Mercati volatili in Europa: dopo una giornata positiva torna il segno meno su molte piazze del continente, a partire da Milano, la peggiore, che chiude con -0,95%, Madrid, -0,8%, Zurigo -0,6%. In parità o poco sopra si collocano Francoforte, Londra, Parigi. Svetta Atene: +0.56%. Parte in negativo Wall Street e dopo i primi minuti di scambi il Dow Jones cede 50 punti, lo 0,27%, a quota 18.278. L’S&P 500 lascia sul terreno 7 punti, lo 0,33%, a 2.156. Il Nasdaq retrocede di 14 punti, lo 0,26%, 5.314.
Di fatto di sgonfia l’effetto petrolio, che ieri ha sostenuto i listini con un balzo del 3%, mentre oggi arretra dello 0,35%, riportandosi a 53,57 dollari al barile. Delude anche la prima delle trimestrali “corporate” attese a New York. Alcoa, colosso dell’alluminio, perde il 6% al pre-mercato dopo aver presentato conti inferiori alle aspettative: profitti per 166 milioni di dollari, 33 centesimi per azione, contro i 44 milioni, 6 centesimi per azione, dello stesso periodo dell’anno scorso. Escludendo le voci straordinarie, la società ha incassato profitti per 32 centesimi per azione, meno dei 35 centesimi previsti dagli analisti. Il fatturato è calato del 6% da 5,57 a 5,21 miliardi, mentre le stime erano per 5,31 miliardi.
Si rafforza nel frattempo la convinzione di un rialzo dei tassi entro dicembre da parte della Federal Reserve, che domani pubblicherà i verbali della riunione di settembre. Sulla scia di questa convinzione il dollaro sale al massimo da 11 settimane e a metà pomeriggio la divisa statunitense guadagna lo 0,3% sul paniere delle sei principali controparti valutarie. L’euro perde lo 0,57% e viene scambiato a 1,107. Ancora in calo anche la sterlina, che in mattinata arriva a perdere lo 0,85%, avvicinandosi a – 6% da quanto la premier Theresa May ha delineato i suoi piani per un ‘hard Brexit’ e il 19% dal giorno del referendum (23 giugno) a favore dell’uscita dalla Ue. Una flessione che avvantaggia le multinazionali britanniche che fatturano soprattutto all’estero e che porta l’indice Ftse-100 in rialzo.
In Piazza Affari sono sotto pressione soprattutto i petroliferi: verso la chiusura Tenaris segna -3,16%, Eni -1,91%. Un po’ meglio Saipem -0,22%, per il ruolo che potrebbe svolgere nel Turkish Stream, dopo l’accordo siglato ieri a Istanbul da Vladimir Putin e Tayyp Erdogan.
Fra i titoli migliori della giornata svetta Banca Popolare dell’Emilia-Romagna che, a meno di un’ora dalla chiusura, totalizza un rialzo del 6,05%. Contrastate Banca Popolare di Milano -0,65% e Banco Popolare +0,59%, in vista delle assemblee di sabato. Invariata Mps.
Il lusso si avvantaggia dell’ottima performance di Lvmh, che ha chiuso il terzo trimestre con vendite per 9,138 miliardi, in progresso del 6,5% (nei nove mesi il fatturato è di 26,3 miliardi, +4%). Nel Ftse Mib Salvatore Ferragamo guadagna il 2,12%, Luxottica lo 0,86%, Moncler l’1,05%.
In Asia protagonista negativa della giornata è Samsung Electronics, che perde fino al 8% sul mercato di Seul dopo aver annunciato lo stop alla produzione e alla vendita degli smartphone Galaxy Note 7, sconsigliandone anche l’utilizzo. Una decisione che avvantaggia Apple, il cui titolo oggi è in rialzo del 2,14%, e gli altri concorrenti.
Negli States rialza il capo Twitter, dopo la batosta di ieri: a quanto pare Salesforce non si è completamente defilato, ma sta ancora trattando un potenziale acquisto del gruppo californiano. Fra le altre notizie da segnalare: in ottobre migliora l’indice di fiducia di analisti e investitori sulle prospettive dell’economia italiana.
È quanto risulta da un’indagine congiunturale dell’istituto di ricerca tedesco Zew: l’indice italiano, passa a +0,5 da -0,5 di settembre. Nella zona euro l’indice arriva a +12,3 da +5,4. Le sofferenze delle banche d’altra parte continuano a crescere in Italia, ma un po’ meno: il tasso di crescita in agosto scende a +0,1% da +0,3%. Dopo l’aumento dei prezzi del greggio risale intanto anche l’indice forward breakeven a cinque anni, che indica le aspettative di inflazione del mercato ed è uno dei parametri seguiti dalla Banca centrale europea, +1,385%.
Si fanno passi avanti intanto a livello europeo su una tassa sulle transazioni finanziarie: “Siamo praticamente alla fine – sostiene il ministro Pier Carlo Padoan -. Abbiamo fatto importanti progressi dando mandato alla Commissione di preparare una bozza di legislazione che speriamo possa tradursi in un lancio della misura a breve anche se non tutto è stato risolto”.
Sul fronte Usa Morgan Stanley, in una lettera agli investitori, suggerisce azioni del settore industriale, in vista di un aumento delle spese per la difesa nel 2017, chiunque sarà il nuovo inquilino della Casa Bianca.