All’indomani di una seduta in forte calo, Wall Street apre in rialzo. E’ il rimbalzo del petrolio, il primo dopo due sedute di fila in forte calo, a condizionare ancora una volta i corsi azionari. Gli investitori sembrano sperare in un potenziale accordo su un taglio alla produzione tra Opec e Paesi non membri come la Russia: una simile intesa sembra però improbabile, lo ha ha persino detto Vladimir Voronkov, rappresentante russo all’Opec, citato dall’agenzia Interfax. Secondo lui raggiungere un “consensus tra i Paesi Opec nel tenere un meeting [con i Paesi non membri] è difficile da ottenere”.
Certo è che i mercati restano in preda alla volatilità ma Lloyd Blankfein, amministratore delegato di Goldman Sachs, sostiene che “in parte si tratta di reazioni eccessive”. Secondo lui il ritracciamento dell’azionario “ha senso. Se ci troviamo in una crescita mondiale più lenta e i multipli si stanno riducendo. In un contesto più rischioso si ha l’S&P 500 più o meno sui livelli attuali”. Dopo i primi minuti di scambi, il Dow Jones sale di 87 punti, lo 0,54%, a quota 16.240. L’S&P 500 aggiunge 9 punti, lo 0,47%, a quota 1.912. Il Nasdaq guadagna 24,42 punti, lo 0,52%, a quota 4.540. Il petrolio a marzo sale al Nymex del 3% a 30,80 dollari al barile. Si resta in attesa delle scorte settimanali Usa.
A livello societario, Yahoo cede il 3% all’indomani dei conti trimestrali (sopra le stime) e di un piano per ridurre la forza lavoro del 15%, di chiudere 5 uffici tra cui quello di Milano e di “valutare alternative strategiche”. L’ad Marissa Mayer oggi si è detta fiduciosa nella strategia del gruppo Internet ma il mercato non sembra crederci. Nel giorno dei conti General Motors scivola dell’1,35% nonostante in Nord America abbia registrato profitti record lo scorso anno; le perdite registrate in Europa sono scese nel 2015 a 813 milioni da 1,4 miliardi del 2014, portando il gruppo di Mary Barra più vicino a centrare l’obiettivo di un ritorno alla redditivita’ nell’anno in corso. Ford Motors scivola dell’1%: il gruppo ha annunciato centinaia di esuberi in Europa. Fiat Chrysler perde solo lo 0,16%.