Gli USA hanno lanciato un nuovo attacco contro gli Houthi. L’aggiornamento ufficiale arriva dal Centcom (Comando militare centrale Usa). L’attacco è stato rivolto contro un’infrastruttura strategica ovvero un sito R.A.D.A.R. nello Yemen intorno alle 3:45 ora locale di sabato 13 gennaio (l’1.45 in Italia). Il presidente USA Biden era stato chiaro: ci sarebbero stati nuovi attacchi qualora i ribelli non avessero fermato il fuoco nel Mar Rosso. L’esercito avrebbe infatti colpito un obiettivo che metteva a rischio le navi commerciali nel Mar Rosso.
Le tensioni nello Yemen sono cresciute negli ultimi mesi a causa degli attacchi ripetuti degli Houthi contro l’Arabia Saudita e altri alleati regionali degli Stati Uniti. Gli USA hanno rafforzato la loro presenza navale nel Mar Rosso per dissuadere ulteriori attacchi e garantire la libertà di navigazione in una delle rotte marittime più cruciali del mondo.
Le reazioni internazionali a questa escalation sono contrastanti. Alcuni paesi hanno espresso il loro sostegno alla decisione degli Stati Uniti, sottolineando la necessità di affrontare con fermezza le azioni destabilizzanti degli Houthi. Al contrario, Paesi come Iran e Russia hanno denunciato la “palese aggressione” da parte di Usa e Regno Unito sul territorio dello Yemen: “Non ha nulla a che vedere con l’autodifesa”.
È evidente che la situazione nello Yemen sia estremamente complessa e richieda un approccio equilibrato per affrontare le sfide umanitarie e geopolitiche. Gli sforzi diplomatici paralleli sono in corso per cercare una soluzione politica al conflitto, ma nel frattempo, gli Stati Uniti sembrano determinati a utilizzare la forza per contrastare le minacce dirette alla sicurezza regionale e internazionale. La comunità internazionale osserva attentamente gli sviluppi, sperando che una soluzione pacifica possa emergere nel breve termine per porre fine alla sofferenza della popolazione yemenita.