“Io non sono un filosofo in grado di dare consigli, ma posso affermare che alcuni degli ostacoli che la vita mi ha messo davanti sono diventati delle opportunità da affrontare con curiosità e fiducia”: così parlava Alex Zanardi a Pasqua, due mesi prima del nuovo spaventoso incidente stradale che gli è capitato in provincia di Siena lo scorso 19 giugno.
Adesso che il bollettino medico dell’ospedale San Raffaele di Milano, dove è ricoverato da un mese, segnala finalmente “miglioramenti clinici significativi”, si può riflettere con animo più sereno sulle belle parole che Alex Zanardi, campione nella vita prima ancora che nello sport, pronunciò proprio nel giorno di Pasqua del 12 aprile scorso, durante la quarantena.
Le riflessioni di Zanardi sono contenute in “QuaranTalks“, dialoghi dalla quarantena promossi dalla Bologna Business School dell’Università Alma Mater del capoluogo emiliano e appena pubblicati da il Mulino. I personaggi chiamati a discutere sul presente e sul futuro durante il lockdown dai cinque curatori – Max Bergami, Barbara Carfagna, Alessandro Merli, Andrea Pezzi e Andrea Pontremoli – sono molti, tutti autorevoli e di diversa estrazione. Parlano manager, imprenditori, politici, accademici del calibro di Romano Prodi, Enrico Letta, Carlo Bonomi, Salvatore Rossi, Sabino Cassese, Stefano Bonaccini, Guido Barilla, Brunello Cucinelli e tanti altri. Tutte testimonianze piene di interesse e di curiosità, ma non c’è dubbio alcuno che la più autentica sia quella di Alex Zanardi, perchè la sua riflessione è l’espressione della sofferenza, della sfortuna e insieme del coraggio e della speranza, di un coraggio e di una speranza che non hanno eguali, anche se lui fa di tutto per allontanare da sè l’alone di Superman.
“Io – racconta – sono la prova vivente che è possibile fare di necessità virtù, anche da circostanze che in un primo momento sembrano complicazioni impossibili da superare. Saper guadare le cose con occhi diversi, saper ripartire per superare un ostacolo significa acquisire la consapevolezza che andare oltre è sempre possibile. È proprio nelle difficoltà che riusciamo a svelare noi stessi ed è lì che facciamo la differenza“.
E ancora: “Se riusciamo a mantenere fiducia in noi stessi e a credere di poter riorganizzare le cose e trovare una strada nuova, poi magari è proprio in quella strada nuova che possono nascere cose ancora più belle e ancora più grandi”.
Avere coraggio, fiducia e speranza non vuol dire essere semidei e Zanardi non è un robot ma un uomo. Con i suoi sentimenti e le sue debolezze che non fa nulla per nascondere: “Siamo pur sempre essere umani – ammette – e farsi prendere dallo sconforto è normalissimo, fa parte delle nostre caratteristiche; ma è proprio nelle difficoltà che secondo me è molto, molto utile sapersi fare aiutare dagli altri“. Ben detto, Alex: la tua umanità è la tua forza. Ma a un patto: rimettiti in fretta. Abbiamo bisogno di te e ti aspettiamo. Con grande affetto. E ammirazione.