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Wall Street non scalda le Borse europee ma Ferragamo rimbalza

I listini europei chiudono in calo e Wall Street cambia passo, dopo il rimbalzo iniziale, con il petrolio, che prende la via delle vendite a causa del dato sulle scorte settimanali americane, salito più del previsto e quindi peggiore della attese. Il Brent cede l‘1,64%, 65,54 dollari al barile; Wti -1,86%, 61,84 dollari. Milano arretra dello 0,51%, 22.607 punti, con i titoli petroliferi in rosso. Cambiano umore i finanziari, che chiudono contrastati; sprint di Ferragamo, 2,21%; vendite su Campari -3,28%.

Andamento simile per  Londra -0,69%, Madrid -0,6%, Francoforte -0,44% e Parigi -0,44%. Intanto rallenta l’inflazione a febbraio nell’Eurozona, secondo Eurostat, passando da 1,3% a 1,2%. Mentre negli Usa la seconda stima preliminare sul Pil del quarto trimestre è in linea con le attese (+2,5%). Restano sullo sfondo i timori legati alla Fed e a un’accelerazione del rialzo dei tassi d’interesse, dopo l’intervento di ieri al Congresso del nuovo governatore Jerome Powell, giudicato più falco del previsto.

Poco mosso il cambio euro dollaro, attorno a 1,22. Stabile l’oro a 1319,725 dollari l’onciaProsegue la buona intonazione del secondario italiano, che chiude la quarta seduta positiva di seguito prima delle lezioni. Il rendimento del decennale scende a 1,98% e lo spread con il Bund a 131.80 punti, -0,53%.

In Piazza Affari la big cap migliore della seduta è Ferragamo, con gli investitori che accolgono positivamente la notizia di un ricambio al vertice e l’addio dell’ad Eraldo Poletto con l’approvazione del bilancio 2017 da parte del cda giovedì prossimo. Ancora tonica Mediaset, +1,42%; bene Telecom +1,09%. Si apprezzano Unipol +1,06% e Luxottica +0,78%.

Seconda seduta di seguito in rosso per Campari, dopo i dati 2017 e previsioni 2018 giudicate troppo soft da alcuni operatori. Pirelli cede il 2,7%; Buzzi -2,07%. Fra i titoli legati al petrolio il peggiore è Saipem -2,21%, seguito da Tenaris -1,7%. Eni contiene i danni, -0,77%. Fuori dal listino principale scattano le prese di profitto sull’editoria.

Da segnalare, a livello europeo, la notizia di Reuters, secondo la quale l’antitrust Ue si prepara a rilasciare un via libera condizionato all’offerta da 62,5 miliardi di dollari del gruppo chimico e farmaceutico tedesco Bayer per il primo produttore mondiale di sementi Monsanto.

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