Il buon passo di Wall Street, nella mattinata americana, favorisce la chiusura in rialzo dei listini europei, al termine di un’ottava volatile, probabilmente la peggiore degli ultimi tre mesi a livello globale soprattutto a causa dei timori per l’inflazione, messi un po’ in ombra oggi negli Usa da alcuni dati macroeconomici peggiori delle attese.
Lo stop alla mascherina per i vaccinati anche al chiuso, annunciato da Joe Biden, restituisce inoltre fiducia nel futuro e favorisce gli acquisti su titoli di aziende molto penalizzate dai lockdown.
Anche in Italia la situazione pandemica migliora grazie alla campagna vaccinale e lunedì quasi tutte le regioni si tingeranno di giallo. In questo contesto Piazza Affari si apprezza dell‘1,14% a 24.766 punti, con gli investitori che trovano una bussola alle loro scelte nella pubblicazione di molte trimestrali. I conti fanno bene a Prysmian +4,54% (promossa da Morgan Stanley e SoGen); Interpump +3,25%; Azimut +3,1%. Penalizzano Inwit -2,97% e Atlantia -0,16%, mentre le prese di beneficio pesano su Pirelli -0,62%.
Tornano a correre le banche, nell’attesa di novità sul tema aggregazioni. Sale in particolare Banco Bpm +3,04%, che diventa “buy” da “hold” per Deutsche Bank , mentre il prezzo obiettivo passa a 3,1 euro da 2,7 euro precedente. Il progresso è consistente per Unicredit +2%.
Fuori dal paniere principale domina la scena Datalogic, +14,97%, grazie a un trimestre migliore delle attese e alle stime per il 2021. Sul fronte opposto Erg (-5,05%) dopo i dati sul piano strategico al 2025, i risultati del trimestre e la revisione al rialzo delle stime di Ebitda e investimenti per quest’anno. I realizzi affossano Geox -3,4%, mentre resiste alle vendite Tod’s che chiude piatta.
Il rosso si conferma il colore dominante sul secondario: lo spread fra decennale italiano e tedesco sale a 118 punti base e il tasso del Btp cresce ancora leggermente a +1,03%. Bankitalia, nel suo bollettino, segnala che in marzo il debito tricolore è salito ulteriormente: +6,9 miliardi rispetto a febbraio, per un totale di 2.650,882 miliardi.
Nel resto d’Europa Francoforte guadagna l‘1,41%, Parigi +1,54%, Amsterdam +1,31%, Madrid +2%, Londra +1,17%. A New York i tre indici principali sono in netto rialzo, spinti dai tech ma anche da compagnie aeree e di navigazione, reteiler e società d’intrattenimento.
Inaspettatamente le vendite al dettaglio negli Usa nel mese di aprile sono rimaste invariate rispetto a marzo e la produzione industriale è cresciuta nello steso periodo dello 0,7% (meno del previsto). Il quadro favorisce i titoli di Stato, che registrano prezzi in aumento e tassi in calo, anche se gli investitori continuano a monitorare i dati sull’inflazione, i segnali di carenza di manodopera e i prezzi delle materie prime che all’inizio della settimana hanno indotto il mercato a scommettere che la Federal Reserve ridurrà il suo supporto prima del previsto.
Si è parlato di tensione sui prezzi anche nell’ultima riunione della Bce, che ha pubblicato oggi i verbali in cui ribadisce che l’inflazione è aumentata negli ultimi mesi a causa di alcuni “fattori idiosincratici e temporanei”, mentre “le pressioni sottostanti sui prezzi sono rimaste contenute nel contesto di un significativo rallentamento economico e di una domanda ancora debole.
Sul mercato valutario l’euro si apprezza sul dollaro e si muove intorno a 1,21, mentre ripartono gli acquisti sulle materie prime, in particolare il petrolio. Il Brent scambia a 68,45 dollari al barile in rialzo del 2,1%.