La notizia che a fine mese il viceministro del commercio di Pechino, Wang Shouwen, arriverà a Washington per riannodare il dialogo sui commerci con il collega Usa Davis Malpass ha riportato il buonumore nelle Borse. Certo, il negoziato riparte dalle seconde linee senza coinvolgere i grossi calibri delle due superpotenze. Ma la cosa non dispiace agli operatori: una trattativa low profile può essere la più efficace dopo le recenti tensioni.
Con l’eccezione dell’Italia, alle prese con la tragedia del Ponte di Genova (che sta degenerando in una nuova farsa governativa), la situazione geopolitica sembra allontanarsi dal punto critico.
Scende la tensione sulla lira, invariata stamattina su dollaro a 5,83. Tiene la diga dello yuan, trattato a 6,88 su dollaro, da 6,93 di ieri, ma in recupero dopo che la filiale di Shanghai della Banca centrale ha reso più costoso puntare sulla svalutazione dello yuan.
WAL-MART SALE A DOPPIA CIFRA DOPO I CONTI
Festeggia Wall Street. Il Dow Jones (+1,58%) ha messo a segno la miglior seduta degli ultimi quattro mesi. Positivi anche S&P 500 (+0,80%) e Nasdaq (+0,42%).
Avanzano Boeing (+4,3%) e Caterpillar (+3,2%), ma la regina del mercato è stata Wal-Mart (+9,3%), che nel trimestre ha realizzato la miglior performance di vendite degli ultimi dieci anni, sia nei negozi che online.
Positivi stamane i listini asiatici: Nikkei di Tokyo +0,6%, Hang Seng di Hong kong +0,5%, BSE di Mumbai +0,5%, Kospi di Seoul +0,5%. Solo l’indice CSI 300 dei listini di Shanghai e Shenzhen perde lo 0,5%.
L’euro è scambiato stamattina a 1,138 su dollaro: ieri ha guadagnato lo 0,3%. Petrolio Brent a 71,4 dollari il barile, poco mosso, dal +1% di ieri.
BENE L’EUROPA, MA L’ITALIA FA ECCEZIONE
Le Borse europee hanno approfittato della riapertura dei colloqui tra Usa e Cina per mettersi alle spalle i problemi sollevati dalla crisi della Turchia. La ripresa ha preso slancio dopo l’avvio in forte rialzo di Wall Street. Ma l’ottimismo non ha contagiato Piazza Affari, alle prese con la minaccia della revoca della concessione di Autostrade per l’Italia dopo il crollo del ponte Morandi. Non meno preoccupante l’aumento dello spread.
Piazza Affari, unico listino europeo in rosso, ha accusato una perdita dell’1,83%, a 20.524 punti. Elevato il controvalore degli scambi: 2,6 miliardi.
Positivi gli altri mercati: Francoforte +0,61%, Parigi +0,83%, Londra +0,78%. A Madrid soffre solo Acs, partner di Atlantia nell’operazione Abertis. L’indice Eurofirst chiude con un rialzo dello 0,52%
SPREAD AI MASSIMI ANCHE CON LA SPAGNA
Resta oltre il livello di guardia la tensione sul fronte dei titoli del debito, nonostante un clima generale più sereno, grazie al miglioramento della Turchia.
Lo spread Italia/Germania ha ritoccato i massimi da fine maggio, apice della crisi politica italiana. A fine seduta la forbice si è assestata a 280 punti, da un massimo di 290 (livello più alto da fine maggio) ma lontano dai 272 della chiusura di martedì.
Il tasso del decennale è stato scambiato a 3,11%, anche in questo caso ben sopra la chiusura di martedì a 3,05% ma sotto 3,18%, la punta toccata negli scambi di Ferragosto.
Lo spread Italia-Spagna sul tratto decennale ha toccato 175 punti base: a metà maggio, prima dello scoppio della crisi politica italiana, era a 60 punti.
Pesano sull’Italia i prossimi appuntamenti: si parte con le aste a medio lungo in programma il 30 agosto e si prosegue con i verdetti di Fitch (31 agosto) e Moody’s che ha un ‘rating watch’ negativo sul Paese (7settembre) e con le manovre di avvicinamento alla legge di Bilancio a cui gli investitori guardano con crescente sfiducia.
ATLANTIA (-22%) BRUCIA IN UNA GIORNATA 5,4 MILIARDI
Si inserisce in questa cornice la caduta di Atlantia (-22,26%). Il titolo, che pesa il 3,8% dell’indice Ftse Mib, ha bruciato 5,4 miliardi sull’onda di scambi per 33 milioni di pezzi, pari al 4% del capitale. Il titolo è sceso per la prima volta dal 2014 sotto la soglia dei 18 euro dai 20,5 euro di lunedì. Male anche gli altri titoli del settore, che fanno capo al gruppo Gavio: -7,3% Sias, -6,6% Astm nonché gli altri titoli di casa Benetton. Autostrade Meridionali ha perso il 2,96%. Autogrill -2,16%. Equita Sim, analizzando le conseguenza del crollo del ponte sulla A10, stima un impatto quantitativo limitato sul fatturato della società generato sulle autostrade italiane, che pesano per circa il 15% del fatturato di gruppo e molto meno in termini di ebitda.
TRA I SOCI DI AUTOSTRADE ANCGE ALLIANZ E SILK ROAD
Martedì si riunirà il consiglio di Atlantia per valutare la situazione in piena evoluzione dopo l’affondo del governo sulla concessione: nel capitale di Atlantia, oltre ai Benetton (30,25%) figurano il fondo sovrano di Singapore Gic (8,14%), la Fondazione Crt (5,06%) e Hsbc (5%). Ma in Autostrade per l’Italia, oltre alla capogruppo italiana figurano due soci internazionali: il cinese Silk Road Fund (5%), azionista anche di Pirelli, e Allianz, azionista attraverso il veicolo Appia Investments (6,94%).
SOTTO TIRO LE BANCHE, MA VOLA MPS
Al di là di Atlantia, male ieri le banche sotto la pressione dello spread. L’indice di settore è arretrato dell’1,19%. Sotto tiro in particolare Banco Bpm (-3,96%) e Ubi Banca (-2,34%). Segno meno anche per i Big: Unicredit -1,1% e Intesa -1,8%.
In controtendenza Mediobanca (+2,12%) e Monte Paschi, protagonista di un balzo del 4,95%. Prosegue la marcia di Unipol (+3,6%) e UnipolSai (+1,28%).
SOFFRE STM, BENE BUZZI E CAMPARI
Sotto pressione gli industriali. Fiat Chrysler arretra del 2,29%, fanno peggio Prysmian (-2,74%) e Stm (-3,18%).
Tra le note positive Buzzi (+3,03%), che ha beneficiato della ripresa del dialogo sui dazi tra Pechino e Washington.
In salita anche Campari (+1,5%): Berenberg ha confermato la raccomandazione positiva buy sottolineando le prospettive di crescita dell’Aperol Spritz sul mercato Usa.
Da rilevare il tonfo del titolo Lazio (-5,42%), alla vigilia della chiusura del calciomercato.