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World Pasta Day: protagonista della dieta mediterranea ma richiede attenzione per i cambiamenti climatici

Uno dei simboli affermati del made in Italy nel mondo ma clima e crisi energetica ci impongono di adattare la nostra capacità produttiva, intensificare in modo sostenibile le produzioni con investimenti materiali e immateriali. Italia primo produttore con 3,6 milioni di tonnellate l’anno

World Pasta Day: protagonista della dieta mediterranea ma richiede attenzione per i cambiamenti climatici

Tagliatelle, spaghetti, penne, fusilli, maltagliati: oggi si possono contare circa 130 tipi di pasta diversi, la regina indiscussa della cucina italiana. Da ben 23 anni, si celebra la sua Giornata mondiale, il World Pasta Day. L’obiettivo della Giornata è quello di celebrare “un cibo unico al mondo, con le sue diverse forme, cotture, condimenti e ricette” e di conseguenza la capacità di un cibo così universale da essere da sempre in grado di unire cucine, popoli, culture anche molto distanti tra loro.

La pasta risente del cambiamento climatico e dei rincari energetici

La pasta è alimento accessibile, versatile ma soprattutto facile da preparare. Per continuare a produrre cibo eccellente sotto il profilo organolettico e ad elevati standard di qualità è indispensabile sostenere il comparto cerealicolo italiano, perché servono investimenti importanti. Lo ha sottolineato Confagricoltura in occasione del World Pasta Day, ribadendo l’importanza di rimettere il comparto cerealicolo al centro dell’agricoltura nazionale. Anche la pasta però subisce le ripercussioni del cambiamento climatico e i rincari dei costi di produzione dovuti alla crisi energetica.

“Motivo per cui è essenziale adattare la nostra capacità produttiva al clima, intensificare in modo sostenibile le produzioni tramite investimenti materiali e immateriali”, ha sottolineato Confagricoltura.

Ora più che mai, secondo l’Organizzazione agricola, si rende necessario far ricorso alla ricerca e alle tecnologie ed il settore dei seminativi è uno di quelli che può avvantaggiarsi di più dalla innovazione in tutti i campi: dall’agricoltura di precisione al miglioramento genetico di ultima generazione.

Sono poi necessari nuovi protocolli per la definizione dei parametri di qualità, oltre che promuovere e garantire l’adozione di contratti di filiera sempre più chiari e trasparenti, così da rendere più remunerativa la coltivazione del grano duro per tutti gli operatori. A tal fine è stato sviluppato il sistema “FruClass“, ideato dall’Università degli Studi della Tuscia e sostenuto dal Coordinamento Agrinsieme, nell’ambito del protocollo per la valorizzazione del grano duro, siglato con tutte le Organizzazioni della filiera “grano duro-pasta”.

Pasta: Italia leader mondiale

L’Italia è infatti il primo Paese produttore di pasta, con 3,6 milioni di tonnellate l’anno, per il 61% esportata (prima di Turchia e Stati Uniti). Il giro d’affari generato da 120 aziende che impiegano 10mila addetti è di 5,5 miliardi di euro. Secondo i dati International Pasta Organisation, promotore con Unione Italiana Food del “World Pasta Day” – il nostro Paese è anche tra i primi consumatori, con 23 kg procapite annui, davanti a Tunisia (17), Venezuela (15), Grecia (12,2), Cile (9,4 kg), Stati Uniti (8,8 kg), Argentina e Turchia a pari merito (8,7 kg).

Se il 2021 ha registrato 2,2 milioni di tonnellate di pasta Made in Italy esportata, le elaborazioni Coldiretti (su dati Istat) rivelano un aumento record del 33% dell’export nei primi 7 mesi 2022. Sono i tedeschi a spendere di più in assoluto per acquistare pasta italiana, con un incremento del 31% nell’ultimo anno, mentre, al secondo posto, si classificano gli Stati Uniti, dove l’incremento è stato addirittura del +45%, anche sotto la spinta dell’euro debole nei confronti del dollaro. Al terzo posto, la Francia con un incremento del 25%.

La produzione di pasta a livello nazionale

Secondo un’elaborazione del centro Studi di Confagricoltura, la coltivazione di frumento duro nel nostro Paese copre 1,26 milioni di ettari di superficie ed è la coltura più estesa in Italia, con una produzione raccolta totale di oltre 3,9 di tonnellate. La Puglia è tra le regioni con maggiore presenza degli ettari coltivati a grano duro rispettivamente (344.700 ettari e 688mila tonnellate di produzione raccolta); Sicilia 272.405 ettari e 813mila tonnellate) e Basilicata (115.236 ettari per 321mila tonnellate). Anche l’Emilia-Romagna e le Marche spiccano nella Top 5, rispettivamente con 85mila e 90 mila ettari, producono 375mila e 467mila tonnellate di frumento duro.

La pasta si mangia al dente anche all’estero

In compenso, la filosofia della pasta al dente si è affermata anche all’estero. Lo afferma l’82% dei cuochi interpellati. In Francia e Stati Uniti la pasta è al dente praticamente in tutti i ristoranti. Mentre il 18% – con punte del 40% in Giappone – la preferisce stracotta. E sono anche pochi i compromessi rispetto agli usi locali: il 55% dei ristoranti serve ricette regionali italiane, il 31% ripropone la tradizione e solo il 14% ritiene che il glocal sia la strada giusta. Anche le ricette che hanno poco a che vedere con il Made in Italy scompaiono nel 73% dei ristoranti.

Quali sono gli ingredienti della pasta?

Il minimo comune denominatore delle diverse tipologie di pasta secca sono due ingredienti: la semola (farina di grano duro) e acqua. Mentre nella pasta fresca, generalmente la semola è sostituita con la farina di grano tenero (farina di frumento). Inoltre, in alternativa o insieme all’acqua, viene aggiunto l’uovo che rendere ancora più morbido e maneggevole l’impasto. Utilizzando farine o semole integrali si può realizzare appunto la pasta fresca integrale.

Quali sono le proprietà nutrizionali della pasta?

Rappresentando uno dei principali pasti della dieta di tutti i giorni è necessario porre alcune accortezze sia nella scelta del prodotto sia nella cottura e nella preparazione (molto dipende dal condimento).

Secondo Humanitas Medical Care 100 grammi di pasta apportano circa 124 Calorie e contiene: acqua, carboidrati, proteine, lipidi, vitamina B6, vitamina B9 o acido folico, sodio, potassio, ferro, calcio, fosforo, magnesio, zinco, vitamina B1 o Tiamina, vitamina B2 o Riboflavina, vitamina B3 o Niacina (o vitamina PP). Dunque, non solo carboidrati, la pasta rappresenta anche un buon concentrato di energia e di sostanze nutrienti indispensabili per il nostro organismo.

I pochi grassi presenti sono principalmente monoinsaturi, mentre è completamente assente il colesterolo. Le vitamine del gruppo B, soprattutto B1, sono fondamentale per il corretto funzionamento del sistema nervoso con funzione antistress, e B3, necessaria per la respirazione cellulare. La vitamina B3 aiuta anche a metabolizzare carboidrati, grassi e proteine e favorisce la circolazione sanguigna e la salute della pelle. Consumata assieme ai legumi, la pasta rappresenta anche un piatto di alto valore nutrizionale e facilmente digeribile.

Controindicazioni

La pasta fresca, però, essendo un alimento a base di farina o semola di grano contiene glutine e non può quindi essere consumata da soggetti celiaci o da persone che soffrono di intolleranza al glutine.

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