L’ultimo capitolo dell’amministrazione Trump è all’altezza della presidenza più controversa della storia americana. L’ormai ex numero uno degli States si è congedato con una raffica di provvedimenti di grazia tra cui spicca il perdono a Stephen Bannon, l’ideologo della destra. Intanto, la capitale blindata si accinge a ricevere Joe Biden e Kamala Harris con una nota di mondanità: le signore sono invitate a indossare una collana di perle in omaggio alla nuova vicepresidente. I mercati finanziari, nel frattempo, si sono concentrati sul ritorno nella stanza del potere di Janet Yellen, piccola ma indomabile vestale della guerra alla recessione. Yellen ha di nuovo incantato i mercati: ieri, nel suo intervento al Senato, ha promesso soldi a tutti per molto tempo, in quanto i benefici dei colossali piani di stimolo, in questo momento, superano in modo importante i costi dell’aumento del debito.
L’EURO/DOLLARO SI PORTA A 1,214 IN ATTESA DELLA BCE
L’ex governatrice della Federal Reserve ha invitato i senatori a pensare in grande e a sostenere il progetto da 1.900 miliardi di dollari di aiuti in cantiere alla Casa Bianca: la politica espansiva andrà avanti fino a quando tutti avranno un lavoro e l’inflazione sarà stabilmente sopra quota 2%. Un’indicazione così netta è una delle ragioni dell’ennesimo allungo dei listini in Asia e a Wall Street. All’appello, in attesa della riunione della Bce, manca l’Europa: lo sbandamento della politica italiana rischia di far saltare i meccanismi dei piani di ripresa dell’Unione Europea. L’euro dollaro si porta a 1,214 (+0,2%). Ieri la Commissione Europea ha presentato il documento che contiene la strategia di rafforzamento della valuta unica europea, destinata secondo i vertici di Bruxelles a diventare il riferimento monetario dell’universo green ed Esg.
Nella notte l’indice MSCI Asia Pacific ha toccato il massimo storico per poi rallentare. Il Nikkei di Tokyo è in calo dello 0,4%. Il Kospi di Seul è in rialzo dello 0,2%. BSE Sensex di Mumbai +0,3%.
L’INDICE ASIA PACIFIC AI MASSIMI STORICI
L’indice CSI 300 dei listini di Shanghai e Shenzen guadagna lo 0,4%. L’Hang Seng di Hong Kong lo 0,3%. Alibaba sale del 4% dopo il ritorno sulla scena pubblica di Jack Ma. Il fondatore e presidente ha parlato stanotte dell’importanza dell’educazione, in una video conferenza rivolta agli insegnanti che lavorano nelle scuole più remote e disagiate della Cina.
NETFLIX (+12%) VOLA OLTRE I 200 MILIONI DI ABBONATI
La performance record Wall Street l’ha messa a segno nel dopo Borsa. Netflix sale del 12% dopo aver annunciato che nel trimestre gli abbonati sono saliti oltre i 200 milioni, 37 milioni in più del 2019. Grazie alla stabilizzazione delle attività che ha già portato a una drastica diminuzione della cassa bruciata in nuove produzioni televisive, la società riuscirà a raggiungere quest’anno l’obiettivo di un flusso di cassa in pareggio.
Ieri i mercati Usa hanno registrato robusti guadagni: Dow Jones +0,38%, S&P 500 +0,81%. Meglio il Nasdaq: +1,53%.
Gm è salita del 9,7% dopo l’accordo tra la controllata Cruise e Microsoft sullo sviluppo dell’auto a guida autonoma.
Boeing +3,1%: l’Europa ha riaperto le rotte al MAXI 737.
SALE IL PETROLIO, SOFFRONO I NOLI
Il petrolio Brent è in rialzo dello 0,4% a 56,2 dollari il barile. Il taglio alla domanda di petrolio del 2021 comunicato ieri dall’Agenzia Internazionale dell’Energia, è stato pressoché ignorato. A guidare i prezzi sono le aspettative sulla seconda parte dell’anno e sull’anno prossimo. Intanto, il taglio alla produzione deciso dall’Arabia Saudita, sta mettendo fuori gioco le grandi società di spedizioni marittime. I noli delle petroliere sono in negativo, per cui, per mitigare l’onere, le compagnie di navigazione stanno ordinando ai capitani delle imbarcazioni di rallentare, nella speranza che una volta arrivati a destinazione, la situazione si sia girata e il nuovo carico possa essere redditizio. Oro in rialzo dello 0,5%, a 1.850 dollari l’oncia.
Tengono intanto i Btp in un quadro politico che volge verso toni semiseri. Conte ce l’ha fatta, anche se ora, tecnicamente, guida un governo di minoranza.
