A partire dal V millennio AC l’oro adornò i primi tessuti lusso dedicato agli uomini di potere. Nei secoli successivi, i tessitori ed esperti artigiani – romani, bizantini, cinesi, persiani e poi musulmani –
impiegare le tecniche più ingegnose per creare veri e propri tessuti d’arte dove fibre di seta o di lino si intrecciano con lame e fili d’oro. Dai primi ornamenti cuciti sugli abiti dei defunti agli abiti
disegni sgargianti dello stilista cinese Guo Pei, caftani ricamati in oro dal Maghreb e dall’Oriente e sete dal mondo indiano e indonesiano fino agli scintillanti kimono dell’era Edo, la mostra propone un viaggio lungo il oro in due sezioni storico-tecniche e cinque sezioni corrispondenti in cinque grandi aree geografiche e culturali.
Costumi di luce dalle terre del sole al tramonto, tra oro e seta
I costumi presentati in questa prima sezione geografica – cappotto (caftano), tunica, pantaloni, gilet – testimoniano il mix culturale che segna i paesi del Maghreb (Marocco, Algeria, Tunisia). Il gusto per lo splendore caratterizza molto presto in questa regione. Nel X secolo la città di Mahdia, in Tunisia, era famosa per i suoi tessuti intessuti d’oro e di seta. Due secoli dopo, sotto la dinastia degli Almohadi, nei laboratori si realizzano sete broccate d’oro da Marrakech, in Marocco ma anche a Malaga e Almeria in Andalusia. Dopo la caduta di Granada nel 1492, i paesi del Nord Africa accolsero favorevolmente numerosi gli esuli andalusi, ebrei e musulmani che portano mode di abbigliamento ma anche nuove tecniche di tessitura e di ricamo in foglia d’oro. A partire dal XVI secolo, l’espansione dell’Impero Ottomano segnò i costumi cittadini di questa regione che si ispirano ai modelli della Turchia.
Costumi cerimoniali nei paesi orientali
La seconda sezione è dedicata ad una vasta regione levantina comprendente Egitto, Libano, Turchia, Iraq, Yemen e Iran. Dall’espansione musulmana nel VII secolo in Asia e in Africa si diffuse il gusto per il lusso e gli abiti ricchi nel nuovo impero. Sotto la dinastia Abbaside di Baghdad (750-1258) come quelli dei Fatimidi (969 e 1171) e dei Mamelucchi d’Egitto (1250-1517), i laboratori di tessitura producono tessuti pregiati decorati con oro, alcuni dei quali erano destinati alla realizzazione di abiti per donne di classe superiore. Questi tessuti di lusso occupano un posto di rilievo nella Turchia ottomana
ma anche nell’Iran safavide (1501-1736) e Qajar (1786-1925) come attestato da molti viaggiatori occidentali come Jean Thévenot o Jean Chardin.
Abiti colorati dalla penisola araba
Questa terza sezione è dedicata ad una regione che si estende dal cuore dell‘Arabia agli Emirati della costa orientale della penisola arabica (Bahrein, Kuwait, Qatar). Presenta una ricca selezione di abiti da festa e da sposa che tradiscono l’influenza indiana. Tagliato da tulle, damasco o chiffon di seta con superbi ricami dorati, questi abiti condividono lo stesso caratteristiche: taglio ampio e quasi quadrato, pannelli laterali apribili formano ampie maniche che ricoprono il capo in un doppio drappo. Questi abiti luminosi costituiscono oggi l’outfit femminile da cerimonia eccellenza delle donne di questa vasta area. Si trovano sotto nomi diversi a seconda del paese: thob al-hashimi, thob al-nashal, thob al-mufarakh o anche thob al-mukhattam.
Drappeggiato in oro nei mondi indiano e sudorientale asiatico
Questa sezione si concentra sull’arte del drappeggio caratteristica delle società dell’Asia meridionale.
sud e sud-est. Nei matrimoni sontuosi, le donne indiane scelgono l’oro e si adornano con i sari più sontuosi ricamati con fili metallici dorati. In Malesia e a Sumatra in Indonesia, songket, lunghi rettangoli di seta intrecciata dorati, sono l’abito d’elezione per le cerimonie tradizionali. Sono indossati in un pareo intorno alla vita, in una stola asimmetrica o in un copricapo sapientemente annodato sulla testa.
Infine in Cambogia e Laos l’oro adorna soprattutto i membri della corte artisti di danza e teatro reali e di corte i cui costumi scintillanti ricami e tessuti con fili d’oro evocano le divinità del pantheon
Buddista e indù.
Costumi d’oro e di seta nell’Asia orientale
La sezione finale si reca in Cina e Giappone per esplorare la storia secolare di quei paesi di questa eccezionale lega tra oro e tessuto. In Cina, le primissime sete impreziositi da datari in oro delle dinastie Han e Jin (tra il 206 a.C. e il 420 d.C.). Frammenti decorati con foglia d’oro di questo periodo si trovano nel Xinjiang. Fu sotto i Tang (618-907) e soprattutto sotto le dinastie Liao (907-1125) e Jin (1151-1234) che diffusero complesse sete tessute con oro (zhijinjin). Ricami con fili d’oro sviluppati nei laboratori imperiali della dinastia Tan che prosperò fino al XIX secolo. Uno spettacolare set di kimono e cinture obi completa l’esposizione. Originariamente un semplice indumento quotidiano, il kimono divenne un indumento cerimoniale di estrema raffinatezza dell’epoca Muromachi (1336 – 1573). Dalla prima
metà dell’era Edo (1603-1867), i kimono sono ricoperti di ricchi ricami dorata e con decori realizzati in foglia oro. Questo capitolo offre anche l’opportunità per evocare la storia di Nishijin, quartiere tessile di Kyoto rinomato per i suoi tessuti impreziositi da fili metallici oro e argento.
Tra arte e moda le creazioni di Guo Pei
Guo Pei, creatrice della moda cinese espone 5 pezzi inediti e 9 costumi esistenti che compongono l’esposizione in tutto il dialogo con le opere tessili presentate e nel sublimante.
La mostra si conclude con un focus sull’oro nel ricamo francese e più in particolare sulla Maison
Lesage, che da 100 anni realizza le più belle creazioni dell’alta moda.