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Wall Street apre in rosso, poi rialza la testa. Europa in recupero

Dopo le perdite record registrate da Wall Street in quello che è ormai stato ribattezzato come l’ennesimo “lunedì nero” della Borsa americana e i ribassi cospicui di venerdì scorso, l’azionario Usa si tinge di nuovo di rosso intenso.

Nonostante in mattinata i futures (positivi) avessero lasciato sperare in una giornata positiva, dando conseguentemente respiro anche alle Borse Europee, i listini di Wall Street hanno aperto le contrattazioni in profondo rosso, con ribassi superiori al 2%. 

Ma le perdite durano pochi minuti. Alle 15.44, con un colpo di coda, gli indici Usa tornano in territorio positivo, accennando un tentativo di recupero via via sempre più deciso..

Il Dow Jones, che ieri aveva perso 1.300 punti (-4,6%), registrando il maggior calo di sempre in termini assoluti, guadagna attualmente lo 0,5%, ben al di sopra della soglia psicologica di 24mila punti. Su anche lo S&P500 che dopo aver lasciato sul terreno il 4,3% (peggior ribasso da agosto 2011), viaggia in rialzo dello 0,47% a 2661 punti.

Si salva anche il Nasdaq (-3,78% ieri) che sale dell’0,6% a  4525 punti. 

L’apertura di Wall Street ha inevitabilmente condizionato anche l’andamento delle Borse europee, che prima ampliano le perdite poi provano a rialzare la testa. La peggiore è Madrid (-2,08%) seguita da Parigi (-1,94%), Francoforte (-2,05%) e Londra (-1,74%).

Il Ftse Mib viaggia a -0,79% a quota 22.641 punti. Due i titoli in rialzo: Intesa Sanpaolo, che guadagna attualmente l’1,57% spinta dal nuovo piano d’Impresa presentato oggi a Milano, e Bper (+0,2%)

Tornando oltre oceano, il mercato Usa continua dunque a soccombere alla paura. Alla base della caduta ci sono infatti le preoccupazioni sulle prossime mosse della Federal Reserve. La domanda è una sola: dato il miglioramento dell’economia e la ripresa dell’inflazione, la banca centrale americana alzerà i tassi d’interesse più in fretta del previsto?

La risposta è nelle mani di Jerome Powell, da ieri ufficialmente alla guida della Fed, che si troverà immediatamente ad affrontare il primo, duro, esame del suo mandato.

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