?

Secondo il Pentagono, gli Stati Uniti hanno già sospeso una spedizione di ”munizioni pesanti” a causa delle possibili operazioni di Israele a Rafah senza un piano per i civili, anche se ha affermato che non è stata presa una decisione definitiva su quella spedizione. L’amministrazione ha detto che sta valutando la potenziale vendita o trasferimento di altre munizioni. Il collegamento pubblico di Biden tra le spedizioni di armi americane e la condotta di Israele potrebbe ampliare la spaccatura tra lui e Netanyahu, con il quale ha parlato al telefono lunedì – sottolinea la Cnn – Quella conversazione avvenne mentre Israele ordinava l’evacuazione di decine di migliaia di civili da Rafah e lanciava attacchi vicino alle zone di confine della città. Biden ha detto che le azioni di Israele a Rafah non hanno ancora oltrepassato la linea rossa, entrando in zone densamente popolate, anche se le loro azioni hanno causato tensioni nella regione.

Così Israele risponde a Biden

“Hamas ama Biden”. Così il ministro della Sicurezza nazionale di Israele, e leader di destra radicale Ben Gvir ha attaccato il presidente Usa dopo le affermazioni contro l’operazione a Rafah e l’annuncio del blocco delle armi ad Israele. Su X il ministro ha postato i due nomi uniti da un cuore rosso.

Trump attacca Biden

L’ex presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, in corsa contro Biden alle presidenziali Usa del prossimo novembre, ha immediatamente attaccato il capo della Casa Bianca dopo le sue dichiarazioni sulle armi a Israele. Nel suo social media, Truth Social, il magnate ha detto che “Biden si schiera con Hamas, i terroristi che hanno ucciso migliaia di civili innocenti, compresi bambini, e stanno ancora trattenendo ostaggi con cittadinanza americana”. “È esattamente come quando si è schierato con le folle estremiste che stanno prendendo il controllo dei campus. Ci porta dritti alla Terza Guerra Mondiale”.

Russia-Ucraina, parate e reazioni a Macron

È cominciata sulla Piazza Rossa di Mosca la Parata della Vittoria, la poderosa sfilata militare per commemorare il 79° anniversario della “Vittoria nella grande guerra patriottica”, come i russi chiamano la vittoria sulla Germania nazista nella Seconda guerra mondiale. Oltre all’equipaggiamento militare, alla parata prendono parte 9mila persone, mille delle quali hanno partecipato a quella che Vladimir Putin chiama “operazione militare speciale”, vale a dire l’invasione dell’Ucraina. Sulla piazza è presente lo stesso presidente russo arrivato accompagnato dai leader dei Paesi principali alleati (Bielorussia, Kazakistan, Kirghizistan, Tagikistan, Turkmenistan, Uzbekistan, Cuba, Laos e Repubblica di Guinea-Bissau). Dopo la parata, Putin e i suoi ospiti parteciperanno a una cerimonia per deporre fiori presso la Tomba del Milite Ignoto, poi si terrà un ricevimento al Cremlino. “Non permetteremo a nessuno di minacciarci”, ha detto Putin. La Russia intanto ha avvisato i Paesi occidentali che la loro “politica di escalation” pone a Mosca la necessità di “rafforzare le misure di deterrenza nucleare”.

Cameron e le spese per la Difesa

Intanto, il ministro degli Esteri britannico David Cameron ha detto che chiederà ai paesi della Nato di dedicare il 2,5% del loro Pil alle spese per la Difesa di fronte alle varie sfide attuali del contesto geopolitico globale. Il primo ministro del Regno Unito Rishi Sunak ha annunciato il mese scorso un aumento della spesa militare dal 2,3% al 2,5% entro il 2030.

Il ministro degli Esteri lituano, Gabrielius Landsbergis, in un’intervista al Guardian, solleva la prospettiva di una coalizione ad hoc di Paesi occidentali che invii personale militare di addestramento in Ucraina con il sostegno della difesa aerea. Dichiarazioni che dimostrano come in alcune parti d’Europa c’è sostegno alla linea muscolare verso Mosca adottata da Macron. “Le truppe Nato addestravano gli ucraini in Ucraina prima della guerra da molti anni. Quindi tornare a questa tradizione potrebbe essere abbastanza fattibile”, ha detto Landsbergis affermando che “potrebbe essere un primo passo nell’iniziativa di Macron”.

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