Se ne consumano 18 milioni di tonnellate l’anno, quasi il doppio rispetto a 10 anni fa: la pasta, il cibo più umile dei poveri di un tempo, tornata ad essere protagonista trasversale delle tavole, da quelle blasonate a quelle più semplici, soprattutto in tempi di pandemia che hanno riportato in primo piano l’esigenza di un’alimentazione salutare ispirata alla dieta mediterranea, viene celebrata in tutto il mondo il 25 ottobre con il World Pasta Day giunto quest’anno alla 23ma dizione.
In Italia la pasta è qualcosa strettamente connaturata alla sua storia. Ogni italiano consuma mediamente 23,1 chili all’anno. Dopo di noi vengono inaspettatamente i tunisini che ne mangiano 11,4 kg a testa, seguiti dai cileni con 9,5 kg pro-capite. E si resta ancora un America Latina nella classifica dei grandi mangiatori di pasta con i peruviani che ne consumano 9,3 kg a testa. A seguire gli Stati Uniti (8,8 kg) e l’Argentina (8,6 kg) Francia (8,3 kg), Germania, (7, 9 kg), Polonia (4,2 kg), Spagna (3,6 kg), Regno Unito (3,5 Kg).
Scorrendo la lista emerge con evidenza un dato certamente inaspettato: nella classifica mondiale dei mangiatori di pasta non figura ai primi posti la Cina ritenuta la patria degli spaghetti sia pure di soia, e neanche l’India, paesi più popolosi al mondo. Paesi ai quali guardano con grande interesse i produttori di pasta italiani che hanno in questo campo la leadership mondiale con 3,51 milioni di tonnellate seguita dagli Stati Uniti con 2,00 milioni di tonnellate e la Turchia con 1,78 milioni di tonnellate, Egitto con 1,20 milioni di tonnellate, Brasile con 1,11 milioni di tonnellate e Russia (1,08 milioni di tonnellate.
Il World Pasta Day in Italia viene celebrato con una particolare attenzione ai temi della solidarietà. Secondo OXFAM, nel 2021 20 milioni di persone hanno raggiunto livelli estremi di insicurezza alimentare, portando il totale a 155 milioni di persone in 55 Paesi.
Per questo Unione Italiana Food ha organizzato l’iniziativa #Haveagoodpasta, coinvolgendo i pastai italiani che si rivolgono agli amanti del primo per eccellenza per donare un piatto di pasta ai meno fortunati. Per partecipare, basterà postare fino al 25 ottobre sui propri canali social lo scatto di un piatto di pasta con l’hashtag #Haveagoodpasta.
Ogni scatto condiviso verrà caricato sul sito dedicato “Al Dente” e ingrosserà un contatore online fino al raggiungimento di 300mila piatti di pasta, che i pastai italiani doneranno alle mense Caritas di quattro grandi città italiane: Milano, Roma, Napoli e Palermo. Un modo per unire idealmente la Penisola in una spaghettata solidale.
Nell’iniziativa sono stati coinvolti anche chef e ristoratori. In150 fra italiani e esteri hanno aderito al progetto, con una ricetta ispirata al tema #haveagoodpasta proposta in carta e condivisa sui canali social per coinvolgere la propria community.
E visto che siamo in argomento vale la pena di sfatare una fake sul consumo di pasta di sera perché ritenuto troppo calorico.
A questo quesito la dottoressa Martina Gozza, dietista di Humanitas ha risposto fugando tutte le paure: mangiare pasta la sera non fa male alla nostra salute.
Innanzitutto – sottolinea la dietologa. la pasta, come il riso, il pane e altri cereali, contiene una certa quantità di carboidrati che non deve mancare a ogni pasto, in quanto costituisce la nostra fonte energetica primaria: se assente, il nostro organismo è costretto a recuperare energia da altri nutrienti, come ad esempio dalle proteine.
Non c’è un motivo nutrizionale per evitare la pasta in favore di altri carboidrati complessi, anzi: essendo ricca di semola di grano duro, la pasta ha un indice glicemico molto più favorevole rispetto al pane o al riso, soprattutto se del tipo integrale.
Tuttavia ci sono alcuni accorgimenti a cui prestare attenzione: la pasta è sempre servita con un condimento, che può migliorarne o peggiorarne gli equilibri nutrizionali. Una pasta alle verdure saltate non avrà mai le stesse calorie e gli stessi valori nutrizionali di una pasta ricca di burro, besciamella, panna o formaggi.
Ed è anche una falsa credenza che la pasta appesantisca la digestione se consumata nei pasti serali: la pasta – chiarisce la dottoressa Gozza – si digerisce molto più facilmente e rapidamente della carne o dei formaggi e potrebbe, quindi, favorire anche una migliore qualità del sonno. Ancora, è stato dimostrato da diversi studi che assumere alimenti particolarmente ricchi di grassi a cena peggiora il riposo e aumenta la probabilità di incappare in apnee notturne.