Eterno. Infinito. Immortale. Non ci sono più aggettivi per descrivere Roger Federer, all’ennesima impresa di una carriera iniziata nel 2001 e che ha visto il 36enne tennista svizzero vincere 18 tornei del Grande Slam (con anche 10 finali perse), più di chiunque altro nella storia del tennis moderno: proprio sull’erba di Wimbledon, dove Federer ha vinto il suo primo major nel 2003, il ragazzo di Basilea ha raggiunto per l’undicesima volta la finale, vincendo oggi contro il ceco Thomas Berdych.
Un record assoluto (tra i giocatori dell’era Open), l’ennesimo, dopo quello limato pochi giorni fa delle semifinali raggiunte sull’erba londinese (12), dove ha anche eguagliato il record di vittorie assolute (7 come Sampras e Renshaw) e stabilito quello delle finali consecutive (7, dal 2003 al 2009). Quella che Federer disputerà domenica contro Cilic sarà dunque la 29esima finale in un torneo del Grande Slam, un record ineguagliabile come quello delle semifinali (41), delle finali consecutive (10, da Wimbledon del 2005 agli US Open del 2007) e delle semifinali consecutive (23, da Wimbledon del 2004 agli Australian Open 2010).
Federer ha dunque l’opportunità di raggiungere le 19 vittorie negli Slam e soprattutto l’ottava a Wimbledon, il suo giardino preferito, staccando così Sampras e Renshaw per occupare definitivamente il gradino più alto nell’Olimpo del più prestigioso torneo di tennis del pianeta. Sulla strada della leggenda c’è però il croato Marin Cilic, che nell’altra semifinale ha superato Querrey raggiungendo la sua prima finale a Wimbledon e la seconda in assoluto in uno Slam, dopo quella dell’Us Open 2014 che lo vide poi vincere contro Nishikori. Federer ha un record positivo di 6 vittorie e una sola sconfitta nei precedenti incontri con Cilic: l’unico ko fu proprio la semifinale a Flushing Meadows che lanciò il croato alla conquista del titolo.