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Wall Street contagia le Borse europee: Piazza Affari in netto rialzo

L’accordo sui dazi usa-Cina fa volare Wall Street – Un tris di banche (Ubi, Banco Bpm e Unicredit) trascinano il Ftse Mib al rialzo insieme a Tenaris e Nexi – Vendite invece sulla Juventus e sulle utilities.

La possibilità di un’intesa commerciale con la Cina mette di buon umore i mercati, da  Wall Street a Piazza Affari, che chiude in rialzo dell‘1,02%, a 23.390 punti, con le banche in grande spolvero. Finale in verde anche per Francoforte +0,59%; Parigi +0,4%; Madrid +78%. Londra sale dello 0,81%, nel giorno del voto e in attesa del responso delle urne sul futuro governo del paese. 

Il petrolio festeggia: Brent 64,4 dollari al barile, +1,08%. A dare corpo alla fiducia è un Tweet di Donald Trump: “Siamo molto vicini a un grande accordo con  la Cina – dice – Loro lo vogliono, quindi facciamolo!”. In parallelo il Wall Street Journal scrive che i negoziatori Usa hanno proposto di cancellare la nuova tornata di dazi su beni di importazione cinese che dovrebbero entrare in vigore domenica 15 dicembre, nell’ambito di un tentativo di definire un accordo di ‘fase uno’ tra le due potenze. Citando fonti, il quotidiano aggiunge che i negoziatori dell’amministrazione Trump hanno inoltre offerto una riduzione fino al 50% delle tariffe già esistenti su 360 miliardi di dollari di prodotti cinesi.

Parole che mettono un po’ in ombra tutto il resto: dalle decisioni della banche centrali (Fed ieri, Bce oggi) che, per la verità, hanno lasciato le bocce ferme, ai dati macroeconomici, al futuro della Gran Bretagna e della Ue.  

A Milano gli acquisti premiano soprattutto le banche: Ubi, +3,96%; Unicredit +3,17%; Banco Bpm +3,13%; Intesa +1,8%. Fuori dal paniere principale Mps, +2,51%.

In grande evidenza Nexi, +2,45%, che nelle ultime sedute continua ad aggiornare i suoi massimi, sorretta da indiscrezioni di stampa in base alle quali Cdp sarebbe favorevole alle nozze con Sia per creare un colosso dei pagamenti elettronici e si starebbe adoperando per accelerare l’unione.

In pole position Tenaris +2,58%. Fiat, +2,47%, grazie anche al fatto che è stato approvato l’accordo con il sindacato Usa Uaw sul contratto di lavoro, passaggio decisivo secondo gli analisti per la fusione con Psa. In scia Exor +2,33%.

Bene Stm +2,32%; Unipol +1,85%. In fondo al listino la Juventus -2,3%; A2a -1,09%; Italgas -0,8%; Amplifon -0,77%; Moncler -0,73%. Fuori dal paniere principale nuovo bagno di sangue per Safilo, -3,02%. La seduta è positiva sul secondario, con lo spread fra decennale italiano e tedesco in calo a 150 punti base (-2,61%) e il rendimento del Btp a 1,23%. 

L’euro perde contro il dollaro, dopo una fase di recupero e scambia a 1,11. Christine Lagarde, al suo esordio alla guida della riunione del direttivo della Bce, che ha lasciato invariati tassi e acquisti, dice che la politica monetaria europea resterà accomodante, anche perché sono state riviste al ribasso le previsioni di crescita 2020, dall‘1,2% all‘1,1%. La numero uno di Eurotower annuncia però, per il prossimo anno, una “revisione strategica” della politica monetaria “complessiva, che guarderà a ogni aspetto e avrà bisogno di tempo”, anche se non ne richiederà “troppo”.

A chi s’interroga sul suo stile, replica: “Non sono né una colomba né un falco, la mia ambizione è di essere una civetta, dotata di saggezza”. Per quanto riguarda il Mes sottolinea che l’idea che prenda di mira un singolo paese è del tutto fuorviante. Mentre si dice contenta dell’apertura del governatore della Banca d’Italia Ignazio Visco a porre dei limiti sull’esposizione delle banche al debito sovrano. “È un grosso passo avanti – sostiene – e qualsiasi passo avanti in questa area è una buona notizia”

Le decisioni della Bce arrivano all’indomani di quelle della Fed, che ha scelto di mantenere i tassi di interesse invariati e segnalato l’intenzione di non apportare cambiamenti alla sua politica monetaria almeno fino alla fine del 2020. Oggi gli scambi a Wall Street sono partiti in calo, a causa di notizie negative dal fronte macroeconomico, perché le richieste iniziali per i sussidi di disoccupazione hanno toccato i massimi da oltre 2 anni e i prezzi alla produzione hanno evidenziato una mancanza di pressione inflativa. Il cambio di rotta è arrivato dopo le parole di Trump. Al momento l’euforia sembra placarsi e Dow, S&P e Nasdaq si muovono cautamente in territorio positivo.

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