La cessione dello stabilimento Whirlpool di Napoli, che porta con sé licenziamenti a pioggia per i 430 lavoratori impiegati nella fabbrica, è rinviata dal 12 al 31 ottobre. Lo ha annunciato il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, dopo aver incontrato mercoledì mattina a Palazzo Chigi i sindacati per discutere della vertenza. Era presente anche il ministro dello Sviluppo economico, Stefano Patuanelli. Le delegazioni di Fiom, Fim, Uilm e Uglm erano guidate dai rispettivi segretari generali: Francesca Re David, Marco Bentivogli, Rocco Palombella e Antonio Spera.
Il rinvio non soddisfa i rappresentanti dei lavoratori, che chiedono il ritiro completo della procedura di vendita della fabbrica Whirlpool, dove si producono lavatrici, alla Passive refrigeration solutions (Prs), società che fa capo a imprenditori italiani ma ha sede legale a Lugano.
“La sospensione fino al 31 non è una garanzia e giuridicamente è di dubbia legittimità – commenta Bentivogli – Ma il Presidente del Consiglio conosce bene questi temi. Concordo col ministro Patuanelli: ci deve essere un momento in cui si guardano le carte. Bisogna dire all’azienda che ci vuole più rispetto delle istituzioni, dei sindacati e dei lavoratori. Sono aree in cui chiudere le fabbriche è un regalo alla camorra. Un presidio industriale è un presidio di legalità. Lì sono rimasti solo Whirlpool e Hitachi”.
Duro anche il commento di Palombella, che parla di “un atto scorretto nei confronti del Governo, dei sindacati e dei lavoratori. Hanno rivenduto una disponibilità a fronte di una procedura che si sarebbe comunque conclusa il 31 ottobre. La cessione sarebbe l’inizio della fine. Dobbiamo continuare a produrre lavatrici nello stabilimento di Napoli, dove andrebbe trasferita la produzione dalla Polonia. Per noi esiste solo una possibilità ed è questa: che a Napoli continui la produzione di lavatrici, non esiste un piano B”.
Intanto, Whirlpool fa sapere di aver appreso dai media che Patuanelli sarebbe pronto a convocare un incontro con l’azienda nelle prossime 24 ore. La società conferma di aver espresso a Conte e al ministro dello Sviluppo la propria disponibilità a riprendere il confronto con governo e parti sociali e si dice “pronta a considerare la sospensione dell’attuale procedura ex. art. 47, la cui scadenza è prevista il prossimo 12 ottobre, fino e non oltre al 31 ottobre”.