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Yellen spaventa i mercati: il rialzo dei tassi non è più tabù

FIRSTonline

“Prima o poi, i tassi dovranno salire per evitare il surriscaldamento dell’economia”. Parole sensate, quasi ovvie, ma se a pronunciarle è Janet Yellen, la figura di riferimento della politica economica del presidente Biden, non stupisce che le Borse tremino. A partire dal Nasdaq (-1,88%), per proseguire con l’Europa, l’area più fragile dell’economia globale, dove la ripresa è appena agli inizi. Stamane pare che la tempesta sia già alle spalle, anche perché la responsabile del Tesoro Usa ha corretto il tiro. Ma c’è da chiedersi se Yellen, capace di ammaliare per anni i mercati con le sue rassicurazioni da colomba, abbia commesso un errore di comunicazione oppure, più probabilmente, abbia voluto mettere alla prova gli umori del mercato, troppo euforici alla vigilia di una stagione delicata, sotto la pressione dei prezzi in tensione e dei consumi al galoppo. L’ex presidente della Fed ha comunque approfittato ieri sera di un incontro con il Wall Street Journal per rettificare.

ASIA TRANQUILLA, FUTURE USA IN RIPRESA

L’Asia assorbe stamane l’onda dei ribassi Usa senza grandi patemi. Aiuta la vacanza dei listini principali, da Tokyo a Shanghai. L’Hang Seng di Hong Kong è sulla parità, in rialzo dello 0,5% l’indice di riferimento del mercato azionario di Sidney. BSE Sensex di Mumbai +0,5%.

I future di Wall Street, stamattina in lieve rialzo, segnalano il rientro delle tensioni. Ieri l’indice S&P ha chiuso a -0,67%. Dow Jones poco sopra la parità: +0,06%.

MAZZATA SU APPLE, PFIZER RADDOPPIA I RICAVI DA VACCINO

A pagare il prezzo più alto sono stati i Big, a partire da Apple, sotto del 3,54%, e i chip (-1,3% l’indice dei semiconduttori).

Raddoppiano intanto i ricavi di Pfizer legati al Covid: la casa farmaceutica statunitense prevede ora vendite per 26 miliardi di dollari legate al vaccino nel 2021, in aumento rispetto alla sua precedente previsione, che era di circa 15 miliardi di dollari.

Tranquille le obbligazioni, con il Treasury Note a dieci anni all’1,59% di rendimento.

PETROLIO, RAME E MAIS: I PREZZI SALGONO

Prosegue la corsa delle materie prime. Sale il petrolio a 66,2 dollari il barile: +0,7% rispetto a ieri e +36% da inizio anno. Rame a 9.970 dollari (+1,4% rispetto a ieri, +28% da inizio anno). Il mais è in rialzo del 54% da inizio anno. In rialzo del 3% la soia (+20% da inizio anno).

VOLA IL DOGECOIN: +1.000% DA FEBBRAIO

C’è euforia sulla criptovaluta più bizzarra e controversa, il dogecoin, con il rialzo del 39% di ieri, il valore sale 0,55 dollari: negli ultimi tre mesi il guadagno è stato del +1000%. La criptovaluta, nata per scherzo, è stata adottata da Elon Musk.

ALLE 13.39 SI SCATENA L’INFERNO A NEW YORK: EUROPA IN ROSSO

Alle 13.39 una massiccia vendita a New York di futures S&P 500 (oltre 8.000 contratti in meno di un minuto, a quanto riferito da Bloomberg, pari a un controvalore di 1.6-1.7 miliardi di dollari) ha prodotto un minicrash di una ventina di punti sull’indice. La notizia incendia le Borse europee fino a quel momento tranquille e tendenzialmente positive. Il clima dei mercati di tutta Europa si è progressivamente raffreddato per toccare il punto più basso nel pomeriggio senza un preciso perché. Almeno fino alle 17, quando sono giunte alcune dichiarazioni prese da un intervento della Yellen. Il segretario del Tesoro, in un discorso preregistrato, ha dichiarato che i tassi forse dovranno salire un po’ per evitare il surriscaldamento dell’economia causato dalla spesa fiscale. Solo un campanello d’allarme o la conferma che il vecchio detto (“sell in May”) resta valido? Per ora nel mirino non sono finiti i tassi d’interesse bensì le quotazioni dei titoli growth. E s’inverte anche la rotta dei mercati valutari: il dollaro risale a 1,2061 di fronte all’improvvisa frana del risk appetite.

MILANO -1,8%: INFINEON (-6%) TRASCINA GIÙ FRANCOFORTE

L’indice Ftse Mib, che aveva galleggiato in mattinata, ha chiuso in calo dell’1,81% e scivola sotto i 24mila punti (23.977): per l’ennesima volta è svanito l’assalto a quota 25 mila.

Giornata a due facce anche nel resto d’Europa. Dopo una mattinata tranquilla e tendenzialmente positiva, il clima dei mercati continentali si è progressivamente raffreddato per toccare il punto più basso nel pomeriggio in coincidenza con i primi prezzi del Nasdaq.

Francoforte è la piazza peggiore (-2,33%), zavorrata da InfIneon. Il leader europeo dei chip ha perduto il 6% nel giorno della pubblicazione dei dati del trimestre: ricavi pari a 2,70 miliardi di euro, utile netto a 207 milioni di euro. Due mesi fa la società aveva detto che le vendite si sarebbero posizionate tra 2,5 e 2,8 miliardi. Insieme ai dati del trimestre, è arrivato anche un aggiustamento, all’insù, degli obiettivi dell’esercizio.

