Una delle giornate più pazze nella storia di Wall Street è finita, dopo la grande frana, con un rimbalzo spettacolare, il più robusto rialzo dall’elezione di Trump alla Casa Bianca. Pià cauta l’asma dopo un avvio brillante. Tutto lascia sperare che l’Europa possa recuperare buona parte delle perdite accusate negli ultimi giorni. Piazza Affari, in particolare, potrà confermare i progressi delle banche, spinte dalle indicazioni in arrivo da Intesa, così forti da emergere anche ieri mattina, nel momento più violento delle vendite.
Ma la domanda che aleggia sui mercati è se l’uragano appena passata sia un incidente di stagione, esasperato dall’improvviso ritorno della volatilità dopo un anno di bonaccia oppure se segnali l’avvio, dopo nove anni consecutivi di rialzi, di una correzione ben più profonda. Il segretario al Tesoro Usa Steven Mnuchin ha sposato la prima tesi, la più diffusa tra gli operatori: si possono prevedere nuove scosse d’assestamento, ma le Borse operano su un terreno solido, a prova di sisma: economia in crescita, utili delle azioni in linea con le attese più positive, politica monetaria ancora espansiva più gli effetti della riforma fiscale di Trump. Nervi saldi, dunque.
DOW JONES RECUPERA 567 PUNTI. APPLE +4,2%
I mercati, dopo tante emozioni, stamane si presentano così. L’indice Dow Jones ha chiuso con un rialzo del 2,33%, +567 punti. Ma ad un certo punto perdeva 565 punti. E di queste oscillazioni, nel corso della giornata ce ne sono state parecchie. Alla fine, comunque, il Dow Jones ha messo a segno il miglior risultato dal gennaio del 2016. S&P 500 +1,74% ( -6,2% rispetto al massimo del 26 gennaio) Nasdaq +2,13%.
Robusta la reazione di Apple +4,2%, Amazon e Microsoft. Entrambe +3,8&.
VANNO ORBITA SNAP +28% E IL RAZZO DI MUSK
Nel dopoborsa Snap ha diffuso i risultati del trimestre. Il fatto che la perdita, peggiore del previsto, sia di parecchio più alta dei ricavi, saliti a 285 milioni di dollari, conta poco. Vale molto l’incremento leggermente più forte del previsto degli utenti, arrivati a 187 milioni. Titolo +28% nel dopoborsa.
Tesla +1%. Ieri il lancio del razzo di Elon Musk da Cape Kennedy è avvenuto con successo: a bordo del vettore è stata caricata una macchina rossa fiammante.
ANCORA IN ROSSO I MERCATI CINESI E SEOUL
Stanotte le Borse dell’Asia hanno aperto tutte in rialzo, nel corso della seduta alcune hanno invertito la rotta, per esempio quella di Seoul, ora in calo dello 0,8%. In ribasso anche l’indice CSI 300 dei listini di Shanghai e Shenzen: -1%. Nel finale di seduta, l’indice Nikkei di Tokyo è in rialzo dell’1,2%. Hong Kong +1,3%.
Il dollaro stamattina si svaluta sullo yen, a 109,2. Cambio euro dollaro poco mosso a 1,237. Il petrolio Brent sale dello 0,7% a 67,3 dollari il barile, primo segno più dopo tre giorni filati di ribasso. In calo le società del petrolio. Eni -2,8%, Saipem -4%, Tenaris -2%.
CORRE ALL’IMPAZZATA L’INDICE VIX
Qual è stata la causa scatenante dello tsunami? Non le obbligazioni. Il Treasury Bill tratta al 2,77% di rendimento, dopo aver toccato nel giro di poche ore, quota 2,80% e 2,70%. Il colpevole numero uno del ribasso è stato individuato nella volatilità, esplosa all’improvviso dopo lunghi mesi di bonaccia in cui l’assicurazione contro il rischio della discesa dei mercati si era ormai trasformato in un asset all’apparenza sicuro, fonte di ottimi e tranquilli guadagni per i fondi specializzati e peri grandi investitori, a partire dalle compagnie di assicurazione. L’indice VIX è impazzito: salito a 50 punti a inizio seduta, è andato su e giù, mettendo in crisi tutte le strategie basate sulla quiete dei mercati. Al temine della giornata, il VIX si è attestato a 30 punti, in calo del 20%. “La vendita sistematica di volatilità – nota Giuseppe Sersale di Anthilia – è stata una delle speculazioni più redditizie del 2017, annata caratterizzato da volatilità bassissima, con il risultato di attrarre numerosi investitori anche sui veicoli che permettono di vendere volatilità al retail”.
MILANO UNICO LISTINO ANCORA POSITIVO NEL 2018
E’ stata una seduta da brivido anche per i mercati europei, che hanno scongiurato il peggio a mano a mano che miglioravano le notizie in arri dagli Usa. Nel corso della giornata la Bce si è tenuta in contatto con i grandi operatori del mercato per cercare di capire se il picco della volatilità fosse da mettere in relazione alle recenti evoluzioni della politica monetaria. Ma la conclusione, a detta delle agenzie, è rassicurante: i vertici di Francoforte ritengono che il ribasso vada interpretato come una salutare discesa da livelli di prezzo eccessivi.
