Il 2020 è stato catastrofico per il settore dell’energia. A causa del Covid-19 si è registarta la prima riduzione di energia dal 2009 e la maggior contrazione dalla seconda Guerra Mondiale. Ma è stato anche l’anno del boom del solare in Cina, un anno record insomma sotto tanti – anche dolorosi – punti di vista.
IL CROLLO DEL GREGGIO
I numeri e il bilancio sul settore dell’energia – petrolio, gas e rinnovabili – arriva da World energy review presentato da Eni. Proprio mentre il rimbalzo dell’industria dopo la pandemia sta generando un’impennata della domanda , e dei prezzi, dell’energia, il rapporto annuale di Eni tira le somme dell’anno appena concluso.
“Nel 2020 la domanda mondiale di petrolio è crollata (quasi – 9% sul 2019). Il prezzo del Brent è sceso al livello più basso da oltre 15 anni, a una media di 41,7 $/b con punte sotto i 20 $/b. Per la prima volta nella storia, il greggio USA, il WTI, è sceso sotto lo zero per un giorno”. L’Opec+ ha fronteggiato il crollo dei consumi con un taglio della produzione che si è ripercosso anche su i Paesi non Opec. Tirando le somme, complessivamente la produzione mondiale di petrolio è diminuita del 6,5% nel 2020, interessando tutte le categorie di greggio.
LA RISCOSSA DELLE RINNOVABILI
Non si è invece fermata la corsa delle rinnovabili. Lo scorso anno le nuove installazioni di eolico sono quasi raddoppiate rispetto al 2019 (+111 GW vs +58 GW), raggiungendo una capacità globale di 733 GW (+17,8% vs 2019). La Cina ha guidato la crescita (65% dell’incremento) seguita dagli USA (13%).
L’energia solare ha continuato a dominare l’espansione delle rinnovabili con 127 GW di nuova capacità installata. La capacità solare totale ha raggiunto quasi lo stesso livello della capacità eolica, principalmente grazie alle installazioni record in Cina (49 GW).
IL GAS FRENA LA CORSA
Il World energy review di Eni aiuta a capire quello che sta accadendo in questi giorni, segnati da aumenti record del gas. Lo scorso anno infatti, “per la prima volta dopo 10 anni di crescita, la domanda di gas è diminuita (-1,5% vs 2019); questo calo è stato guidato principalmente dal Nord America (-4,1%), dalla Russia (-3,2%) e dall’Europa (-2,6%). Viceversa, tra i 10 maggiori consumatori di gas a livello mondiale, la Cina ha registrato un notevole incremento (+6,5%) e si è confermata primo importatore globale”.
Anche la produzione globale di gas è così scesa per fare fronte alla diminuzione della domanda ma il calo è stato superiore: -2,8% rispetto al 2019, con le maggiori contrazioni sul gas russo (-6%) e degli Usa (-2,5%).
Nonostante questo, il GNL ha continuato ad aumentare la sua quota sul totale di gas scambiato, raggiungendo il 40% (38% nel 2019). Nel 2020 sono stati commercializzati 484 bcm (miliardi di metri cubi) di GNL, oltre il 70% importato dai paesi asiatici. Durante lo scorso anno gli USA hanno aumentato le esportazioni di GNL del 59%.