Il “tapering” mette le ali a Wall Street. Gli indici Usa hanno aperto in netto rialzo, verso nuovi massimi storici. L’S&P sale dell’1,06%, a 1.670 punti, superando così la chiusura record del 21 maggio (a 1.669,16 punti), mentre il Dow Jones viaggia a 15.433 punti, + 0,92% (gli ultimi massimi erano a quota 15.409,39 lo scorso 28 maggio). Il Nasdaq sale dell’1,10%.
Anche l’Europa viaggia positiva, anche se Milano ha ridotto i guadagni e sale di un magro 0,16%, appesantita dalle vicende politiche e dal taglio del rating di S&P (che però questa volta non ha travolto i mercati, ma ha fatto danni limitati). Londra sale dello 0,59%, Francoforte +1,02%, Parigi +0,73%.
Già, perché “tapering” non è “tightening”. E questa volta Bernanke lo ha chiarito così bene da non lasciare spazio a dubbi o a interpretazioni diverse dei mercati: un’eventuale riduzione dell’acquisto mensile di obbligazioni non equivale a un rialzo dei tassi di interesse, che, ha detto Bernanke, resteranno bassi almeno fino al 2015. Anche perché, come ha rilevato Bernanke, l’economia ha ancora bisogno di aiuti dalla Fed. A rassicurare i mercati sono arrivati anche i dati sul costo del lavoro americano a cui ormai, paradossalmente, i mercati interpretano positivamente solo quando sono fiacchi e non troppo positivi, proprio nell’ottica di monitorare un futuro disimpegno della Fed dalla politica di stimolo all’economia.
Se la disoccupazione scendesse con vigore, infatti, si avvicinerebbe il momento dell’exit strategy. Che significa meno liquidità sui mercati. Ecco perché i listini americani non si sono fatti intimorire dalle richieste sui sussidi di disoccupazione in salita a sorpresa di 16.000 unità a quota 360.000, il livello più alto da maggio. Allo stesso tempo i dati diffusi oggi mostrano che l’indice dei prezzi all’import è sceso dello 0,2% dopo il -0,7% di maggio. Gli analisti scommettevano su nessuna variazione. Su base annua si è registrato un aumento dello 0,2%.
Il petrolio cede l’1,15%%, a 105,29 dollari al barile, l’oro corre del 2,84%%, a 1.282 dollari l’oncia, il cambio euro-dollaro sale a 1,3020 (+0,32%). A Piazza Affari è in luce Mediaset (+2,53%). Continua per il momento l’appeal di Bpm (+2,13%), dopo l’esortazione di Visco alle grandi popolari a favore della trasformazione in Spa. Eni +1,52%, Mediobanca +1,21%, Saipem +0,69%. In fondo al listino A2A (-2%), Enel Green Power (-1,8%), Pirelli (-1,34%), Ansaldo Sts (-1,34%) e Autogrill (-1%). Rcs sale dello 0,23%.