“Il nostro popolo è diventato l’esercito quando ha visto la devastazione che l’esercito russo lascia dietro di sé”. Così il presidente ucraino Volodymyr Zelensky in Parlamento ha iniziato il suo discorso in videoconferenza ai deputati e ai senatori riuniti a Montecitorio. Un intervento accolto da un lungo applauso e standing ovation anche se alcuni parlamentari hanno deciso di disertare. Dopo le parole del presidente ucraino è intervenuto il premier italiano Mario Draghi in Parlamento che ha ribadito il suo sostegno al popolo ucraino: “l’Ucraina ha il diritto di essere un Paese libero e democratico. L’Italia è con voi presidente Zelensky”.
Un passaggio drammaticamente storico nel nostro Paese. Prima di oggi solo due capi di stato avevano tenuto un discorso ai parlamentari riuniti tutti insieme, il re di Spagna Juan Carlos durante una visita a Roma nel 1998 e papa Giovanni Paolo II nel 2002. Oggi il presidente ucraino ha cercato di sensibilizzare i parlamentari italiani a impegnarsi maggiormente nel sostenere l’Ucraina contro l’invasione russa, come aveva già fatto nei giorni scorsi con i parlamenti di Germania, Israele, Canada, Regno Unito e Stati Uniti, oltre che al Parlamento Europeo. A differenza di questi interventi non è tornato a richiedere una no fly zone ma di aumentare sanzioni e pressioni verso la Russia.
Zelensky in Parlamento: “La Russia fermi questa guerra”
Nel suo messaggio, Zelensky ha ringraziato l’Italia per gli aiuti (anche a livello umanitario) inviati al suo popolo ma che l’Ucraina ha visto il “male che porta il nemico, quanta devastazione lascia a quanto spargimento di sangue. Una settimana fa i bambini uccisi in Ucraina erano 79: oggi sono 117”, definendoli “il prezzo della procrastinazione” degli altri paesi nel fermare la guerra.
Zelensky ha poi parlato della situazione drammatica che vivono le città ucraine, alcune completamente distrutte come Mariupol, che aveva mezzo milione di abitanti. “Mariupol è completamente bruciata dopo tre settimane, una città grande come Genova. Immaginate la vostra Genova distrutta“, ha detto Zelensky in Parlamento. L’invasione russa “sta distruggendo le famiglie, abbiamo migliaia di feriti, centinaia di migliaia di vite distrutte, di case abbandonate, i morti nelle fosse comuni e nei parchi”. E che “Kiev ha bisogno di vivere nella pace, una pace continua, eterna, come deve averla Roma e qualunque città del nostro mondo”. Ma a Kiev “ogni giorno si sentono le sirene e cadono le bombe e i missili”, ha affermato il presidente ucraino.
Zelensky in Parlamento ha ribadito che l’obiettivo dei russi non è solo il suo Paese ma che vuole “l’Europa, influenzare le vostre vite, avere il controllo sulla vostra politica e la distruzione dei vostri valori. L’Ucraina è il cancello per l’esercito russo, loro vogliono entrare in Europa ma la barbarie non deve entrare”.
E che bisogna “fare il possibile per garantire la pace”. Poi l’accusa a Putin: “Questa è una guerra creata in decine di anni da una sola persona, che ha guadagnato molti soldi con le esportazioni di petrolio e gas” e ora li usa per finanziare la guerra”, ha detto Zelensky.
Poi il presidente ucraino ha ricordato la vicinanza dell’Ucraina all’Italia: “Gli ucraini sono stati vicini a voi durante la pandemia, noi abbiamo inviato medici e gli italiani ci hanno aiutati durante l’alluvione. Noi apprezziamo moltissimo ma l’invasione dura da 27 giorni, quasi un mese”. Zelensky è poi passato a richiedere “altre sanzioni, altre pressioni”. Funzionari e oligarchi russi “utilizzano l’Italia come luogo per le loro vacanze, non dovete accogliere queste persone. Dovete congelare immobili e conti, sequestrare gli yacht e congelare gli asset di chi in Russia ha potere di decisione”, ha detto Zelensky. “Dovete sostenere le sanzioni e l’embargo contro le navi russe nei vostri porti – ha continuato – non dovete permettere assolutamente eccezioni alle sanzioni per nessuna banca russa”.
Draghi a Zelensky: “Siamo pronti a fare molto di più”
“A nome del governo e mio personale voglio ringraziare il presidente Zelensky per la sua straordinaria testimonianza. Dall’inizio della guerra l’Italia ha ammirato il coraggio, la determinazione, il patriottismo del presidente Zelensky e dei cittadini ucraini”. Ha esordito il premier Mario Draghi alla conclusione dell’intervento di Zelensky in Parlamento.
“Il vostro popolo è diventato il vostro esercito, l’arroganza del governo russo si è scontrata con la dignità del popolo ucraino che frena le mire espansionistiche di Mosca e pone costi altissimi all’esercito invasore”. “L’Italia – ha aggiunto – è al fianco dell’Ucraina, non si girerà dall’altra parte. L’Italia vuole l’Ucraina nell’Unione europea“. Questo perché, ha spiegato il presidente del Consiglio, “vogliamo disegnare un percorso di maggiore vicinanza dell’Ucraina all’Europa: è un processo lungo fatto di riforme necessarie. L’Italia è a fianco dell’Ucraina in questo processo”.
Rispetto alle sanzioni, il Draghi ha ribadito che le sanzioni concordate insieme ai partner europei e del G7 hanno l’obiettivo di indurre il Mosca vero un cessate il fuoco e a sedersi con serietà, ma “soprattutto con sincerità”, al tavolo dei negoziati. “Finora, queste sanzioni hanno colpito duramente l’economia e i mercati finanziari della Russia, e i patrimoni personali delle persone più vicine al Presidente Putin”. Per quanto riguarda il congelamento dei beni russi, Draghi ha ricordato che in Italia sono stati congelati bene per oltre 800 milioni di euro agli oligarchi russi” vicini a Putin.
Dal fronte umanitario, invece, il presidente del Consiglio italiano ha sottolineato che nel Decreto approvato venerdì sono stati stanziati nuovi fondi per l’accoglienza ucraina, “vogliamo aiutare i rifugiati non solo ad avere una casa ma anche un lavoro e ad integrarsi nel nostro Paese”, ha spiegato Draghi a Zelensky. “Davanti alla Russia che ci voleva divisi siamo stati uniti come Ue e alleanza atlantica – ha aggiunto -. A chi scappa dalla guerra dobbiamo offrire accoglienza, di fronte ai massacri dobbiamo rispondere con aiuti, anche militari, alla resistenza”. In conclusione, Draghi ha detto che gli aiuti verso Kiev non termineranno qui ma che “siamo pronti a fare molto di più”.