I mercati Usa macinano nuovi record e si preparano ad entrare nella storia. Il Dow Jones ha chiuso in rialzo per dodici giorni di fila: se oggi dovesse arrivare a tredici, farebbe registrare una sequenza mai vista in circa 120 anni di storia del mercato azionario. Ma nonostante la lunga striscia positiva del Dow Jones e degli altri indici, Warren Buffett assicura: non esiste il rischio bolla.
Intanto Donald Trump, tra una minaccia e l’altra a giornalisti e migranti, continua a praticare iniezioni di fiducia al mercato, quasi a rischio overdose. Ieri, alla vigilia del discorso di stasera alle Camere riunite, il Presidente ha galvanizzato i listini con nuovi annunci: l’aumento della spesa per la difesa (54 miliardi di dollari, il 9% in più), la promessa di un “Big program” d’infrastrutture e la conferma della riforma fiscale entro l’estate. Dopo un antipasto del genere l’attesa per l’intervento di stasera è salita a mille.
Ma forse la vera sorpresa di ieri è stata la riduzione dello spread di Btp e Oat nei confronti del Bund. Una parziale correzione di rotta dopo che il timore per un’eventuale vittoria di Marine Le Pen ha provocato negli ultimi giorni una pioggia di acquisti sui titoli tedeschi con il risultato di far precipitare il rendimento del Bund decennale attorno a 0,20%, un rendimento che non tiene conto della risalita dell’inflazione in Germania (vicina al 2%).
Si spiega così il recupero dei titoli di Parigi e, soprattutto, di quelli italiani, usciti vincitori dalla sfida dell’asta di ieri. Una schiarita dopo giorni bui. Ma la tregua, purtroppo, dovrebbe esser di breve durata: di questi tempi, la paura generata dell’incertezza politica prevale su ogni altra considerazione.
SALE L’ASIA, NUOVO MASSIMO PER L’ORO
Positivi stamane i listini asiatici sotto la spinta della chiusura dei mercati Usa. Sale l’indice Nikkei a Tokyo (+0,4%) grazie alla spinta dei grandi esportatori, come Toyota (+0,9%) e Honda (+1,2%) favoriti dal calo dello yen (112, 75 sul dollaro). Hong Kong perde lo 0,2% e Shanghai è in rialzo dello 0,2%. Seul +0,3%.
L’oro allunga ancora e si porta su nuovi massimi da novembre, a 1.263 dollari l’oncia.
DA 12 SEDUTE DOW JONES CON IL SEGNO PIÙ
Con un robusto finale Wall Street è riuscita a chiudere in positivo una seduta iniziata in tono minore, permettendo così al Dow Jones (+0,08%) di proseguire il suo record. Anche l’indice S&P 500 (+0,10%) ha segnato un nuovo massimo. Bene anche il Nasdaq (+0,28%).
Sale intanto a 93 il numero di sedute del Dow Jones senza un calo dell’1%. Il record assoluto è ancora lontano (155, nel 1966), ma negli ultimi 50 anni l’attuale serie trova solo 2 precedenti: 116 terminate nel settembre 1993 e 94 nel novembre 2006.
Sale la percentuale degli economisti che prevede un aumento dei tassi già a marzo: il 50% circa contro il 22% di una settimana fa.
BUFFETT HA IL 2,75% DI APPLE (18 MILIARDI DI VALORE)
Dall’economia arrivano infatti altri dati positivi: in gennaio gli ordini di beni durevoli sono saliti dell’1,8%, un incremento provocato dal balzo delle commesse per aerei (+144%). Boeing è salita dell’1,1%.
Il titolo migliore è stata la Jolla Pharmaceutical: +75% dopo l’esito favorevole dei test su un nuovo farmaco. La maglia nera è Tesla, -4% dopo la bocciatura di Goldman Sachs. Il rating passa a sell da neutral. La miglior blue chip è stata Caterpillar(+2%).
Apple +0,2%, a quota 136,93. Warren Buffett ha rivelato di aver raddoppiato la sua partecipazione al 2,75%, una quota che a questi prezzi vale 18 miliardi di dollari.
PETROLIO IN RALLY. SARAS +3% A MILANO
Continua la ripresa del petrolio: il Brent è salito a 56,3 dollari il barile (+0,4%), il Wti oltre i 54 dollari. Si fanno sentire gli effetti dei tagli dell’Opec (1, milioni si barili in meno) e degli altri produttori (600 mila barili) solo in parte compensati dall’aumento delle estrazioni di shale oil.
Seduta positiva per i titoli energetici a Piazza Affari: Saipem +0,2%, Eni +0,5%, Tenaris +1,5%. Saras (+3,04%) ha archiviato gli ultimi tre mesi dell’anno con un Ebitda rettificato a 148 milioni di euro, meglio del previsto. L’utile è stato pari a 53 milioni (contro i 49 stimati).