LA CRISI ITALIANA E LA PANDEMIA FRENANO L’EUROPA
Non vale per le Borse europee l’effetto Y come Yellen. Anzi, sui listini del Vecchio Continente il ritorno dell’ex presidente della Fed, già amata dai mercati come colomba, pesa come un’ipoteca sul dollaro debole, circostanza che favorisce un nuovo calo dell’inflazione nell’area euro. Ma a complicare i conti dell’Eurozona è soprattutto l’andamento della pandemia che ha favorito cali diffusi nel finale. E poi c’è il Bel Paese: il vicepresidente della Commissione Ue Valdis Dombrovskis, ha espresso preoccupazione per l’impatto della crisi politica italiana sul piano di ripresa e resilienza dell’Italia.
MILANO -0,26%. DOPO LA CONTA IL PREMIER A CACCIA DI ALLEATI
Piazza Affari ha chiuso in calo dello 0,26%, nel giorno del voto di fiducia in Senato da cui è emerso, come titola la Repubblica, “un governo piccolo piccolo”. Il governo Conte ha ottenuto la fiducia al Senato con 156 voti. I contrari sono stati 140: decisiva l’astensione di 16 parlamentari renziani.
GERMANIA CHIUSA FINO AL 14 FEBBRAIO
Francoforte perde lo 0,2%. La Germania si prepara a prolungare il lockdown fino al 14 di febbraio e a imporre l’uso di mascherine chirurgiche o FFP2, mettendo al bando sciarpe o protezioni analoghe.
A Parigi (-0,33%) arretrano Publicis (-4%) e Arcelor Mittal (-5%); Madrid -0,66%.
PIATTA LONDRA: 1610 MORTI IN UNA GIORNATA
Londra è piatta (-0,09%), benché registri un record di 1.610 morti in 24 ore.
TASSI IN CALO, LO SPREAD SCENDE A 112
Mercato obbligazionario con il fiato sospeso in attesa di sviluppi del braccio di ferro in corso al Senato. La giornata ha visto un progressivo e costante calo dei tassi dei titoli di Stato italiani su tutta la curva e dei relativi spread. Il tasso del decennale di riferimento è tornato allo 0,58%, sui livelli precedenti la mossa che ha innescato la crisi. Lo spread chiude a 112 punti.
TAVARES MANDA IN ORBITA STELLANTIS. PIOVONO I BUY
Anche ieri le Borse hanno vissuto sotto il segno di Stellantis, presentata ieri a New York dal ceo Carlos Tavares. Il titolo è andato in orbita a Wall Street (+10,2%) cumulando i guadagni di due giorni (lunedì la Borsa Usa era chiusa per il Martin Luther King Day). A Piazza Affari +2,6%. Tra gli analisti, anche gli svizzeri di Ubs hanno iniziato la copertura dell’azione, con un target price a 21 euro e un giudizio buy. Per Equita il titolo è “buy” con un prezzo obiettivo di 18,7 euro, ex dividend. Fitch ha confermato il rating ‘BBB-‘ con outlook stabile.
A dicembre le immatricolazioni di auto dei marchi di Fiat Chrysler sono salite in Europa del 7,5%, in linea con le aspettative degli analisti.
Per contro, scende Ferrari (-1,8%). Il mercato vende la Rossa, protagonista del 2020, per andare su Stellantis.
UN NUOVO TEST, TORNA A CORRERE DIASORIN
In deciso rialzo la società di diagnostica Diasorin (+3,4%) mentre entra nel vivo la campagna vaccinale anti Covid 19. Equita sim ha ribadito il rating hold e il prezzo obiettivo a 169 euro dopo che la società aveva annunciato il lancio del nuovo test sierologico quantitativo per misurare gli anticorpi IgG contro il Covid-19.
UNICREDIT, IL 10 FEBBRAIO IL SUCCESSORE DI MUSTIER
Contrastate le banche principali. Unicredit (+0,2%) si prepara alla stretta decisiva sulla lista di candidati per la successione all’ad Jean Pierre Mustier per centrare l’obiettivo di una indicazione entro il 10 febbraio, riferiscono tre fonti vicine alla vicenda. Tra i nomi in lizza emergono con forza quelli dell’ex banchiere di Ubs Andrea Orcel, sostenuto da fondi e azionisti italiani, e l’ex AD di Bnl-Bnp Paribas Fabio Gallia.
Intesa San Paolo in calo dello 0,5%. Giù Bper (-1,5%) e Mps (-1,1%).
TONFO DI TIM: SI ALLUNGANO I TEMPI DI CDP/OPEN FIBER
Tim -1,94%. Pesa l’ipotesi di uno slittamento dei tempi per l’esercizio della prelazione da parte di Cdp su Open Fiber.
Prysmian +0,7%. Credit Suisse alza il target price a 28 euro.
INTESA CON AMAZON, PRENDE IL VOLO LEONE FILM (+24%)
Fuori dal paniere principale strappa Leone Film Group, sospeso dopo un balzo del 24% in seguito al rinnovo dell’accordo pluriennale con Amazon Prime Video per altri tre anni.