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Welfare for People: il primo rapporto UBI Banca e Adapt sul welfare aziendale

Ansa / Matteo Bazzi

UBI Banca e ADAPT hanno presentato oggi “Welfare for people, il primo rapporto sul welfare occupazionale e aziendale in Italia promosso dalla Scuola di alta formazione in Relazioni industriali e di lavoro di ADAPT, fondata da Marco Biagi e dall’Osservatorio UBI Welfare di UBI Banca. I risultati della ricerca sono stati illustrati dal Presidente del Consiglio di Gestione di UBI Banca, Letizia Moratti e dal Coordinatore Scientifico della Scuola di alta formazione in relazioni industriali e di lavoro di ADAPT, prof. Michele Tiraboschi. 

L’approfondita analisi compiuta negli scorsi dodici mesi, si è concentrata sullo studio dei fenomeni che possono contribuire a migliorare il benessere individuale e collettivo attraverso una fotografia dell’evoluzione del welfare occupazionale e aziendale in Italia.  

L’obiettivo di “Welfare for People” è di studiare i nuovi modelli di welfare alla luce della trasformazione economica, tecnologica e demografica, nell’ottica delle possibilità offerte dai cambiamenti del sistema di relazioni industriali. Lo studio è basato sull’analisi dei principali contratti collettivi nazionali di lavoro che contemplano il tema e sulla lettura di una banca dati contenente oltre 2.000 contratti collettivi di secondo livello, prevalentemente integrativi aziendali, a cui si aggiungono i più significativi accordi territoriali ordinati per settore merceologico.  

La principale evidenza di questo primo anno di analisi è che il welfare aziendale si sta sviluppando non tanto come una soluzione all’arretramento del welfare pubblico, quanto piuttosto come un processo spontaneo di risposta degli attori del sistema di relazioni industriali alle profonde trasformazioni del mondo del lavoro, causa e non conseguenza della crisi del nostro modello sociale. Un risultato accompagnato dalla constatazione che la fortissima diffusione che lo strumento sta conoscendo è anche la conseguenza pratica delle modifiche normative introdotte negli ultimi anni. Innovazioni che, come emerge dalla ricerca, hanno avuto il merito di incoraggiare uno dei fenomeni maggiormente sintomatici nel cambiamento della natura del rapporto di lavoro in atto nella Quarta Rivoluzione industriale, ossia l’inserimento degli strumenti di welfare nello scambio contrattuale tra lavoro e retribuzione.  

Il rapporto è stato presentato a un anno dall’avvio di UBI Welfare, la Divisione specializzata di UBI Banca che offre un servizio di consulenza evoluta e completa e soluzioni integrate e personalizzate per imprese di grandi, medie e piccole dimensioni. UBI Banca è stata il primo istituto di credito, in Italia, a proporre sul mercato un servizio basato su un ecosistema territoriale che coinvolge, favorendone lo sviluppo, clienti e fornitori dei servizi, con l’obiettivo realizzare piani di welfare fortemente personalizzabili.  

Nel corso del primo anno di lancio di UBI Welfare, sono stati siglati accordi con numerose e significative associazioni datoriali e territoriali in molteplici settori e aree del Paese, che consentono di raggiungere un bacino complessivo di circa 17mila imprese, fra grandi, medie e piccole: il welfare aziendale, infatti, come emerge anche dallo studio di ADAPT, oggi è un’opportunità importante per ogni impresa, a prescindere dalla classe dimensionale. 

“Siamo convinti che sia in atto un cambiamento di paradigma economico e sociale che trova nel nuovo welfare una pietra angolare”, afferma Letizia Moratti, Presidente del Consiglio di Gestione di UBI Banca. “E’ ormai condivisa l’idea, che per il sistema economico costruito nel secondo dopoguerra, sia arrivato con urgenza il tempo della verifica di sostenibilità. Con questo progetto UBI Banca contribuisce alla lettura di un fenomeno, il welfare aziendale, che i principali indicatori vedono in netta crescita nel Paese, ma offre anche a un’ampia quota del sistema produttivo uno strumento efficiente ed immediatamente attivabile”.  

“Il Rapporto che presentiamo – spiega Michele Tiraboschi, coordinatore scientifico di ADAPT –  oggi vuol essere uno strumento vivo, utile non solo per analizzare la diffusione e lo stato di salute del welfare aziendale, ma per mostrare le modalità concrete con il quale esso si è realizzato. Questo per raccontare un welfare che non sia tanto e solo strumento di riduzione dei costi ma una risposta concreta alla nuova grande trasformazione del lavoro che stiamo vivendo”.

L’intervista di FIRSTonline a Rossella Leidi, vicedirettore generale e Chief Wealth and Welfare Officer di UBI Banca.

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