L’onda rossa travolge Amsterdam (-2,13%). Calo frazionale invece a Parigi (-0,89%). Dassault Aviation balza del 6,7% dopo che il ministro della Difesa egiziano ha detto di aver firmato un contratto con la Francia per l’acquisto di 30 caccia Rafale.

Madrid -0,62%, Londra -0,59%, che ha riaperto i battenti oggi dopo il lungo fine settimana.

PRECIPITA NEL ASA (-16%), LEADER DELL’IDROGENO

La norvegese Nel Asa, società all’avanguardia nelle soluzioni per la produzione, lo stoccaggio e la distribuzione di idrogeno da fonti energetiche rinnovabili è crollata in ribasso del 16% alla borsa di Oslo dopo aver deluso le attese degli analisti con i conti del trimestre.

LO SPREAD CHIUDE A 106. TRANQUILLI I BTP

Giornata tranquilla per il mercato obbligazionario su entrambe le sponde dell’Atlantico: Treasury Note decennale 1,59%, Bund decennale tedesco -0,24%, Btp nel finale a 0,81%.

Lo spread fra Btp 10 anni e Bund di pari durata sale a 106 punti base (+1,72%).

FERRARI KAPUT (-8%), SLITTANO DI UN ANNO GLI OBIETTIVI 2022

A caratterizzare le difficoltà del listino italiano è stata in particolare la battuta d’arresto di Ferrari, che ha lasciato sul terreno l’8% nonostante risultati del trimestre “promettenti” (utile di 206 milioni +24%, ricavi netti pari a 1.011 milioni, in crescita dell’8,5%), come ha sottolineato lo stesso John Elkann. Ma il Cavallino rampante, causa la pandemia, ha rinviato di un anno i target finanziari già previsti per il 2022. “Guardando al futuro – ha dichiarato il presidente e ad interim – ci aspettiamo che l’approccio prudenziale adottato nel 2020 e che prosegue nel 2021 nel modificare i nostri investimenti in risposta all’emergenza da Covid-19 posticiperà di un anno il raggiungimento della nostra guidance 2022”.

Il ribasso ha coinvolto il resto della scuderia: Cnh -3,01%; Exor -2,81%; Stellantis -0,961% in attesa della trimestrale.

ROMA IN CIELO (+21%): MOURINHO VALE PIÙ DI UNA COPPA

Merita un titolo a caratteri cubitali anche un titolo “leggero”: AS Roma +21,02%, sospesa più volte al rialzo nel corso della giornata, sull’onda dell’arrivo a sorpresa sulla panchina giallorossa di José Mourinho.

BRINDA CAMPARI, IN ROSSO STM

Tra le blue chip sono pochi i titoli a brindare: tra questi Campari, +2,57% dopo aver rilasciato risultati trimestrali sopra le attese, con un utile di gruppo prima delle imposte rettificato pari a 64,1 milioni, in crescita dell’84,7%.

Paga la giornata nera della tecnologia Stm (-2%). In un’intervista al Financial Times, il ceo Jean Marc Chery lancia propositi battaglieri: “I nostri clienti – dice in sintesi – d’ora in poi non potranno più acquistare chip all’ultimo momento o disdire le prenotazioni. A dettare le condizioni saremo noi produttori”.

MEDIASET, DOPO LA PACE, PUNTA ALLA FUSIONE CON MADRID

Si sgonfia nel corso della seduta Mediaset (+1,3%); all’indomani della pace con Vivendi, Equita ha alzato il target price a 2,85 euro: ieri sera le due società hanno emesso un comunicato congiunto nel quale si parla della fine delle controversie. Vivendi appoggerà il trasferimento della sede legale in Olanda, dove basta il 50,01% per procedere con le operazioni straordinarie, mentre Fininvest proporrà la distribuzione a tutti gli azionisti di un dividendo straordinario di 0,30 euro ad azione. La holding della famiglia Berlusconi comprerà subito il 5% dai francesi e si porterà al 51%. Nei prossimi cinque anni, Vivendi continuerà a vendere quote prefissate: Fininvest ha un’opzione di acquisto su questi titoli. A Madrid le azioni di Mediaset España sono salite del 2,5%. Il mercato scommette che con l’uscita dei francesi potrebbe essere riproposta una fusione, magari con scambio di azioni, tra la futura Mfe con sede in Olanda e la società quotata a Madrid.

BANCHE, AVANZA SOLO MPS. OGGI I CONTI DI INTESA

In forte ribasso nel pomeriggio i titoli bancari e quelli legati al risparmio gestito. Fineco lascia per strada il 2,66%, Blackrock ha arrotondato la partecipazione al 10%. Poste Italiane il 2,53%. Giù anche Mediobanca (-2,13%). Pesanti vendite su Nexi (-4,16%).

Fa eccezione Banca Mps (+2,59%), in prima fila in caso di matrimonio, per ricevere le agevolazioni statali, potenzialmente pari a 3,8 miliardi di euro.

RISALE SAIPEM, ALL’AIM DEBUTTA JONIX

La ripresa dell’economia si riflette sulle stime del petrolio e di riflesso dei titoli energetici: Saipem +1,6%, Tenaris +0,81%: Kepler Cheuvreux ha confermato oggi la raccomandazione hold e il prezzo obiettivo a 9 euro sul titolo. Piatta Eni. Sull’Aim ha debuttato bene Jonix (+12,25%), una Pmi che produce e distribuisce soluzioni per purificare l’aria.

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