La chiusura dello stabilimento Whirlpool di Napoli è confermata, ma slitta dal 31 marzo al 31 ottobre. La notizia è arrivata ai 450 operai della fabbrica mercoledì, mentre era in corso il tavolo tra Governo e azienda al ministero dello Sviluppo economico, presieduto dal ministro Stefano Patuanelli.
Il colosso americano delle lavatrici fa notare che lo stabilimento di Napoli perde 20 milioni di euro l’anno: “I dati di mercato sono emblematici”, sottolinea l’amministratore delegato di Whirlpool Italia, Luigi La Morgia, durante l’incontro al Mise, spiegando che a Napoli “non c’è più sostenibilità economica della produzione di lavatrici“, ma che l’Italia resta strategica per il gruppo, con 5 mila dipendenti in tutto il Paese. I 17 milioni di euro previsti per il sito Whirlpool Napoli saranno redistribuiti sugli altri stabilimenti, annuncia La Morgia.
Alla luce di questi ultimi sviluppi, Invitalia si è messa già alla ricerca per conto del governo di un nuovo soggetto che subentri alla multinazionale americana. L’obiettivo è arrivare alla selezione finale di un possibile investitore per luglio 2020.
“Da questo momento si rompono le relazioni sindacali con l’azienda. Se il Governo non prende una posizione forte, la vicenda Whirlpool diventa una questione di ordine pubblico”, dichiara il segretario generale Fiom-Cgil Napoli, Rosario Rappa.
“A febbraio ripartirà il confronto sul sito di Napoli e un incontro su tutto il gruppo e tutti i siti – commenta il segretario della Fim-Cisl, Marco Bentivogli – Per noi l’azienda ha sbagliato strategia industriale, prodotti e investimenti. Poi ha confermato che questi errori porteranno ingiustamente al ridimensionamento del gruppo. Entro metà febbraio bisogna riaprire il confronto ma su basi nuove e utili ad assicurare un ripensamento di Whirlpool sugli errori che sta facendo nel nostro paese. Servono garanzie per Napoli e per tutto il gruppo”. Bentivogli annuncia anche assemblee e scioperi in tutti gli stabilimenti Whirlpool.