Donald Trump ha minacciato, davanti all’assemblea dell’Onu, di annientare “Rocket Man”, alias il dittatore Kim. Non meno bellicose le parole rivolte ad Iran e Venezuela. Intanto, la terra trema di nuovo in Messico e gli uragani tornano a flagellare I Caraibi. Ma questi eventi non impediscono ai mercati Usa di segnare nuovi record assoluti. Il copione, insomma, non cambia, nell’attesa che la Fed stasera confermi l’avvio della riduzione del bilancio della Banca rinviando però il rialzo dei tassi a dicembre (o anche dopo).
La stagione d’oro delle Borse, dunque, può proseguire. Anche nel Vecchio Continente, dove, rivela Reuters, all’interno della Bce falchi e colombe si stanno scontrando su tempi e modalità di uscita dal Qe. Complice la forza dell’euro, salito a quota 1,2019, di nuovo sui massimi, le decisioni potrebbero slittare da ottobre a metà dicembre.
CAUTA L’ASIA IN ATTESA DELLA FED
MeteoBorsa segnala calma sui listini in attesa delle decisioni della Fed e, soprattutto, dei segnali che il presidente della Fed Janet Yellen lancerà stasera in conferenza stampa.
Poco mossi stamane I listini asiatici. Debole Tokyo, indici Nikkei comunque sui massimi alla vigilia del meeting della Banca centrale di domani. Anche l’export, in crescita costante da nove mesi, allunga la striscia dei dati positivi. Sale Hong Kong (+0,2%), rallenta Shanghai (-0,2%): manca meno di un mese al Congresso del Partito, la Cina aspetta le indicazioni in arrivo dal vertice.
IN VISTA IL MERGER TRA SPRINT E T-MOBILE
Wall Street aggiorna ancora il Guinness dei primati: Il Dow Jones ha fatto segnare un nuovo record, il terzo di fila, raggiungendo quota 22.372,91 punti, con un progresso dello 0,18%. Sui massimi anche lo S&P 500 (+0,1% a 2.506,72) e il Nasdaq, che ha guadagnato lo 0,1%, a 6.461,32.
Positivo il settore finanziario: la riduzione del bilancio della Fed dovrebbe favorire il rialzo dei titoli a lungo termine, avvantaggiando I bilanci delle grandi banche. Vola il comparto delle tlc (+2,3%) sull’onda del possibile merger tra T Mobile (+5,9%) e Sprint (+6,8%).
BOOM DI RICHIESTE PER IL BOND DELL’ARABIA SAUDITA
In lieve risalita stamane il petrolio in attesa dei dati sulle scorte settimanali Usa. I greggio Wti tratta a 49,83 49,48 dollari il barile, e il Brent a 55,37. Goldman Sachs stima che, grazie al miglioramento del quadro macroeconomico globale, l’incremento di consumo giornaliero di greggio crescerà di 1,675 milioni di barili nel corso del 2017. Per il 2018 crescerà di ulteriori 1,51 milioni di barili, più degli 1,45 milioni stimati in precedenza.
Ma Il ministro dell’energia iracheno prevede al contrario nuovi tagli della produzione Opec. Intanto l’Arabia Saudita ha lanciato una nuova emissione di bond islamici da 1,87 miliardi di dollari: la domanda ha superato i 24 miliardi di dollari. A Piazza Affari risale Eni: +0,52% a 13,53 euro. Saipem invariata.
LONDRA OFFRE 20 MILIARDI PER IL DIVORZIO DALLA UE
Seduta d’attesa anche per i listini europei, che, in attesa delle mosse della Fed, non hanno reagito agli ottimi dati del Zew, l’indice relativo alle attese economiche della Germania, salito a 17 punti a settembre rispetto ai 10 di agosto, molto meglio del consenso degli economisti.
Il Financial Times rivela che Theresa May si è detta disponibile, in un colloquio con Angela Merkel, a pagare 20 miliardi di sterline alla Ue a fronte dei costi provocati dalla Brexit. È una cifra lontana da quanto chiesto da Bruxelles (da 60a 100 miliardi di euro), ma è un buon inizio.
A Milano l’indice Ftse Mib (+0,27%) ha segnato un nuovo massimo da 22 mesi a quota 22.425,42. Positive le Borse di Madrid (+0,39%) e Parigi (+0,16%). Fuori dall’Eurozona, Zurigo +0,57% e Londra +0,3%. Il Dax di Francoforte, in pratica invariato, staziona a 200 punti dal record storico.
DUELLO A FRANCOFORTE TRA FALCHI E COLOMBE
S’inasprisce il duello tra falchi e colombe al vertice della Bce. Secondo Reuters (notizia confermata da sei fonti diverse), non c’è ancora un accordo circa l’opportunità di fissare già ad ottobre una data precisa per porre termine al quantitative easing. A creare incertezza e divisioni nel consiglio è la forza del cambio, che ha l’effetto di contenere l’inflazione. Per la riunione del 26 ottobre prossimo si profila dunque una soluzione di compromesso: slittare una parte delle decisioni al consiglio del 14 dicembre.