A Milano l’indice Ftse Mib ha archiviato la seduta con un ribasso del 2,08% a quota 22.347. In apertura era stato toccato in minimo a 21.982 punti. Anche se acciaccato dalla brusca correzione delle ultime sedute, Piazza Affari si conferma il miglior listino della zona euro da inizio 2018 con un guadagno del 2,5%. Si tratta dell’unico indice ancora positivo nel 2018, contro il -2,5% dell’Eurostoxx.
Perdite superiori al 2% per tutti gli altri mercati del Vecchio Continente: il Dax di Francoforte arretra del 2,25%, Parigi -2,23%. La piazza peggiore è Londra -2,75%.
ACCORDO STORICO PER I METALMECCANICI TEDESCHI
Da segnalare in Germania l’accordo su salari ed orari per i metalmeccanici nel Baden Wuettenberg. Nella regione di Daimler e Porsche a 900mila lavoratori è stato riconosciuto un aumento in busta paga del 4,3%, ma soprattutto il diritto ad accorciare la settimana lavorativa a 28 ore, per un periodo massimo di due anni. E la settimana accorciata potrà essere chiesta più di una volta, durante la carriera lavorativa. Per contro, le aziende potranno aumentare la quota di dipendenti che vogliono allungare la settimana di lavoro a 40 ore.
IL RENDIMENTO DEL BTP SCENDE SOTTO IL 2%
Anche in Europa le obbligazioni hanno retto alla tempesta.
- Al termine di una nuova giornata agitata per i mercati, la forbice dei rendimenti tra Italia e Germania sul tratto decennale si attesta a 136 punti base.
- Il tasso del decennale di riferimento torna seppur di poco sotto l’asticella del 2% a 1,988%.
- Il Tesoro greco ha deciso di rinviare il lancio dell‘atteso nuovo titolo di Stato con scadenza 7 anni alla luce dei forti ribassi dei mercati azionari. Ieri il rendimento sul titolo di Stato greco agosto 2022 è salito al 2,97% da 2,82%.
INTESA TRAINA LE BANCHE, VOLANO LE RISPARMIO
Grazie al sostegno di Intesa, l’indice delle banche italiane ha chiuso la seduta in parità, mentre si registrano perdite diffuse su tutti gli altri comparti.
Il business plan della banca guidata da Carlo Messina punta a raggiungere nel piano al 2021 un utile netto di 6 miliardi di euro rispetto ai 3,8 miliardi del 2017. Tra i punti-chiave lo sviluppo del wealth management e del business assicurativo e una significativa riduzione dei crediti deteriorati. Trova conferma la generosa politica del dividendo (pay out ratio per il 2018 pari all’85%) ed è stata annunciata la conversione delle risparmio in ordinaria.
Assai positiva la risposta del mercato anche se l’euforia si è ridotta nel corso della seduta (+0,66% in chiusura). L‘annuncio della conversione obbligatoria ha messo le ali alle risparmio: +7,34%.
Il paniere dei titoli del credito, che ad un certo punto della seduta guadagnava oltre un punto percentuale, ha terminato le contrattazioni in calo dello 0,46%.
SI RISVEGLIA MPS, TONFO DI FINECO
Oltre al titolo di Ca’ de Sass hanno brillato Monte Paschi Siena +3,35% (domani i primi conti dopo il rientro in Borsa), Banco Bpm +1,04% e Bper +0,37%. Tra le banche minori in salita Banca Popolare di Sondrio +2,46%. La conversione varata da Intesa ha spinto gli acquisti sulle risparmio di Carige +2,3%.
In ribasso Ubi -1,03% su cui Mediobanca ha confermato il giudizio Outperform con prezzo obiettivo a 5,0 euro. Il consenso Bloomberg ha un target fondamentale medio a 4,39 euro. Debole Unicredit -1,16%, pesante Mediobanca -2,92% su cui ha pesato la performance negativa di Generali -2,8%.
In rosso gli altri finanziari. Tra le assicurazioni Ugf -3,46% e UnipolSai -2,72%. Forti i ribassi del risparmio gestito: FinecoBank -4,43% (avvio shock a -9%), Azimut -3,27%, Banca Generali -3,47% e Poste Italiane -3%.
SOTTO TIRO L’AUTOMOTIVE E LEONARDO
Tra gli industriali tiro al bersaglio sul comparto automotive (-1,67% il paniere europeo). Resiste Ferrari -0,79% dopo che Berenberg ha confermato il target price a 125 euro. Pesanti Exor -4,21% e Cnh Industrial -3,83%. Fiat Chrysler -2,48%, Brembo-2,6%). Sprofonda Leonardo -2,75% a 8,91 euro sul nuovo minimo dal 2016. Prosegue l’ondata di bocciature al piano industriale presentato settimana scorsa: Ubs ha tagliato il giudizio a Neutral da Buy e il prezzo obiettivo a 10,50 euro da 13 euro. In sensibile ribasso anche Recordati -3,54%.
IN ROSSO LE UTILITY. IL BRASILE SOSTIENE TELECOM
L’ondata di vendite non ha risparmiato il resto del listino. Tutte giù le utility. Enel -2,7%, Snam -3,5%, Atlantia -2,6%.
Telecom Italia -1% ha recuperato buona parte del -3% della mattina grazie ai buoni conti di Tim Brazil: utili in crescita del 66% a 604 milioni di real (185 milioni di dollari) sopra le stime del consensus pari a 462 milioni.
Da segnalare in controtendenza Aeffe +2,97% premiata sul fatturato 2017: +2,97%. La Lazio ha pagato la sconfitta contro il Genoa con un secco -8,89%.