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Wall Street riscopre l’indice Russell 2000 con il ritorno dell’interesse per le Mid&Caps Usa. Ecco perché

Imagoeconomica

Erano due anni che era scoparso dai radar. Ed eccolo tornare nella sua forma più smagliante a Wall Street spodestando persino i top indici di Nasdaq e S&P500: è l’indice Russell 2000, considerato il benchmark per le piccole e medie imprese Usa sulle quali è tornato l‘interesse degli investitori. Ed è tornato per almeno due motivi: da una parte sulla scia delle prospettive di un calo dei tassi, dall’altra dopo che si sta delinenado la possibilità di una vittoria di Trump alle prossime presidenziali Usa.

Negli ultimi 18 mesi a Wall Street l’entusiasmo generato dall’AI ha avuto la meglio sulle quotazioni. Tuttavia, in un contesto di inflazione in rallentamento, le società a media capitalizzazione statunitensi sono nella posizione ottimale per sfruttare al meglio gli effetti positivi del taglio dei tassi della Federal Reserve. E ora i gestori con una mano vendono le azioni tecnologiche, con l’altra comprano sull’intero listino del Nyse.

Russel 2000 sale ai massimi di 2 anni, mentre i tech Usa scendono

E’ dall’inizio di luglio, in particolare dalla settimana dall’8 al 12 luglio, che il comparto delle mid&small caps americane ha cambiato marcia, ritrovando improvvisamente un forte dinamismo e gli investitori, dediti fino ad allora quasi soltanto all’inseguimento dei campioni dell’intelligenza artificile, sono tornati in forze. In quella settimana l‘indice Russell 2000 ha guadagnato il 6% ai massimi di 2 anni, mentre il Nasdaq 100, dominato dalla tecnologia, ha perso lo 0,3%. Sebbene ieri l’indice abbia visto uno storno (-1%) a 2.239,67, ha comunque performato meglio di Nasdaq (-2,77%) e l’S&P500 (-1,4%). In ogni caso il Russel 2000 mostra un rialzo del 7,59% negli ultimi 5 giorni e del 10,59% nell’ultimo mese.

Calo dell’inflazione e taglio dei tassi aiuteranno le Mid&small caps Usa

A innescare il movimento la scorsa settimana, secondo vari analisti, è stato il nuovo dato sull’inflazione CPI degli Stati Uniti di giugno: ha registrato un calo dello 0,1%, mentre il consenso si aspettava un aumento dello 0,1%. Per il Russell 2000 è stato un toccasana. Il dato per altro ha rafforzato le attese di un taglio dei tassi negli Stati Uniti: il mercato ora attribuisce una probabilità del 97% che la Fed tagli i tassi di interesse per la prima volta a settembre, con ulteriori tagli previsti successivamente. Le società di piccole e medie dimensioni, più concentrate sul mercato interno Usa e costrette in questi ultimi due anni a fare quadrare i conti in una situazione di politica monetaria restrittiva, vengono viste come le principali beneficiarie del prossimo allentamento delle condizioni creditizie, dicono gli analisti di Websim.

Gli slogan di Trump visti come una spinta per le imprese più piccole

Le mid e small cap americane sembrano anche destinate ad avere i maggiori vantaggi dalle ultime novità dello scenario politico Usa, con Donald Trump ormai dato in grande vantaggio sul presidente Joe Biden. Secondo uno studio di Goldman Sachs, gli slogan di Trump che puntano al rilancio delle imprese americane fanno prevedere che il suo ritorno alla Casa Bianca favorirà le quotazioni delle società a bassa capitalizzazione.

Trend dell’indice Russell 2000 visto ancora al rialzo: obbiettivo quota 2.500

Dopo i massimi di questi giorni gli analisti tecnici vedono una conferma di un trend destinato a proseguire. Segnali di spinta sono arrivati con la piena violazione di area 2.100, confermata alla fine della scorsa settimana. Il movimento prevede un obiettivo a breve termine di 2.295 punti, ma il movimento rialzista potrebbe ampliarsi fin verso i top assoluti del 2021 in area 2.457/2.500 punti (upside potenziale +17%). L’indice incontrerà probabilmente, scivono gli analisti tecnici, una resistenza significativa vicino a questo livello. Durante i ritracciamenti, l’indice potrebbe ritestare la linea di tendenza vicino a 2.080 punti.

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