Dopo la pubblicazione della notizia Reuters lo spread si è ristretto, per poi assestarsi in area 161 punti base. Sul secondario, il rendimento del decennale è sceso a 2,12%. La Germania ha fissato all’1,25% la cedola del nuovo Bund trentennale che sarà offerto in asta oggi per 2 miliardi.
TELECOM ITALIA IN CALO
Si è sgonfiato in Piazza Affari il boom di Telecom Italia: -1,8%, con volumi ben sopra la media a 30 giorni dopo i guadagni della vigilia. alimentati dalle attese di separazione della rete. La società ha ribadito che non ci sono piani al riguardo. Il settore tlc europeo guadagna invece lo 0,6%, galvanizzato dalle indiscrezioni su trattative di fusione tra T-Mobile e Sprint. Debole anche Mediaset, con un ribasso dell‘1,6%.
FCA GUIDA LA CARICA DEI MOTORI
Giornata ruggente per il mondo dei motori. Fiat Chrysler (+1,21%) ha fatto segnare il nuovo record storico a 14,32 euro. Kepler-Cheuvreux ha alzato il target a 16 euro da 12,50 euro, rafforzando la raccomandazione Buy. In leggero calo Exor (-0,09%) su cui il broker ha comunque alzato il prezzo obiettivo da 51,4 a 55,6 euro, confermando la raccomandazione hold.
In pole position Brembo (+2,2%) ma si è fatta notare anche Piaggio (+5,5%) dopo l‘accordo strategico con la cinese Foton Motor Group per lo sviluppo nei suoi stabilimenti italiani di una nuova gamma di veicoli commerciali leggeri a quattro ruote.
Tra I titoli minori brilla Landi Renzo (+13,8%): dalla pubblicazione del piano al 2022 il titolo ha guadagnato oltre il 30%. Tra gli industriali da segnalare il progresso del 2,3% di Avio che, secondo Equita, beneficia dell‘interesse per il settore della difesa dopo i multipli segnati dall‘acquisizione di Orbital da parte di Northrop Grumman Corp per circa 7,8 miliardi di dollari, l’operazione più importante nel settore degli ultimi due anni.
STOP AL LUSSO DA MORGAN STANLEY
Giornata contrastata per il lusso, oggetto di un report di Morgan Stanley: gli analisti della banca d’affari americana sono diventati più prudenti sul settore. Hugo Boss e Prada sono stati tagliati a Underweight da Equal Weight. Moncler arretra dell’1,26%, nonostante il parere positivo di Rbc Capital, che ha alzato il prezzo obiettivo a 27 euro da 23 euro, confermando il giudizio Outperform. Ma ha pesato di più l’opinione di Morgan Stanley che, pur alzando il target price a 26 euro (dai 22,5 precedenti) ha tagliato la raccomandazione da Overweight a Equalweight, dopo i forti rialzi da inizio anno.
Giù anche Ferragamo (-0,57%): Morgan Stanley ha tagliato il target price a 21,50 euro da 23,50 euro, mantenendo invariata la raccomandazione Equal Weight (Neutrale). Gli analisti della Banca d’affari americana sono diventati più prudenti sul settore Lusso. Hugo Boss e Prada sono stati tagliati a Underweight da Equal Weight.
Yoox (+0,17%) ha oscillato intorno alla parità per l’intera seduta. Exane ha ribadito il giudizio negativo Underperform con un target price di 20 euro che implica una discesa del 33% circa rispetto alla quotazione attuale.
Tiene Tod’s (+0,3%) dopo la nomina del nuovo direttore creativo del marchio Fay. Ma per Morgan Stanley è ancora underperform. Moderatamente positivi in tutta Europa i bancari (+0,4% l‘indice italiano di settore). A Milano ha brillato Bper con un progresso dell‘1,9%. Cede invece l‘1,4% Carige. Variazioni più modeste per i Big: Unicredit +0,3%, Intesa +0,4%, Banco Bpm +0,4%.
CONSOB IMPONE L’OPA AD ALERION. BALZO DI BOMI
Alerion +12% a 2,862 euro dopo che la Consob ha accertato l‘esistenza di un patto parasociale tra gli azionisti Fri-El Green Power e Stafil e ha pertanto imposto l‘obbligo di Opa totalitaria al prezzo di 2,90 euro.
Debole Caltagirone Editore (-1,7%) dopo il fallimento dell‘Opa lanciata dall‘azionista di controllo per il delisting.
Balzo nell’Aim di Bomi (+10%), gruppo leader nel settore della logistica biomedicale. Esplodono i volumi: sono state scambiate oltre 530mila azioni, il quantitativo più elevato dal giorno dell’Ipo (26 giugno 2015).
Esprinet perde un altro 2% in scia a risultati deludenti.