La stagione delle trimestrali continua a mietere vittime a Wall Street. Dopo Snapchat, a finire nel mirino degli investitori “delusi” sono Tesla e Spotify che ieri sera, a mercati chiusi, hanno pubblicato i conti dei primi tre mesi del 2018.
Ma se nel caso del colosso dello streaming musicale a non conquistare il gradimento del mercato sono stati proprio i numeri e le previsioni per il secondo trimestre, nel caso del produttore di auto elettriche la pioggia di vendite sembra essere più una reazione alle parole stizzite del ceo Elon Musk pronunciate durante la conference call.
Tesla ha chiuso il primo trimestre del 2018 con una perdita netta di 784,6 milioni di dollari. I ricavi sono però saliti a 3,4 miliardi. Entrambi i risultati sono leggermente superiori alle attese degli analisti. Su base destagionalizzata, la perdita di Tesla è stata di 3,35 dollari per azione, contro 3,42 dollari attesi mentre i ricavi risultano di 3,23 miliardi. La casa automobilistica ha confermato il suo target (posticipato due volte) per una produzione settimanale pari a 5mila unità della Model 3 entro giugno. L’azienda si aspetta un Capex per il 2018 “leggermente inferiore ai 3 miliardi di dollari” a fronte dei 3,4 miliardi del 2017. Alla fine di marzo Tesla aveva 2,7 miliardi di dollari di cash.
Come detto ai mercati non è piaciuto il comportamento di Elon Musk nel corso della call. Il ceo di Tesla si è rifiutato di dare dettagli sulla potenziale esigenza di finanziamento della società, affermando in maniera stizzita: “Queste domande sono così aride. Mi stanno uccidendo“. Parole che nell’after-hours del 2 maggio hanno provocato un sell-off del 4,5% sul titolo. Nel pre-market di oggi, le azioni Tesla cedevano il 7,7%, alle 16.00 il ribasso è del 6,66% a 281 dollari.
Diverso il discorso su Spotify. Il primo trimestre 2018, dopo il debutto in Borsa dello scorso 3 aprile con un’inusuale offerta diretta priva del sostegno bancario, ha deluso le attese del mercato e ha mostrato come il gruppo continui a perdere denaro. A impensierire gli investitori è soprattutto l’aumento della concorrenza da parte di Apple e Amazon, ma anche l’incremento dei costi: Spotify sta investendo in ricerca e sviluppo. Il 50% delle assunzioni del primo trimestre del 2018 hanno fatto riferimento a quel settore, che tuttavia non porta denaro nel breve termine.
Nel dettaglio, i primi tre mesi dell’anno in corso sono stati archiviati con una perdita operativa di 41 milioni di euro, in miglioramento del 55% rispetto al trimestre precedente e del 71% rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso. La perdita netta è stata di 169 milioni di euro, 1,01 euro ad azione, contro 173 milioni di euro, 1,15 euro ad azione, dello stesso periodo del 2017. Gli analisti si attendevano una perdita inferiore pari a 28 centesimi ad azione. I ricavi, come da attese, si sono attestati a 1,14 miliardi di euro, gli utenti mensili attivi nei mesi gennaio – marzo sono stati 170 milioni di utenti, in aumento del 30% rispetto allo stesso periodo del 2017, di cui 75 milioni di abbonati.
Preoccupano anche le stime sul secondo trimestre che dovrebbe chiudersi con ricavi per 1,1-1,3 miliardi di euro, contro gli 1,29 miliardi previsti dal mercato e utenti a pagamento stimati pari 79-83 milioni, contro 82,1 milioni previsti dagli analisti.
A poco più di mezz’ora dall’apertura di Wall Street, il titolo cede quasi il 10% (-9,8% per la precisione) a 153,816 dollari.