L’adunata dei potenti della terra è fissata per le 13, ora italiana, quando si terrà una conference call tra i ministri finanziari del G7 più i banchieri centrali più importanti, Fed e Bce in testa. Allora il mondo saprà quali saranno le misure finanziarie (taglio dei tassi e non solo, probabilmente) prese per affrontare le conseguenze del coronavirus. Nell’attesa, i mercati si sono già mobilitati.
Ieri sera Wall Street ha messo a segno il rialzo più robusto degli ultimi anni: Dow Jones +5,09%, S&P 500 +4,65, Nasdaq +4,6% sotto la spinta di Apple (+9,3%), che ha recuperato metà delle perdite della scorsa settimana.
Il rally è proseguito stamane, seppur in forma più moderata, sui listini asiatici. Shanghai (+1,3%) consolida i guadagni di lunedì (+3,3%). Hong Kong +0,8%, il Kospi di Seul +1,4%. Avanza anche S&P Sidney (+0,8%): la Banca centrale australiana ha tagliato il costo del denaro di un quarto di punto.
Al coro non partecipa la Borsa di Tokyo (-0,7%), frenata dal rialzo dello yen sul dollaro (107,99). Il governatore della BoJ ha detto che, se necessario, la Banca comprerà titoli in Borsa. Il cross dollaro-yuan è in lieve recupero, a 6,97, dopo tre giorni consecutivi di ribasso.
Il dollaro si indebolisce nei confronti di quasi tutte le valute del pianeta in vista delle prossime mosse della Federal Reserve. Gli operatori danno per certo un taglio di mezzo punto percentuale nella prossima riunione della Fed.
Rallenta la crescita dell’euro sulla valuta Usa, stamane a 1,115 contro il massimo di 1,118 di ieri. Anche la Bce si è detta pronta ad agire. Tra gli interventi possibili c’è un nuovo taglio del tasso di deposito, da portare a -0,6% dall’attuale -0,5%, in occasione della riunione del comitato esecutivo del 12 marzo. Ma i margini di manovra per Francoforte sono limitati.
Fino a che punto, si domandano gli analisti, un taglio dei tassi può essere efficace di fronte a un’epidemia? “La Fed può tagliare quanto vuole – fa notare un report di Charles Schwab – ma non può rimettere in funzione una linea di montaggio se i lavoratori sono in quarantena”. I danni inflitti alla globalizzazione dal virus (basti dire che c’è carenza di antibiotici perché buona parte della produzione mondiale è localizzata in un’area della Cina bloccata dalla quarantena) sono tanti e difficili da sanare. Ma l’iniezione di liquidità, seppur non sufficiente, è senz’altro necessaria per evitare una catena di default molto pericolosa. Senza interventi d’emergenza, la via del declino è segnata: stanotte Goldman Sachs ha tagliato le stime sul Pil Usa del primo trimestre 2019 a +0,9%, nel secondo la crescita sarà zero. Altri calcolano che la crescita mondiale rischia di dimezzarsi dal 3 all’1,5%. In questa cornice la battaglia contro l’epidemia si combatte anche su altri fronti finanziari.
Scendono ancora i rendimenti dei Treasury Note a dieci anni (1,12%, -3 punti base, ai minimi della storia), ma ci sono segnali di stabilizzazione dei movimenti della curva. Lo spread tra il due anni ed il dieci anni, salito a 34 punti base, sta provando ad attestarsi 10 punti base più giù.
Recupera l’oro, travolto venerdì da vendite partite proprio dalle banche centrali, decise a procurarsi munizioni in vista dell’offensiva che sta per partire.
Non meno importante il fronte del petrolio. Giovedì si terrà a Vienna il vertice dell’Opec +. La Russia sembra pronta ad accettare le richieste di un drastico taglio alla produzione.
Forti ribassi ieri per i titoli petroliferi a Milano: Saipem -3,3%, dopo che Morgan Stanley ha abbassato il target da 6,3 a 5,8 euro.
PIAZZA AFFARI RIDUCE IL ROSSO NEL FINALE
La speranza di un intervento delle banche centrali ha salvato ieri i listini da un nuovo diluvio di vendite. Solo Milano, pur aggrappata nel finale alle notizie confortanti in arrivo dai mercati Usa, ha patito altre pene d’inferno per buona parte della seduta prima di ridurre il passivo nel finale. Ma continuano a pesare come macigni le notizie dal fronte dell’epidemia, all’origine del taglio delle stime dell’Ocse che per il Bel Paese. Non sono migliori gli indici sulla manifattura, in crescita negativa da 17 mesi. L’ultimo dato, per giunta, è stato rilevato la mattina del 21 febbraio, prima dell’annuncio dell’emergenza.
IN OTTO SEDUTE PERSO IL 17%
Piazza Affari, reduce dalla perdita del 12% della scorsa settimana, ha accusato un calo dell’1,5%, a 21,655 punti, ma reagendo nel finale dai minimi degli ultimi quattro mesi toccati stamattina a 21.113 punti, sulla scia del rimbalzo di Wall Street.
