Apertura in rialzo per il Dow Jones, che sale a quota 24.60 guadagnando lo 0,3%. Le attenzioni degli investitori erano incentrate sui dati trimestrali delle principali banche Usa, risultati ampiamente positivi.
L’euforia legata alle ottime prestazioni registrati da tre delle principali banche statunitensi – JP Morgan Chase, Wells Fargo e Citigroup – va però vista anche in un’altra ottica: i risultati del primo trimestre hanno beneficiato di una minore aliquota fiscale, dovuta alla riforma fiscale approvata dal Congresso a fine anno (mentre il quarto trimestre 2017 era stato negativo a causa degli aggiustamenti legati al nuovo regime di tassazione).
Profitti in aumento nel primo trimestre 2018 per JP Morgan Chase, che ha fatto registrare un esaltante +35,1%, grazie ai tassi di interesse più elevati e alle minori imposte. L’utile netto è salito a 8,71 miliardi di dollari, rispetto ai 6,45 miliardi di dollari dello stesso periodo del 2017.
Per l’istituto bancario guidato da Jamie Dimon i costi sono aumentati del 5% a 16,1 miliardi di dollari, dai 15,3 miliardi di dollari dello stesso periodo del 2017. Secondo le stime della banca statunitense, i costi totali dovrebbero salire a circa 62 miliardi alla fine dell’anno, dai 58,5 miliardi del 2017.
Il Roe si è attestato al 15%, dopo l’11% di un anno fa, mentre le entrate derivanti dalle attività di trading sono aumentate del 13% a 6,57 miliardi, dai 5,82 miliardi dell’anno precedente.
Risultati positivi anche per Wells Fargo, che ha registrato utili in rialzo e ricavi in calo, battendo comunque le stime degli analisti in entrambi i casi.
La banca di San Francisco ha archiviato il primo trimestre con utili netti pari a 5,9 miliardi di dollari,in rialzo del 5,3% rispetto ai 5,6 miliardi del 2017, ma in calo dai 6,2 miliardi del quarto trimestre del 2017, quando aveva goduto dell’effetto della riforma fiscale voluta dal presidente Donald Trump.
Gli utili per azione sono passati a 1,12 dollari da 1,03 dollari, sopra le stime degli analisti, che li attendevano a 1,06 dollari. I ricavi sono scesi dell’1,8% a 21,9 miliardi di dollari, ma gli analisti attendevano un ribasso a 21,7 miliardi.
I conti però, come si legge in una nota della Banca, sono “soggetti a cambiamenti” per via di una serie di discussioni in corso con le autorità americane su questioni riguardanti “la compliance del programma di risk management, le passate pratiche relative ad alcune polizze assicurative auto ed altre legate a tassi di interesse sui mutui”.
Due mesi fa, Wells Fargo è stata sanzionata dalla Federal Reserve a causa dei “diffusi abusi ai danni dei consumatori”: la banca centrale sta impedendo al gruppo di far crescere i suoi asset oltre i 1.950 miliardi di dollari che aveva alla fine del 2017. Nel settembre 2016, la banca versò una multa di 185 milioni di dollari per aver aperto fino a 3,5 milioni di conti corrente non autorizzati. Male il titolo in apertura a New York: perde l’1,5%.
Utili e ricavi in crescita nel primo trimestre 2018 anche per Citigroup. 4,6 miliardi di dollari di utile netto, dopo i 4,1 miliardi ottenuti nello stesso periodo del 2017, e ricavi in aumento del 3% a18,87 miliardi di dollari, come atteso dagli analisti, contro i 18,37 miliardi di un anno prima, sostenuti dalla ripresa del credito e del consumer banking.
La big bank americana ha riportato utili per azione a 1,68 dollari, al di sopra degli 1,61 dollari stimati dagli analisti.