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Wall Street e le Borse europee rimbalzano ma il caso Generali e le utilities frenano Piazza Affari

Il colpo di scena delle dimissioni di Caltagirone dal cda di Generali e il calo delle utilities pesano sul Ftse Mib che però chiude in rialzo anche se meno degli altri listini europei e americani

Wall Street e le Borse europee rimbalzano ma il caso Generali e le utilities frenano Piazza Affari

Si chiude una settimana felice per i listini europei e forse persino per quelli nordamericani, in un contesto globale che appare più ottimista dopo la lettura dei verbali dell’ultima riunione della Fed. Si spera infatti che Jerome Powell e colleghi procederanno con più cautela dopo gli aumenti dei tassi di 50 punti base stimati a giugno e luglio. A rafforzare questa prospettiva (e anche la fiducia delle borse continentali e di Wall Street), nel pomeriggio di oggi, ha contribuito il dato di aprile sull’inflazione a stelle strisce, in rallentamento, poiché probabilmente ha già toccato il picco. In questo contesto gli indici di New York, già intonati in avvio, hanno rafforzato i rialzi. In particolare, il Nasdaq è attualmente in progresso del 2,47%. Dopo otto settimane consecutive di ribassi per il Dow Jones e sette settimane in rosso per S&P 500 e Nasdaq, si potrebbe finalmente festeggiare un’ottava di guadagni

Europa di lusso

Per l’Europa è così e la chiusura è intorno ai massimi di seduta, anche se Piazza Affari, +0,37%, è rimasta un po’ indietro a causa delle vendite su utility e Generali, dopo l’addio al cda di Caltagirone. A mercati chiusi è atteso anche il nuovo giudizio di Fitch sul debito sovrano del Belpaese, attualmente BBB con outlook stabile.

Piazza regina è Parigi, +1,64%, che brilla con i titoli del lusso come Hermes, +4,45%, Kering, +4,33%, Lvmh, +3,58%. Nel settore rimbalza anche Richemont (+3,6%), dando sprint a Zurigo +1,52%. Secondo gli operatori quello di oggi è un rimbalzo tecnico per le grandi firme, ampiamente vendute recentemente a causa dei lockdown in Cina e delle conseguenze della guerra in Ucraina. Richemont beneficia però anche dell’odierno commento degli analisti della Royal Bank of Canada, secondo cui la reazione del mercato ai dati dell’esercizio 2021-22 è stata esagerata.

Nel resto d’Europa si apprezzano Francoforte +1,62% e Amsterdam +1,37%, mentre sono più caute Londra +0,35% e Madrid +0,45%.

Piazza Affari guardinga con Generali

La notizia del giorno in Piazza Affari è l’addio a sorpresa di Francesco Gaetano Caltagirone al cda di Generali (-1,98%). La decisione, resa nota dal Leone, ha impattato negativamente sul titolo. Il perché delle dimissioni non è chiaro, ma la compagnia triestina annuncia che il consiglio di amministrazione sarà convocato nei prossimi giorni per decidere la sostituzione.

Caltagirone è il secondo maggior azionista del gruppo (con una quota del 9,95%) e ha recentemente perso la battaglia per la governance della società. Una fonte vicina al dossier ha detto a Reuters che l’imprenditore continua a ritenere strategica la sua partecipazione in Generali e le sue dimissioni non preludono a un disimpegno nel gruppo. 

Voltando pagina, i maggiori ribassi del giorno riguardano le utility: Terna -2,6%: Snam -1,33%; Italgas -1,63%; A2a -1,58%; Hera -1,45%.

Sono moderatamente negative le banche, con l’eccezione di Unicredit +0,45%.

Mentre tra i titoli petroliferi prende fiato Saipem -0,5%, dopo l’exploit di ieri, nonostante la notizia positiva della sigla di un maxi contratto da 2,7 miliardi di dollari in Australia in joint venture con Clough.

La lista delle blue chip in progresso parte da Diasorin +3,45%, seguita da Cnh +3,15%, Stm +2,35%, Prysmian +2,18%, Nexi +2,15%, Moncler +2,11%.

Fuori dal paniere principale Autogrill, +2,18%, si avvantaggia di nuove indiscrezioni su un’alleanza con Dufry. 

Spread in rialzo

Scendono moderatamente i rendimenti dei titoli di Stato dell’area euro, ma il Bund fa meglio del Btp e lo spread sale. Il decennale italiano chiude a +2,9%, mentre il decennale tedesco scende a +0,96%, per uno spread a 194 punti base (+1,17%).

Sul primario, intanto, il rendimento dei Bot semestrali assegnati in asta dal Tesoro è in rialzo di 22 punti base a -0,088%.

Sul mercato valutario l’euro dollaro resta in area 1,07.

Tra le materie prime il petrolio è poco mosso e resta vicino ai massimi da due mesi: Brent +0,13%, 117,56 dollari al barile.

Inflazione Usa in leggero calo

L’ampia pagina macroeconomica degli Stati Uniti ha offerto oggi un ulteriore appiglio a chi confida in una Fed prudente dopo i previsti rialzi dei tassi di 50 punti base ogni volta nelle riunioni di giugno e luglio.

In particolare, la misura preferita dalla banca centrale Usa per calcolare l’inflazione, il dato Pce (personal consumption expenditures price index), è salita ad aprile dello 0,2% rispetto al mese precedente e del 6,3% rispetto a un anno prima, dopo il +6,6% di marzo, che era stato il dato più alto dal 1982. La componente “core” del dato, depurata dagli elementi volatili, è aumentata dello 0,3% e del 4,9%.

I prezzi energetici sono cresciuti in un anno del 30,4%, quelli dei generi alimentari del 10%. I redditi personali sono aumentati di 89,3 miliardi di dollari, +0,4% rispetto al mese precedente, contro il +0,5% atteso dagli esperti. Il dipartimento del Commercio ha inoltre riferito che le spese per i consumi sono salite di 152,3 miliardi di dollari, +0,9% rispetto al mese precedente, con il consensus a +0,7%.

I redditi di marzo sono stati confermati a +0,5%, le spese sono state riviste da +1,1% a +1,4%. Il deficit commerciale degli Stati Uniti, secondo la lettura preliminare, è sceso ad aprile rispetto al dato record di marzo, -15,9% a 105,9 miliardi di dollari, contro attese per 118 miliardi. La stima preliminare tiene conto solo dei beni. Le importazioni sono diminuite del 5% rispetto al mese precedente, le esportazioni sono cresciute del 3,1%.

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