MILANO STACCA IL RESTO D’EUROPA: SPREAD SOTTO 200 BP
Il robusto rimbalzo del Toro ha colto di sorpresa gli operatori di Piazza Affari, migliore Borsa di giornata. Oggi sarà annunciato il dato dell’inflazione dell’Eurozona.
L’indice Ftse Mib ha chiuso con un guadagno dell’1,7%, a 18.914 punti. Il resto dell’Eurozona è rimasto al palo con un progresso medio dello 0,20%. Modeste le variazioni di Parigi (+0,1%) e di Francoforte (+0,2%).
Nonostante la seduta positiva, la perdita del listino italiano da inizio 2017 sfiora il 2%. Solo il Cac 40 di Parigi è come noi in rosso (-0,3%). La media europea è positiva dello 0,7% grazie all’allungo del Dax di Francoforte (+3%).
Un sondaggio Odoxa Dentsu colloca Macron al 25%, poco dietro la Le Pen al 27%. La situazione resta fluida, ma gli ultimi sviluppi sembrano andare a favore del candidato indipendente, che continua a vedersi assegnato dai sondaggi un vantaggio considerevole al ballottaggio.
Il mercato obbligazionario italiano ha superato una scadenza difficile, cioè le impegnative aste a medio termine, con un’offerta complessiva di 10 miliardi, bene assorbita dalla domanda.
Il nuovo quinquennale marzo 2022 (4 miliardi) è salito all’1,11%, massimo da giugno 2015, dallo 0,92% del precedente collocamento di fine gennaio, quando in offerta c’era il vecchio titolo novembre 2021.
In calo invece il 10 anni. Secondo lo strategist di Ig Vincenzo Longo, il diverso andamento si spiega da un lato con “le prospettive di inflazione che pesano sul breve, dall’altro un’attenuazione dei rischi politici francesi e della possibilità di un voto italiano a giugno”. Superata questa settimana però “la politica tornerà a guidare la performance dei Btp”.
BANCO BPM SUPERA I PALETTI BCE
La discesa dello spread ha favorito la ripresa delle banche. L’indice italiano del settore guadagna il 3,6%, rispetto a un indice europeo stabile.
Banco Bpm è salito del 6,1% dopo che la banca è risultata ben al di sopra del livello minimo di Cet1 fissato dalla Bce, per il 2017 ben al di sotto del valore corrente (al 31 dicembre 2016 un Common Equity Tier 1 ratio pari al 12,30%). “L’ampio margine di uno degli istituti più chiacchierati – ha commentato Giuseppe Sersale di Anthilia – ha dato un generale supporto al settore (anche al di fuori dei confini italiani)”.
Altro caso del giorno è stato il dietro front di Intesa Sanpaolo su Generali. Il titolo della banca ha guadagnato il 5,5%, quello della compagnia ha perso il 3,1%. L’istituto ha annunciato venerdì sera la rinuncia al progetto di combinazione. Il nuovo piano industriale dovrebbe essere presentato in autunno. Generali, invece, dovrebbe dire qualcosa sui programmi futuri in occasione della presentazione dei dati del trimestre in agenda per metà marzo.
In ripresa Unicredit (+2,5%). La società ha comunicato ieri di aver venduto tutti i diritti non esercitati dell’aumento di capitale, sottoscritto per il 99,8%. L’offerta si è già chiusa. Effervescenti anche Bper (+4,3%) e Ubi banca (+3,5%).
Nel comparto del gestito brilla Poste Italiane (+2%). Si allontana il collocamento sul mercato della seconda tranche: dentro il PD sta prendendo il sopravvento lo schieramento contrario alla privatizzazione.
VOLA LEONARDO. RIFLETTORI SU BENI STABILI E A2A
Brillante Leonardo (+4,9%) che prosegue la corsa dopo i risultati. Exane Bnp Paribas ha alzato la raccomandazione da underperform a neutral, con prezzo obiettivo che sale da 11,5 a 12 euro.
In denaro Fiat Chrysler (+2,7%). Venerdì sera la divisione Usa ha rimborsato in anticipo rispetto alla scadenza fissata al 24 maggio un term loan di 1,7 miliardi di dollari.
Beni Stabili potrebbe registrare in avvio di seduta importanti variazioni di prezzo. Stamattina JP Morgan ha alzato la raccomandazione a Overweight dal precedente Neutral. L’analista Erik Salz ha fissato il target price a 0,67 euro.
A2A ha comunicato ieri nel tardo pomeriggio i dati preliminari del 2016. L’Ebitda è salito del 16% anno su anno a 1,22 miliardi (contro 1,12 miliardi previsti). In una nota diffusa stamattina, Kepler Cheuvreux afferma che i risultati sono positivi.
Promozione per Cerved (+2,57%). Mediobanca Securities ha alzato il prezzo obiettivo sul titolo da 8,6 a 9,1 euro (outperform), mentre Equita Sim ha aumentato il target price a 8,6 euro per azione da 8,4 euro (hold).