Il coronavirus continua a tenere in scacco i mercati, che ripiombano in rosso dopo il recupero di ieri. I listini europei chiudono in netta perdita, anche se limitano i danni rispetto ai minimi di seduta: Piazza Affari cede l‘1,78% e scende a 21.554 punti base, con la Juventus (-5,85%) in maglia nera. Male le banche, a partire da Ubi -5,84%. Giornata di vendite anche sul secondario: lo spread fra decennale italiano e tedesco sale a 174 punti base (+5,26%) e il rendimento del Btp segna +1,06%. Intanto il governo ha deciso di stanziare 7,5 miliardi a sostegno dell’economia e delle famiglie, in risposta all’emergenza sanitaria ed economica; questo comporterà uno scostamento sul deficit dello 0,3% circa. La manovra in deficit sarà approvata la prossima settimana, dopo che l’Italia avrà ricevuto il via libera dalle autorità europee.
Nel resto d’Europa: Francoforte -1,54%; Parigi -1,9%; Madrid -2,58%; Londra -1,59%; Zurigo -1,24%.
Wall Street è partita stonata e viaggia in gran ribasso dopo che la California ha dichiarato lo stato di emergenza a causa dell’epidemia di Covid-19. È il terzo stato negli Usa a compiere questo passo dopo la Florida e lo Stato di Washington. Pesano sul Dow Jones le vendite su Boeing (-4,7%) e Jp Morgan (-3,5%). Banche e compagnie aeree risultano molto penalizzate anche in Europa, del resto il conto previsto dalla Iata per le conseguenze della diffusione del Covid-19 è compreso tra i 63 e 113 miliardi di dollari di fatturato per il solo trasporto passeggeri, a cui si aggiunge quello del ramo merci, non ancora disponibile.
L’euro si muove in progresso sul dollaro e aggancia quota 1,12, mentre cresce l’attesa per la riunione della Fed di metà marzo, da cui gli operatori si aspettano un ulteriore intervento sul costo del denaro dopo il taglio a sorpresa di due giorni fa.
L’aiuto delle banche centrali in queste ore non sembra però sufficiente a cancellare i timori verso un flagello che si sta espandendo e si sta rivelando più pericoloso e dannoso di quanto si poteva sperare in un primo momento.
La situazione favorisce l’oro, che ricomincia a correre e scambia a 1662,45 dollari l’oncia (+1,19%). Il petrolio passa in negativo, in attesa che si chiuda la riunione Opec+ e che la Russia si pronunci sugli ulteriori tagli alla produzione voluti dal cartello (1,5 milioni di barili al giorno). Brent -0,65%, 50,80 dollari al barile.
In Piazza Affari sono solo quattro le blue chip che resistono alle vendite: Exor +1,1%; Leonardo +1,02%; Recordati +0,31% Finecobank +0,25%; .
Prosegue la fase nera delle Juventus, che il 23 marzo perderà il suo posto sul Ftse Mib, per retrocedere fra le mid cap. Salirà Banca Mediolanum (-5,07%).
Il settore bancario resta fra i più penalizzati del listino. La conta delle perdite oggi parte da Ubi, mentre si rafforza il fronte dei soci deciso a opporsi all’ops lanciata da Intesa (-3,81%), con Domenico Bosatelli che, attraverso la holding di famiglia Polifin, è salito fino al 2,97% del capitale di Ubi, rafforzando la quota che fa capo al comitato azionisti di riferimento (CAR). Bosatelli ha ribadito il giudizio negativo all’offerta di Intesa, che entro sabato 7 marzo dovrà presentare alla Consob il prospetto per l’ops. Fra gli attori non protagonisti dell’operazione va giù anche Unipol -4,96%.
Non si rianima Banco Bpm -4,23%, male Mediobanca -4,19% e Banca Generali -3,94%. Azimut cede il 4,99% dopo i risultati, mentre prevede di chiudere il 2020 con un utile netto di 300 milioni di euro, ma sulla base di un andamento normale dei mercati finanziari.
Nella moda soffre Ferragamo -5,05%.
Petroliferi in picchiata con Saipem -5,13%. Soffre Telecom -4,68%.