Non solo cuneo fiscale, pensioni e sconti su bollette e benzina: il decreto Aiuti bis approvato a inizio agosto dal Consiglio dei ministri contiene anche alcune misure importanti in tema di welfare aziendale. Interventi che rispondono comunque alla logica complessiva del provvedimento, il cui obiettivo è difendere dall’inflazione i redditi dei lavoratori, delle famiglie e delle imprese.
Fringe benefit: l’esenzione raddoppia
La novità principale riguarda i cosiddetti fringe benefit, vale a dire i benefici accessori che alcune aziende concedono ai propri dipendenti per integrare la retribuzione non con aumenti in denaro, ma con beni o servizi (dall’auto aziendale all’assicurazione sanitaria, passando per l’abbonamento in palestra). Su questi “compensi in natura” il governo ha deciso di raddoppiare (da 258 a 516 euro) il valore massimo su cui è possibile godere della completa esenzione fiscale.
Nei fringe benefit anche gli aiuti sulle bollette
Non solo: nel perimetro dei fringe benefit vengono inserite per la prima volta anche le somme attribuite ai lavoratori per il pagamento delle utenze domestiche (acqua, bollette della luce e del gas). Il decreto precisa che non concorreranno a formare il reddito imponibile il valore dei beni ceduti e dei servizi prestati ai lavoratori dipendenti “nonché le somme erogate o rimborsate ai medesimi dai datori di lavoro per il pagamento delle utenze domestiche del servizio idrico integrato, dell’energia elettrica e del gas naturale”.
Periodo di validità e costo delle misure
Queste misure – chieste dal presidente della commissione Finanze della Camera, Luigi Marattin (Italia viva) – hanno effetto retroattivo ma sono temporanee: valgono solo per il periodo d’imposta 2022. Si tratta infatti di interventi emergenziali, ma questa volta l’obiettivo non è far fronte alla pandemia da Covid, ma arginare l’impatto dell’inflazione sulle bollette e quindi sui bilanci familiari. Il costo previsto per lo Stato è di 81,9 milioni di euro.