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A Wall Street comandano in 10: le Magnifiche 7, più Netflix, Eli Lilly e Broadcom. Da sole hanno in mano il 34% del mercato

Le 10 maggiori società americane, principalmente le Magnifiche 7 del Big Tech, controllano ormai il 34% dell’indice S&P e valgono 15 mila miliardi di dollari, come il Pil della Cina. L’AI ha accresciuto la loro potenza ma l’incognita dell’Antitrust è dietro l’angolo

A Wall Street comandano in 10: le Magnifiche 7, più Netflix, Eli Lilly e Broadcom. Da sole hanno in mano il 34% del mercato

A Wall Street dieci titoli, che valgono 15 mila miliardi di dollari, hanno in mano oltre il 30% del mercato e ne dettano il ritmo. In cima alla classifica ci sono naturalmente le Magnifiche 7, le regine del Big Tech, e cioè Apple, Microsoft, Amazon, Alphabet (ex Google), Meta, Nvidia e Tesla (per la verità un po’ ammaccata per la crisi cinese e le follie di Elon Musk), poi Netflix, Broadcom e la farmaceutica Eli Lilly.

Chi è che comanda a Wall Street

Sono loro che dominano e orientano il mercato, anche se il peso delle grandi banche non va sottovalutato. In America – commenta ironicamente sul Sole 24 Ore di stamattina Morya Longo -“si ostinano a chiamarlo indice S&P 500, come se avesse davvero 500 aziende che giocano nello stesso campionato” ma non è più così, perché i titoli che contano realmente sono quelli delle 10 maggiori aziende quotate a Wall Street che da sole valgono il 34% dell’indice S&P, 15 mila miliardi di dollari, e cioè quanto il Pil della Cina (!).

Chi ha in mano il potere della Borsa e il ruolo della IA

Non era mai successo che nella storia dell’America il potere della Borsa fosse concentrato in 10 società e soprattutto in quelle del Big Tech e in parte il miracolo lo si deve all’Intelligenza artificiale che sta aprendo praterie sterminate alle aziende più dinamiche. Secondo JP Morgan le 10 maggiori aziende di Wall Street producono il 25% del totale dei profitti dell’indice S&P. Impressionante.

Tutto bene, dunque, sotto il cielo di Wall Street? Per ora sì, ma, nota ancora Longo, per tenere questo ritmo i profitti devono continuare a crescere incessantemente e poi “c’è il timore di sempre: che prima o poi la legislazione Antitrust possa in qualche modo mettere un bastone tra le ruote a questi colossi”. Insomma, i rischi non mancano ma per ora godiamoci la festa.

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