Si apre in rosso la settimana dei listini europei alla vigilia di un nuovo voto sulla Brexit, domani al parlamento britannico e con Wall Street mal intonata. Piazza Affari si ferma in calo dell‘1,02% (19.608 punti); Francoforte -0,57%; Parigi -0,76%; Madrid -1,32%; Londra -0,93%.
Il clima globale resta dominato dall’incertezza e Mario Draghi, in udienza al Parlamento europeo ribadisce: “I rischi sulle prospettive economiche si sono mossi al ribasso”, ma promette anche, in caso di necessità, che la Bce aprirà il suo ombrello. La banca centrale può usare di nuovo “strumenti” della sua cassetta degli attrezzi se le cose andassero “molto male”. Ne trae beneficio la moneta unica, con l’euro dollaro che risale in area 1,143.
Per l’Italia la situazione è particolarmente delicata “perché un paese perde sovranità se il debito è troppo alto” e poi l’economia tricolore “cresce meno di prima e significativamente meno delle attese”, anche se è è troppo presto per dire se servirà una manovra correttiva.
La seduta è in ogni caso moderatamente positiva per l’obbligazionario tricolore, che consolida i guadagni della scorsa settimana: il rendimento del decennale è al 2,67%; lo spread con il Bund scende dello 0,65% a 245.60 punti. Sul primario, dopo il collocamento di venerdì di Ctz e Btp indicizzati, l’agenda prosegue domani con 6,5 miliardi di Bot semestrali, poi con l’appuntamento clou di mercoledì sul medio e lungo termine, che segnerà il debutto del nuovo CctEu gennaio 2025.
Debole Wall Street, che sembra aver già esaurito il buonumore dopo la sospensione dello shutodown, di venerdì. Il blocco delle attività amministrative potrebbe costare circa 3 miliardi di dollari all’economia Usa, circa lo 0,02% della crescita 2019. Sui listini pesano alcune deludenti trimestrali, in particolare Caterpillar (-9,2%) e Nvidia (-14,4%), in attesa che anche Apple (-1,8%), Microsoft (-2%) e Facebook (-1,4%), alzino il velo sui loro conti. Si annusa l’aria inoltre in vista degli importanti appuntamenti di metà settimana, la riunione della Federal Resrve e la ripresa dei negoziati commerciali fra Usa e Cina .
In un clima di avversione al rischio l’oro resta stabile, ai piani alti, in area 1303 dollari l’oncia. Scattano invece i realizzi sul petrolio, dopo il rally di inizio anno: Brent -2,69%; 59,98 dollari al barile; Wti -3,58%, 51,77 dollari al barile. Le vendite penalizzano alcuni titoli petroliferi di Piazza Affari, in particolare Tenaris -2,58%. Eni contiene i danni, -0,96%, anche a seguito dell’acquisto di una quota del 20% ad Abu Dhabi del quarto complesso di raffinazione al mondo, che sarà orientato a una tecnologia low carbon. Con questa operazione – recita una nota del gruppo italiano – Eni potrà incrementare del 35% la propria capacita’ di raffinazione. In controtendenza Saipem +0,4%
In ribasso il settore auto, Cnh -3,77%; Ferrari -2,33%. Fra i finanziari i peggiori sono Unicredit -2,54% e Finecobank -2,23%. Il risparmio gestito brilla però ancora con Azimut +1,09%. Sempre in alta classifica la Juventus +1,73%, dopo l’ennesima vittoria in campionato. Buzzi, +1,51%, grazie anche alla valutazione positiva di Equita. Bene A2a +0,58% e Leonardo +0,53%. Fuori dal paniere principale De’ Longhi, -8,96%, paga lo scotto dei ricavi del quarto trimestre diffusi venerdì pomeriggio e leggermente sotto le attese.