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Webuild: contratto da 420 milioni in Australia nel settore marittimo

Screenshot sito Webuild


La campagna in Australia di Webuild, che lo scorso anno ha rischiato di saltare, ora a pieno regime continua a dare buoni frutti indicando che la strada immaginata dall’ex Salini Impregilo era quella giusta. Tanto che anche l’agenzia di rating S&P’s in questi giorni ha alzato il rating della società milanese. Attraverso la controllata australiana Cought, Webuild mette a segno un nuovo contratto, questa volta nell’ambito del porto di Darwin sulla costa settentrionale dell’Australia del valore di 420 milioni di euro (pari ai dollari australiani).

Attraverso questa operazione, la più grande mai realizzata in Australia, verrà costruito uno Shiplift, un moderno sistema per il sollevamento, con movimentazione a terra e il varo di imbarcazioni di piccole e grandi dimensioni. Commissionato dal governo del Northern Territory, lo Shiplift di Darwin ha 26 metri di larghezza e 103 di lunghezza e la piattaforma potrà sollevare imbarcazioni fino a 5.500 tonnellate, inclusi i nuovi pattugliatori d’altura dell’Australian Defence Force.

Il titolo a Piazza Affari quota stamane 1,78 euro, in calo dello 0,45%, in un mercato che perde lo 0,90%. Nell’ultimo mese Webuild ha guadagnato il 3,72%.

La nuova struttura, i cui lavori terminranno nel 2025, consentirà alla città costiera di consolidatre il suo ruolo di hub di riferimento per la manutenzione e i servizi di assistenza per il settore navale nella regione. Lo Shiplift servirà sia al Dipartimento della Difesa, sia per per il traffico di imbarcazioni commerciali e private nei settori della pesca, dell’oil&gas e dell’industria marittima. Clough partecipa al progetto con una quota del 50%, in joint venture con l’australiana BMD, che detiene il restante 50%.

Il contesto australiano: il porto di Darwin, porta verso l’Asia, migliorerà l’economia della zona

Posizionato nel sobborgo di East Arm, tra la Marine Supply Base del porto di Darwin e il Marine Industry Park, lo Shiplift rafforzerà la capacità della città di Darwin di fornire assistenza e servizi navali, con benefici anche per l’economia locale. Il porto di Darwin, che per la sua posizione geografica rappresenta la porta commerciale per l’Australia per connettersi al mondo asiatico, è oggi l’unico porto in acque profonde dell’Australia settentrionale. Senza lo Shiplift, le imbarcazioni di grandi dimensioni sarebbero costrette a viaggiare circa dieci giorni o più per essere servite altrove.

Webuild differenzia il business in terra australiana

Non più solo impresa di grandi opere. In Australia Webuild si sta progressivamente espandendo anche in nuovi settori attraverso la controllata Clough. I progetti in corso includono la realizzazione dell’impianto di urea per la produzione di fertilizzanti più grande in Australia, il potenziamento del più grande impianto di trattamento delle acque reflue del Western Australia, lo sviluppo di parte della Sydney Metro-Western Sydney Airport Metro Line, la linea metropolitana che collegherà il nuovo Western Sydney International Airport con la città di Sydney, e i lavori di scavo del North East Link, che andrà a completare la rete autostradale di Melbourne.

S&P’s premia Webuild con un upgrade del rating

La strategia di crescita e di derisking attuata da Webuild ha convinto S&P Global ad alzare questa settimana il rating di Webuild da BB- a BB, mantenendo l’outlook stabile. Al gruppo l’agenzia ha riconosciuto di aver aumentato e concentrato la propria presenza nei Paesi a basso rischio, col miglioramento della redditività e della gestione del capitale circolante e una più efficiente gestione dei contratti.
Scelte che, secondo S&P Global, rendono sostenibile il miglioramento del profilo di rischio finanziario. Nei giorni scorsi Webuild ha anche firmato una revisione contrattuale con Snowy Hydr 2.0, un’imponente rete di impianti idroelettrici sotterranei raddoppiandone il valore a 7,1 mld.

Ferrari: in vista un nuovo bond

“Per Webuild questo upgrading significa un risparmio di 50 punti base in un sol colpo, con un effetto importante sulle revolving credit facility con le banche, che proprio ora stiamo rinnovando per circa 900 milioni” ha detto Massimo Ferrari, general manager e cfo del gruppo. “Il miglioramento del rating favorirà Webuild anche nel rifinanziamento di una parte dei bond che abbiamo in circolazione. Utilizzeremo la prima finestra di mercato utile per una nuova emissione, quasi sicuramente a scadenza quinquennale. Sull’importo vedremo, ma dovrebbe essere superiore ai 350 milioni di euro. Decideremo in base alla domanda”.
Sulla decisione di S&P Global, secondo Ferrari, ha influito anche la dimensione raggiunta da Webuild. “Per costruire grandi opere, come ponti, dighe, alta velocità, ci vuole un grande gruppo, e questa taglia comincia a produrre effetti anche sul profilo finanziario, come dimostra l’upgrading”.

S&P stima ulteriori upgrade entro il 2024

La strategia del gruppo potrebbe portare a ulteriori promozioni. Secondo S&P Global, infatti, “i parametri di credito di Webuild miglioreranno significativamente nel 2023-2024, riflettendo l’aumento dei ricavi e della redditività e una migliore gestione del flusso di cassa”. L’analisi dell’agenzia di rating prosegue ricordando il forte aumento dei ricavi (+ 26%) nel 2022 e prevedendo un ulteriore aumento del 13% nel 2023 e dell’8% nel 2024. “Il solido portafoglio ordini di Webuild”, si legge, “copre la maggior parte delle entrate previste nel periodo 2023-2025».

Al 30 giugno scorso, il backlog ammontava a 60,7 miliardi di euro, il 14% in più rispetto a fine 2022. Sotto il profilo del derisking e del merito creditizio, per S&P Global è stata determinante anche la distribuzione geografica degli ordini: nella prima metà del 2023, circa il 75% del portafoglio ordini e l’80% dei ricavi provengono da Paesi a basso rischio, rispetto al 53% del 2018.
“In pochi anni abbiamo completamente modificato la struttura del portafoglio ordini e dei ricavi” ha detto ancora Ferrari, “L’80% delle commesse riguarda Australia, Stati Uniti, Europa, con una quota di ben il 30% in Italia, dove il Pnrr ha fatto ripartire con forza i cantieri. Il restante 20% del backlog è diviso tra Medio Oriente, che possiamo ugualmente considerare un mercato sviluppato, e quel che rimane delle attività in Etiopia e Tagikistan».
Intanto, Webuild va avanti nell’iter per la realizzazione del Ponte sullo Stretto di Messina, fortemente voluto dal governo. “Stiamo lavorando all’aggiornamento del progetto, l’obiettivo è partire nel 2024”, ha detto Ferrari.

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