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Wall Street da record, Piazza Affari trema su referendum e Mps

Settimo rialzo consecutivo per la Borsa americana: anche su petroliferi e high-tech l’effetto Trump – A Milano si attenua la pressione sui Btp ma il referendum crea ansia alle banche e il rischio bail-in per Mps in caso di mancato successo della conversione dei bond mette in allarme il mercato

Wall Street da record, Piazza Affari trema su referendum e Mps

“La scorsa settimana ci siamo concentrati a digerire la novità Trump. Ora, assorbita la novitàm, ci stiamo guardando intorno per capire cosa ci può riservare la gestione dei repubblicani”. Così un operatore di Wall Street illustra l’atmosfera elettrica del mercato azionario Usa, a caccia di nuovi temi per alimentare l’ascesa del Dow Jones, giunto al settimo giorno di rialzo consecutivo. Petrolio e tecnologia, già depressi a vantaggio dei titoli finanziari, hanno così potuto spiccare il volo nel bel mezzo di una luna di miele con il neo-presidente che promette di durare ancora per settimane, senz’altro almeno fino alla riunione della Fed che approverà il 13-14 dicembre il rialzo dei tassi, dato per certo dal 94% degli operatori: un record storico, quasi imprevedibile a pochi giorni della campagna elettorale più aspra della storia Usa. Tutto scontato, forse troppo, ammonisce Ray Dalio, il guru di Bridgewater: “Con l’aumento dei tassi molta gente si farà del male”.

Anche il governatore della Fed Daniel Tarullo è convinto che la Banca centrale Usa dovrà guardare molto da vicino la reazione dei mercati dopo la vittoria di Donald Trump, ma non ha bisogno di cambiare la propria linea di politica monetaria almeno finché non sarà chiaro quale sarà la risposta dell’economia. Per ora, dunque, si va avanti a briglie sciolte verso terre inesplorate, tra tensioni anti-global e la novità dell’asse Trump-Putin già in azione in Siria. Una minaccia per l’Europa? Forse, ma anche l’invito a rivedere una linea politica ingessata, mentre s’inasprisce il confronto tra Italia ed Unione Europea sul bilancio, la punta dell’iceberg della crisi di Bruxelles.

ASIA IN RIPRESA: A TOKYO ARRIVA SUPERMARIO

Seduta positiva per i listini asiatici (+0,3% l’indice Asia Pacific) e per gli Emergenti (+0,6%), già messi a dura prova dall’azione del dollaro e dei rendimenti dei T-bond (-7% dalla vittoria di Trump). In salita anche Hong Kong (+0,4%) e Sidney (+0,2%). Poco mosse le Borse cinesi. A Tokyo l’indice Nikkei avanza dell’1,1%. Brilla la stella di Nintendo (+4,6%) dopo l’annuncio che l’ultima versione di Super Mario sarà in vendita dal 15 dicembre.

Seduta al rialzo per tutti gli indici di Wall Street: Dow Jones +0,29% a 18.823 punti, quarto record assoluto consecutivo. Ancor meglio l’S&P 500 (+0,75%) e il Nasdaq (+1,1%). La Borsa Usa ha scelto nuovi temi su cui puntare. La spinta al rialzo è arrivata dal settore tech (+1,3%, ma ancora -3% dalla nomina di Trump) grazie al rimbalzo di Apple, Microsoft e Alphabet. Frena invece il comparto dei titoli finanziari (+13,9% dall’8 novembre).

ARIA DI ACCORDO OPEC: VOLANO I PETROLIFERI

Il vero protagonista del rally è stato però il settore energia (+2,7), trascinato dal rimbalzo del petrolio: Brent +5,9% a 47,06 dollari al barile, Wti a 45,86 (+5,9%). Tornano a salire le attese per un accordo Opec sulle quote di produzione al meeting del 30 novembre a Vienna. Il rialzo ha spinto all’insù i titoli del settore: Chevron +2,2%, Exxon +1,6%. A Piazza Affari Eni ha guadagnato l’1,9%, Saipem +4,4%, miglior titolo di giornata. Tenaris +1,1%. Fa eccezione Trevi, crollata in ribasso del 18% dopo la delusione dei risultati. Kepler-Cheuvreux ha consigliato di vendere.

MILANO PIATTA, IL DECENNALE TORNA SOTTO IL 2%

Riflettori accesi sull’Italia, su cui continua a pesare la sindrome da referendum ed il conflitto sui conti con Bruxelles. I future sulle Borse europee anticipano un avvio in rialzo dello 0,3%. Piazza Affari ha chiuso quasi piatta, a quota 16.682 punti (-0,02%), confermandosi fanalino di coda tra i maggiori indici europei. Parigi ha infatti segnato un +0,62%, seguita da Londra (+0,59%), Francoforte (+0,39%) e Madrid (+0,37%).

