Prevale la cautela sui mercati in attesa della Fed, in scia al continuo calo del petrolio e ai segnali di debolezza dell’economia. IlFtse Mib, dopo aver tentato la strada dei rialzi, chiude in calo dello 0,42%, Francoforte +0,35%, Londra -0,31%, Parigi +0,3%. A Wall Street gli indici, dopo un’apertura incerta, proseguono al rialzo. Il Dow Jones sale dello 0,6% e l’S&P500 dello 0,5%.
Il petrolio Wti cede lo 0,54% a 36,96 dollari al barile. Non aiuta il fatto che il cartello dei Paesi produttori abbia annunciato che la produzione a novembre ha raggiunto i massimi del 2009. Questa mattina la Banca centrale cinese ha nuovamente svalutato lo Yuan che è sceso ai minimi dall’agosto 2011 dopo che la People’s Bank of China ha deciso di fissare la quotazione a 6,414 dollari. Vendite sulle Borse asiatiche: Shanghai -0,49% e Tokyo -1,32%.
In Germania l’istituto di ricerca economica della Renania-Vestfalia Rwi ha tagliato le stime di crescita del Pil tedesco di quest’anno all’1,7% su base depurata, da +1,8%, mentre ha confermato quelle del 2016 a +1,8% e del 2017 a +1,7%. “Nel secondo semestre – ha spiegato l’Istituto – le esportazioni hanno perso sensibilmente slancio soprattutto per il calo della domanda dai Paesi emergenti”.
Sul fronte macroeconomico negli Usa sono stati pubblicati i prezzi alle importazioni di novembre che sono risultati in calo dello 0,4% e le richieste di sussidi di disoccupazione della settimana terminata il 4 dicembre che sono state superiori alle attese. Hanno registrato un incremento di 13mila unità attestandosi a 282mila, livello più elevato dall’inizio di luglio, contro stime degli analisti per 268mila.
I mercati sono in attesa delle decisioni della Fed che si riunisce il prossimo 16 dicembre. In questo incontro del Fomc il governatore Janet Yellen potrebbe decidere il primo rialzo dei tassi di interesse da nove anni. Intanto oggi la Banca d’Inghilterra (Boe) ha come previsto lasciato invariato il suo tasso di riferimento allo 0,50% con 8 voti contro 1. Unanimità invece nella decisione di lasciare invariato a 375 miliardi di sterline il volume totale dell’acquisto di titoli. Sul fronte delle politiche monetarie la Swiss National Bank ha deciso di lasciare invariati i tassi di interesse affermando che sarà pronta a intervenire, quando necessario per ridurre il Franco Svizzero che al momento è “significativamente sopravvalutato”.
Il cambio euro dollaro, dopo essersi rafforzato sopra 1,1, si è riportato a 1,0946 in calo dello 0,72%. Lo spread Btp-bund è in lieve risalita a 98 punti base e rendimento all’1,56%. Conferma in asta questa mattina del rendimento negativo per i Bot annuali. I titoli del debito pubblico italiano con scadenza 14 dicembre 2016 sono stati collocati con rendimento medio a -0,003% per un importo di 5,5 miliardi di euro contro una domanda di 9,079 miliardi (rapporto di copertura di 1,65). I Btp annuali avevano già registrato tassi negativi per la prima volta l’11 novembre scorso con rendimento di -0,30%.
A Piazza Affari le vendite colpisco soprattutto il lusso con Moncler -3,1% e Yoox -1,46% penalizzato da alcuni report degli analisti. Telecom Italia cede l’1,92% in attesa dell’assemblea del 15 dicembre su cui ci si attende il duello con i fondi, consigliati dai proxy advisor a votare contro la proposta di Vivendi di allargare il Cda a 4 consiglieri di sua scelta. Inoltre, secondo un report di Barclays, un’integrazione con Orange non creerebbe valore. Giornata contrastata per le banche mentre proseguono le tensioni legate alle vicende dei quattro istituti bancari in difficoltà, Banca Marche, Carichieti, Banca Etruria e Carife. Il premier Renzi si è detto favorevole a una commissione di indagine o sindacati di valutazione su quanto accaduto nel sistema bancario negli ultimi 10 anni”.
Fuori dal Ftse Mib le vendite colpiscono Pininfarina che crolla del 9,44% sui timori che le trattative con l’indiana Mahindra per la cessione della società non riescano ad andare in porto. Saras chiude in calo del 2,3% dopo aver perso quasi il 10% ed essere andato in asta di volatilità. Gli operatori interpellati da Radiocor non segnalano motivi per il brusco scivolone, anche se sottolineano il calo dei margini di raffinazione. In evidenza sul Ftse Mib Saipem +1,53%, Mediaset +1,67%, Unipol +1,66%, Prysmian +1,2%.