“Chiunque affermi che una decisione sul futuro di Whirlpool Emea è già stata presa, è un bugiardo”. Così ha lapidariamente esordito Gilles Morel, presidente di Whirpool Emea e vice presidente esecutivo di Whirlpool Corporation, giovedì 21 all’incontro con il Cae, il Comitato Aziendale Europeo che riunisce le rappresentanze sindacali europee del gruppo, indetto per fare il punto sull’andamento della produzione e delle vendite di Whirlpool Emea nel primo semestre del 2022 e alla vigilia dei conti semestre Whirlpool Corporation che arriveranno a fine giornata di oggi, lunedì 25, dalla sede di Benton Harbour in Michigan. L’incontro era particolarmente atteso per le numerose e preoccupate reazioni dei sindacati (dalle amministrazioni locali in quota Lega e dal Governo mai una riga di commento) a seguito delle incertezze sulla sorte della filiale Emea sulla quale la stessa Corporation aveva comunicato a fine aprile di aver avviato una revisione strategica. E anche a seguito di quanto era stato riportato su Firstonline a proposito di un marcato interesse da parte di tre multinazionali cinesi (Midea, Galanz e Hisense) e del gruppo turco Arçelik per l’acquisizione delle attività in Europa, Africa e Medio Oriente della multinazionale americana.
Whirlpool conti semestre, Emea: reshoring delle lavatrici in Italia dalla Russia
Che cosa è uscito dall’incontro con il Cae? Se i sindacati hanno nuovamente espresso la loro apprensione, il vertice ha innanzitutto confermato gli investimenti del piano triennale, peraltro comunicati mesi orsono, e cioè 85 milioni di euro in Italia, 80 in Polonia e 10 in Slovacchia e Regno Unito. E con un’altra buona notizia e cioè che, a seguito del recente accordo per la cessione alla turca Arçelik di tutte le attività di Whirlpool in Russia ed ex Repubbliche sovietiche, viene trasferita nella fabbrica ex Indesit di Comunanza (che era a rischio) parte della produzione di lavabiancheria slim, quelle larghe 45 cm anziché 60 o comunque di taglia ridotta, che venivano prodotte nella fabbrica russa. Quanto ai risultati di questi primi mesi dell’anno, Morel si sarebbe dichiarato “confident” secondo una definizione oggi in moda, e comunque non pessimista, confermando l’impegno per un raggiungere un miglioramento dei conti della filiale europea. I sindacati invece – come ha dichiarato a Firstonline Matteo Berardi (Fiom), rappresentante delle Rsu Whirlpool e Fiom di Varese, sono sempre più allarmati.
Whirlpool conti semestre, Emea: margini in discesa, costi in salita
“E a ragione lo siamo perché dal Governo – dichiara Berardi – non è sino ad ora arrivato nessun interessamento per la sorte degli oltre 5mila dipendenti italiani della Whirlpool. La situazione dell’industria italiana degli elettrodomestici è critica, ci rendiamo conto che i margini di guadagno del settore sono, in Europa, sempre più in calo, l’inflazione sta creando gravi problemi, i costi delle materie prime e quelli energetici sono triplicati oltre al fatto che c’è anche una crescente difficoltà di reperimento. La produzione dei forni a microonde, per esempio, ha subìto un forte rallentamento con la fermata di una linea, per la carenza di schede elettroniche. Così, anziché riuscire a tener dietro all’aumentata richiesta del mercato, l’azienda ha dovuto ridurre i volumi. Mentre la produzione di frigoriferi e di forni da incasso del sito di Cassinetta è stata tagliata per un calo della domanda”. E proprio l’incasso che ha sempre avuto margini migliori rispetto al comparto del free standing, ha cominciato ad accusare qualche rallentamento, compensando solo parzialmente i segni negativi del free standing.
In Italia iI mercato rallenta e penalizza gli elettrodomestici
E in effetti, secondo i consuntivi della prima parte dell’anno, comunicati di recente da GFK, le vendite in Italia di grandi e piccoli elettrodomestici, dopo due anni di crescita in particolare per il 2021, a due cifre, hanno registrato rispettivamente un -0,5 e 0,8 per cento a fronte invece di un aumento delle vendite dell’audio-video. Le conseguenze di queste prime frenate delle vendite – comuni peraltro ai tutti i produttori europei – alla Whirlpool di Cassinetta hanno portato un aumento della cassa integrazione: alle due attuali settimane se ne aggiungerà una terza con il rientro dalle ferie al 29 anziché al 22 agosto.
Margini molto bassi per gli elettrodomestici in Europa
Alle incertezze e al mancato mantenimento, a detta dei sindacati, di parte delle promesse (erano previsti investimenti nei sei siti italiani di 350 milioni di euro per il triennio 2019-21), si sono aggiunte anche condizioni particolarmente pesanti nelle fabbriche del gruppo a causa dell’ insopportabile estate rovente. I sindacati hanno infatti proclamato proteste e scioperi. Le tensioni in atto sui mercati Emea, aggravate dalla crescente inflazione, riguardano anche altre aziende del bianco poiché va sottolineato che da sempre il retail europeo – e ancora di più quello italiano – ha penalizzato tutte le gamme, con micidiali promozioni, distruggendo il valore dei prodotti. Questo pregresso continua a riflettersi sui margini; a prescindere dai volumi, sono sempre i margini che decidono tutto e il confronto per Whirlpool Emea è pesante. Nel primo trimestre il gruppo ha registrato in Nord America (il grande traino della crescita) un +16,3 per cento pur con volumi in calo, in America Latina un + 7,1 per cento, in Asia un + 4,8 per cento e in Europa – che rappresenta il secondo mercato dopo quello domestico per Benton Harbour – un -2,5 per cento, pur con volumi in crescita. Crescita della quale va dato atto al presidente Morel.
Whirlpool Emea, dimissioni a catena
A preoccupare i dipendenti si è aggiunta l’accelerazione di dimissioni di notevole caratura a partire da quella più rilevante, di Yannick Fierling (General Manager Fabric Care Whirlpool) diventato presidente di Haier Europe nel 2015. Da allora, tra le numerose uscite da segnalare quella di Pierre Ley (Corporate Communications and Media Relations Manager EMEA Whirlpool) noto per aver saputo gestire passaggi difficili nella riorganizzazione del gruppo e uno dei pochissimi esperti in Europa nella crisis communication management.
Quello che temono i sindacati è che di dimissioni di questo peso ne arrivino altre, pur mantenendo il Gruppo in Europa primati tecnologici e ambite condizioni di lavoro che per il quinto anno consecutivo le hanno fatto ottenere la certificazione di Top Employer Europe.