Buone notizie dal fronte macro. L’economia italiana ha ripreso a crescere nel terzo trimestre dopo la stagnazione registrata nel periodo aprile-giugno, segnando un incremento superiore alle attese grazie al contributo dell’industria e della domanda interna. L’incremento del trimestre è stato dello 0,3%, il rialzo acquisito da gennaio è dello 0,8%, pari all’obiettivo del governo per l’intero anno.

Si raffredda la febbre dei tassi. Il rendimento del decennale di riferimento, che lunedì aveva chiuso a 2,07% scende sotto la barriera del 2% (1,96% dopo aver toccato un minimo di seduta a 1,864%). Lo spread Italia-Germania si è ristretto nel pomeriggio fino a 165 punti base da una chiusura ieri a 178. Il differenziale fra i tassi dei decennali italiano e spagnolo è sceso fino a 44 punti base, dopo aver superato ieri i 50 punti base per toccare quota 53.

SCENDE IL COSTO DEL DENARO, LE UTILITIES ALZANO LA TESTA

Il calo dei tassi ha consentito il rimbalzo delle utility, penalizzate nei giorni scorsi dall’aumento del debito. A Milano avanzano Enel (+1,1%), Terna (+1,3%) e Snam (+1,8%). Giornata positiva anche per Telecom Italia (+1,6%), altra società molto indebitata e quindi molto sensibile alla dinamica dei tassi.

FRANA MPS: TIRO A SEGNO DELLA SPECULAZIONE SUI BOND

Ennesima giornata complicata per Banca Monte Paschi (-10%), venduta a piene mani dopo l’annuncio della proposta di conversione volontaria dei bond subordinati in nuove azioni. L’istituto intende promuovere l’offerta sui bond subordinati verso la fine di novembre.

Sulle varie emissioni continua l’azione della speculazione. Ieri, ad esempio, il bond subordinato settembre 2020, cedola 5,6%, ha segnato nel pomeriggio il prezzo di 75,05, con un rendimento in discesa a 14,57% rispetto al massimo della mattinata (prezzo di 80,95, per un rendimento del 12,12%). I premi offerti sugli 11 titoli rispetto alle quotazioni di venerdì oscillano tra il 23 e il 36% circa (eccezion fatta per uno dei Tier1, per cui il premio è del 3,6%).

“I premi concessi nel piano di conversione sono certamente interessanti – commenta Claudia Segre, presidente di Global Thinking Foundation -. È una conversione volontaria sulla quale JP Morgan e Mediobanca si giocano il tutto per tutto, sperando che l’adesione sia sostenuta e che faccia da buon viatico all’aumento di capitale che sarà avviato il 6 dicembre, quindi due giorni dopo l’esito referendario. I titoli consegnati riceveranno un corrispettivo che sarà obbligatoriamente reinvestito nell’aumento di capitale al prezzo definito per l’aumento stesso”.

Ancora in rialzo Cerved (+2,49%) all’indomani dell’annuncio dell’acquisizione della piattaforma di Mps per la gestione dei non performing loans.

BANCHE DEBOLI, CAMBIA LA SQUADRA ITALIANA DI SOCGEN

In forte calo Unicredit (-4,1%): viene meno per ora il traino della possibile fusione con Société Générale, che ieri ha assunto il responsabile global corporate banking per l’Italia di Bank of America, Alessandro Gumier, con il compito di guidare la divisione italiana.

Intesa è scesa del 2,2%, Banco Popolare -2%. Ubi, uscita dal paniere Msci global, ha perduto il 4,9%. L’istituto ha stipulato i due atti di fusione per incorporazione di Banca popolare commercio e industria e di Banca regionale europea. Le fusioni saranno efficaci dal 21 novembre. L’impatto sul Cet1 sarà pari a +30 punti base.

GLI ANALISTI BOCCIANO FERRAGAMO, FCA NEL MIRINO USA

Fiat Chrysler -0,8%, penalizzata da una class action per la presunta manipolazione dei test sulle emissioni. Deboli anche Ferrari (-0,18%) ed Exor (-0,6%). Meglio Cnh Industrial (+1,5%).

Tonfo di Ferragamo (-7%) dopo i conti trimestrali: ricavi pari a 303 milioni di euro, in lieve rialzo rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente (+1,7%). Ma, a cambi costanti, il trimestre si chiude con un calo del 6% anno su anno. L’utile operativo è sceso del 9,3% a 34,5 milioni di euro, peggio del previsto. Negativa la reazione degli analisti: Ubs ha tagliato il target price a 17,6 euro dai 18,6 euro precedenti confermando il giudizio Sell. Raymond James ha ridotto la raccomandazione a Market Perform da Outperform.

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