Venerdì 10 giugno, un amico giornalista del NYT mi chiama su Skype per darmi una notiziona, in anticipo. “Hanno fatto fuori il CEO di Whirlpool, Jeff Fettig. È rimasto presidente del consiglio d’amministrazione ma ad avere il bastone del comando dal 1° ottobre in qualità di direttore generale, come voi dite di amministratore delegato, è il suo braccio destro, Marc Bitzer. Ci è riuscito, commentiamo sottovoce tutti noi.” Come ci è riuscito? “Beh, Bitzer, è un tedesco-svizzero, molto molto bravo, diciamo però anche spietato, ruthless, ed è il primo CEO non americano. Una bomba, si, riuscire ad arrivare da europeo al vertice del n.2 mondiale degli elettrodomestici, non è mai accaduto. Ma ce lo aspettavampo tutti da tempo. E se lo aspettava anche lui da tempo. Eccome”. Irrispettoso, superinformato, ma sempre preciso, il collega ha aggiunto un sacco di altre piccantissime informazioni. Che puntualmente si verificheranno perchè il cambio della guardia che mi aveva raccontato con grande anticipo si è verificato. E’ successo anche per altre anticipazioni che mi aveva regalato in passato.
“DALL’ACQUISIZIONE È INDESIT CHE ESCE VITTORIOSA”
Non mi sembra una supernotizia se tutti se l’aspettano – obiettai – più che altro anche in Europa ci chiedevamo dopo la botta di Indesit voluta da Bitzer, che Fettig a 60 anni avrebbe comunque lasciato il ruolo operativo tenendo ovviamente quello per così dire decorativo. “Eh no, non è così – dice – dietro c’è ben altro e vi riguarda da vicino. Anzi, qui non siamo riusciti a spiegarci come per l’ennesima volta siate così provinciali. Non capite che è Bitzer ad aver tenuto le fila di tutta l’operazione Indesit e che ha un progetto micidiale che vi riguarda da vicino? Maledettamente da vicino”. Brivido lungo la schiena, perché sono uno dei pochissimi giornalisti che l’uomo dallo sguardo di acciaio e dalla smisurata abilità finanziaria, lo ha incontrato, gli ha parlato, lo conosce e lo segue da lontano, è vero, ma lo segue sempre. E so che il collega del NYT ha ragione. “L’operazione Indesit è diversa da quanto appare, a uscirne meglio – racconta ancora il collega – sono Indesit e il suo management”. No, qui si pensa esattamente l’inverso. “Ecco, provinciali ancora una volta, non è così, provate a contare i manager Whirlpool che non ci sono più….e a contare quelli che da Indesit sono stati dirottati in Whirlpool“.
E ADESSO CHE SUCCEDE?
Che cosa racconta il collega del NYT (che conosce molto bene l’Italia e il piccolo cerchio giornalistico italiano) e altri due colleghi corrispondenti di quotidiani finanziari europei? “Che Bitzer, alla fine del 2018, quando scadrà la moratoria sugli eventuali licenziamenti, procederà comunque senza esitare su una strada per voi molto difficile. Beh, ragazzi provate ad analizzare bene il percorso di Bitzer”. Presidente Emea, tuttora, Nord America e direttore operativo del gruppo, uno cioè che è da anni il manager che meglio conosce l’intero gruppo, che come nessun altro sa quello che deve fare per ridare smalto ai profitti e agli azionisti. Glielo hanno chiesto gli azionisti investendolo di un ruolo speciale. Tornare cioè senza nessuna remora a ricchi introiti soprattutto per quanto riguarda l’Europa. E il trasferimento della sede europea da Varese a Rho? “Bitzer, l’aveva deciso da tempo, ma come mai la sede è più piccola di quella sul lago di Varese? Io l’ho vista ed è evidente. E allora? perchè trasferirsi?” Si, dico io, perché? “Sede probabilmente non definitiva? Forse, come la Haier che aveva la sede europea a Varese poi l’ha trasferita a Parigi, si vedrà”. Cattiveria pura. O no?
I PERSONAGGI
Per la cronaca; Jeff Fettig ha 60 anni, Marc Bitzer 52, il fatturato di Whirlpool, 2° produttore mondiale di elettrodomestici dopo Haier, era nel 2016 21 miliardi di dollari con 93mila dipendenti. E Bitzer è entrato in azienda nel 1999, salendo passo dopo passo da posizioni non di vertice ai massimi livelli. Ne ha fatta di strada il duro Bitzer….
Fonte: La casa di Paola