Il rally delle banche argina le vendite in Piazza Affari, che chiude in lieve calo, -0,09%, portandosi a 20.581 punti e risulta la piazza migliore in Europa. Il settore del credito resta favorito dalla ripresa degli acquisti sui titoli di Stato, con il premier Giuseppe Conte che parla di una manovra “nel segno della crescita nella stabilità”. Il rendimento del decennale scende sotto il 3%, al 2,96%, mentre lo spread con il Bund si porta a 257.40 punti base, -5,26%. Gli acquisti sui bancari compensano le vendite pesanti su Stm, -4,63%, auto, petroliferi, moda.
In Europa d’altra parte la seduta risulta molto più negativa e il bilancio si appesantisce per tutti nel pomeriggio con l’apertura in rosso di Wall Street. Francoforte perde l‘1,39%; Parigi -1,54%; Madrid -0,8%. Fuori dalla zona euro Londra segna -0,95%, penalizzata dal rialzo della sterlina a seguito di indiscrezioni su possibili accordi fra Germania e Regno Unito per favorire una più rapida intesa sulla Brexit, anche prima di aver definito tutti gli aspetti della complessa questione.
A New York i listini accelerano al ribasso, con il Nasdaq sotto la soglia degli 8.000 punti raggiunta la settimana scorsa. Sono in calo i tecnologici, nel giorno delle testimonianze alla commissione Intelligence del Senato americano del Ceo di Twitter e del direttore operativo di Facebook, mentre per Google la sedia è rimasta vuota, poiché non è stato accettato come rappresentante il legale dell’azienda. Si sgonfia Amazon, che nella seduta di ieri ha toccato i mille miliardi di capitalizzazione.
Sui mercati continua a pesare lo spettro dei dazi, anche alla luce del dato sul deficit commerciale negli Stati Uniti che, a luglio, ha segnato il balzo maggiore dal 2015: +9,5%, a 50,08 miliardi di dollari. Le aspettative erano peggiori (50,3 miliardi), ma certo Donald Trump non sarà contento di sapere che il disavanzo con la Cina, sempre nel mese di luglio, ha raggiunto un record di quasi 37 miliardi di dollari. Sempre sul fronte commerciale sono ripresi i colloqui con il Canada per il nuovo Nafta, mentre la banca centrale canadese, che ha lasciato i tassi fermi all’1,5%, sottolinea che le elevate tensioni commerciali sono un “rischio chiave” per l’outlook globale. Dalla banca centrale americana si registra invece la dichiarazione di James Bullard, governatore della Federal Reserve di St. Louis che sostiene ci sia un “rischio elevato” che la politica monetaria americana possa provocare una nuova recessione. Secondo Bullard, a quasi 10 anni dal fallimento di Lehman Brothers, ci sarebbe già stata una sufficiente normalizzazione della politica della banca centrale Usa.
Sul fronte valutario il dollaro perde quota nei confronti dell’euro e il cambio si riporta in area 1,162. Nelle materie prime il petrolio, Brent, scivola dell‘1,18%, a 77,25 dollari al barile, anche per l’attenuarsi dell’attesa tempesta tropicale nel Golfo del Messico. Oro sempre sotto i 1200 dollari l’oncia, ma in ripresa a 1196,69 (+0,45%).
Tornando in Piazza Affari, una pioggia di acquisti irrora Banco Bpm +7,17%; Ubi +6,31%; Bper +4,27%; Mediobanca 3,25%; Banca Mediolanum +2,68%%.
Le vendite zavorrano soprattutto Stm; Moncler -3,95%; Tenaris -2,97%; Ferrari -2,86%; Fca -2,25%.