In otto sedute si è passati dai massimi degli ultimi 12 anni, toccati mercoledì 19 febbraio a 25.493 punti, ai minimi di oggi a 21.113 punti, la bellezza di 4.380 punti base persi in meno di due settimane (-17%).
Non è drammatica la situazione nel resto di Eurolandia. Chiudono in territorio positivo Francoforte (-0,3), Madrid (+0,12%) e Parigi (+0,44%).
Attorno al punto percentuale i guadagni al di fuori della zona euro: Londra +1,17%, Zurigo +0,97%.
ATENE -6,5% TRAVOLTA DALL’IMMIGRAZIONE
Crolla Atene (-6,5%). Ma il coronavirus non è l’emergenza peggiore: decine di migliaia di rifugiati e immigrati premono alle frontiere dalla Turchia.
OCSE: ECONOMIE A RISCHIO, ITALIA CRESCITA ZERO
L’Ocse ha rivisto le sue previsioni sulla crescita del Pil mondiale del 2020, portate a +2,4%, dal precedente +2,9%: in un caso estremo si potrebbe scendere a +1,5%. “L’economia globale è a rischio”, ha sottolineato l’ente parigino, aprendo il suo studio con l’immagine di un aeroporto vuoto. L’’intera Eurozona subisce un taglio del Pil 2020 di 0,3 punti, a +0,8%. Nel caso dell’Italia, l’Ocse ha previsto una crescita quest’anno pari a zero, ovvero 0,4 punti percentuali in meno rispetto alle stime del World Economic Outlook dello scorso novembre.
Di fronte al peggioramento della situazione, cambiano i toni della Bce. Christine Lagarde e Jens Weidmann avevano escluso nei giorni scorsi misure straordinarie. Oggi il vicepresidente Luis de Guindos ha segnalato invece che nelle ultime ore ci sono stati dei contatti con altre banche centrali.
AL VIA LA TASK FORCE DELLA UE
Le occasioni per far decollare un piano d’emergenza comune non mancano. Oggi ci sarà una teleconferenza dei ministri finanziari del G7 e successivamente è prevista anche una riunione straordinaria del G-20. La presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, ha lanciato la task force dell’Unione europea per rispondere alla crescente diffusione del coronavirus.
L’euro dollaro si porta a 1,11, +0,8%. Oggi de Guindos ha detto di non aspettarsi ulteriori apprezzamenti dell’euro.
LO SPREAD SFONDA QUOTA 180, POI RIPIEGA
Il Btp ha chiuso di nuovo in territorio negativo, divergendo rispetto ai governativi della zona euro.
La forbice con il bund si è allargata di 20 punti base nel corso della seduta, per riportarsi sotto quota 180 sul finale, dopo le dichiarazioni dell’Oms sul fatto che l’Italia può ancora contenere l’epidemia.
In chiusura lo spread è a 178 punti base dai 174 di venerdì, con un minimo a 167 punti e un massimo a 188, il livello più alto da fine agosto.
Il tasso del decennale si attesta in area 1,15%, dopo aver chiuso a 1,13% la seduta precedente (+6 punto base). Nel corso della giornata il rendimento ha toccato 1,23%, massimo da fine gennaio.
BANCHE NEL MIRINO: UBS LANCIA L’ALLARME SOFFERENZE
In forte calo il comparto del credito. Oltre all’impennata dello spread, pesa la prospettiva di un forte indebolimento della salute dei clienti. In un report Ubs ha sottolineato il rischio di una fiammata dei crediti in sofferenza o deteriorati, la spada di Damocle da cui gli istituti sembravano finalmente riemersi.
Guida i ribassi Banco Bpm (-6%), alla vigilia della presentazione del business plan. Frenano i duellanti: Intesa Sanpaolo (-3%) ha completato la scelta dei consulenti per l’Ops su Ubi Banca (-4,5%), indicando JP Morgan, Morgan Stanley, Ubs ed Equita che affiancheranno Mediobanca. La “preda” Ubi risponde con la nomina di Goldman Sachs, in aggiunta a Credit Suisse. In forte calo anche Unicredit (-4,2%). Penalizzate anche Bper Banca (-5,4%), Pop. Sondrio (-5,6%) e Creval (-5,91%).
NEXI, LA MIGLIOR BLUE CHIP
Torna in positivo Nexi (+1,87%), miglior blue chip di giornata
FCA -3,6%. RISALE LA QUOTA IN ITALIA
In rosso l’industria: Buzzi -5,77%, Prysmian -4,77%, Pirelli -3,6% così come Fiat Chrysler. In serata sono usciti i dati delle immatricolazioni di febbraio. Il mese scorso il gruppo Fca ha immatricolato oltre 41.300 auto, con una diminuzione del 7,34% rispetto a febbraio del 2019. In aumento invece la quota di mercato, che sale al 25,4% dal 24,8% di un anno fa.
Perde colpi anche il calcio: Lazio -6,96%, Juventus -5,2%.
Positivi solo i titoli anticiclici come le utility: Terna +1,37%, Enel +0,85%, Hera +0,72%, Snam +0,56% e Italgas +0,51%.
Qualche spunto anche sul lusso con Brunello Cucinelli che balza del 3,1%.