Donald Trump, dopo aver nominato il conservatore Brett Kavanaugh alla Corte Suprema, parte stasera alla volta di Bruxelles, deciso a replicare al vertice Nato la scena dell’elefante nella cristalleria europea, già messa a soqquadro. La strategia strong è sostenuta anche dall’euforia per i successi che continua a mietere la locomotiva americana, il motore dell’economia globale.
Non a caso i mercati già pregustano i risultati della prossima campagna delle trimestrali Usa, che prende il via oggi con i conti di Pepsico. L’atmosfera positiva contagia anche l’Asia e l’Europa, alle prese con la crisi politica del Regno Unito: perde colpi la sterlina, un accordo con la Ue sulla Brexit appare sempre più difficile. Un grosso problema ma che non sembra in grado di guastare la festa dei mercati che, per ora, ha relegato in secondo piano la guerra dei dazi.
SI RIPRENDE LO YUAN, RISCOSSA PER XIAOMI
Stamane Le Borse dell’Asia proseguono nel rimbalzo, dai minimi degli ultimi nove mesi toccato la scorsa settimana.
In Cina riprende fiato lo yuan, a 6,60 su dollaro. I dati mostrano che nell’ultimo mese, la banca centrale cinese è riuscita a controllare il deprezzamento della valuta senza intaccare le riserve, perlomeno quelle valutarie: in giugno, queste ultime sono addirittura salite. Probabile che la Banca del Popolo della Cina abbia usato le riserve aurifere
L’indice CSI 300 dei listini di Shanghai e Shenzhen si avviano a chiudere in lieve calo, in assestamento dopo il +2,7% di ieri.
La Borsa di Hong Kong sale dello 0,2%. Xiaomi, la società dell’alta tecnologia cinese, è in ripresa (+8%) dopo il flop dell’esordio sul listino (-1,5%).
L’indice Nikkei di Tokyo guadagna lo 0,9%, mentre lo yen si indebolisce a 111,1 su dollaro, livello che non si vedeva da gennaio.
LA MIGLIOR SEDUTA USA DEL MESE. BANCHE IN VOLO
Wall Street ha vissuto ieri la miglior seduta dell’ultimo mese. Dow Jones +1,31%, S&P500 +0,88%, Nasdaq +0,9%.
Bank of America Merrill Lynch ha rivisto al rialzo le stime di utile per azione dell’indice S&P500 per fine anno a 159 dollari, +4% dalla precedente stima. L’utile per azione delle 500 società dell’Indice S&P500 dovrebbe crescere quest’anno del 20% rispetto al 2017, soprattutto grazie al contributo del settore petrolifero.
SALE CATERPILLAR, TONFO DI TWITTER
In grande evidenza gli industriali, Caterpillar +4,1%. Fanno ancor meglio i titoli bancari (+2,7% l’indice di settore).
La Federal Reserve ha segnalato che i prestiti al consumo sono saliti in maggio del 7,6% a 3.900 miliardi di dollari: si tratta dell’incremento mensile più forte da novembre.
Twitter perde il 7%. Il Washington Post ha scritto che la società ha fatto pulizia tra gli utenti, sospendendo oltre 70 milioni di account.
SAIPEM SUPERSTAR DEI PETROLIFERI
Grandi manovre sul fronte del petrolio. La Corea del Sud ha iniziato a stoppare l’acquisto di petrolio dall’Iran in vista dell’entrata in vigore delle sanzioni americani contro Teheran e la Cina potrebbe alzare i dazi sull’import di greggio Usa del 25%. Due fattori in grado di creare scompiglio sul mercato petrolifero.
Il Brent ha chiuso in rialzo dell’1,2%, stamattina è trattato a 78,5 dollari il barile sulle piazze asiatiche, +0,5%. Bloomberg segnala che le scorte di greggio degli Stati Uniti dovrebbero segnare questa settimana un calo, il quarto in cinque settimane. Torna però ad accelerare l’attività esplorativa Usa (la scorsa settimana il numero totale delle trivelle attive era 863 in aumento di 5 unità).
In questa cornice in Piazza Affari accelerano i petroliferi. Tonica Saipem, miglior titolo del listino principale di Piazza Affari con un rialzo del 3,91%, spinta dal giudizio positivo di Morgan Stanley e dalle indiscrezioni secondo cui il gruppo è vicino all’aggiudicazione di un contratto nell’offshore dell’Azerbaijan del valore di 1 miliardo di euro. Si tratta di una grande installazione sottomarina nel Mar Caspio e il cliente è Total.
In terreno positivo anche Eni (+1%). JP Morgan alza il target price a 16 euro da 14 euro, ma conferma underperform. Tenaris +2,56%.
DRAGHI SPINGE I LISTINI EUROPEI
Le parole di Mario Draghi hanno contribuito a confortare i listini europei nel giorno in cu torna ad imporsi all’attenzione dell’Eurozona il nodo della Brexit. Le dimissioni di Boris Johnson dall’esecutivo britannico poche ore dopo l’uscita di David Davis indeboliscono ulteriormente la premier Theresa May. Il rischio di un’uscita di Londra senza accordi con Bruxelles si è tradotto in una brusca frenata della sterlina sull’euro, trattato a 0,8968 e sul dollaro a 1,3248. La stessa May, dopo aver reso omaggio ai ministri dimissioni, ha dichiarato che l’Unione europea dovrà lavorare in maniera costruttiva sulla sua proposta oppure si rischierà la separazione senza un deal.
MILANO +0,5%, POUND DEBOLE, SALE LA CITY
La Borsa di Milano è tornata sopra quota 22 mila dopo due settimane di apnea. L’indice +0,5% ha chiuso a 22.023 punti su scambi per 1,54 miliardi. La performance da inizio 2018 del FtseMib è poco sopra lo zero (+0,8%).
Positivi anche gli altri mercati dell’Eurozona che hanno voltato le spalle alle preoccupazioni per la guerra commerciale innescata dalle misure adottate dall’amministrazione Trump, proseguendo la strada del rialzo imboccata a inizio luglio. Francoforte e Parigi mettono a segno un rialzo attorno allo 0,4%, Madrid +0,2%. Le esportazioni tedesche sono cresciute a maggio dell’1,8%, contro il +0,7% dell’import.
La fiducia degli investitori della zona euro a luglio ha posto fine a cinque mesi consecutivi di flessione.
L’indice Sentix relativo al mese in corso è salito a 12,1 da 9,3 di giugno; il dato è superiore alle previsioni degli economisti,
Londra (+0,92%) ha fatto meglio di tutti sull’onda della svalutazione della sterlina.
“IL TARGET 2 NON CREA PREPCCUPAZIONE”
“La fiducia sulla dinamica dell’inflazione sta aumentando”, ma “la fine attesa degli acquisti netti di titoli a dicembre 2018 non significa che la nostra politica monetaria cesserà di essere espansiva”. Mario Draghi, nel suo primo intervento al Parlamento europeo dopo l’annuncio della fine del Qe ha voluto ribadire che “la fine degli acquisti netti di titoli a dicembre 2018 non significa che la nostra politica monetaria cesserà di essere espansiva”.
Acqua sul fuoco dell’allarme per la crescita dell’esposizione italiana sul sistema Target 2: “Non è qualcosa che non si è mai visto prima”, ha detto il presidente della Bce a proposito del saldo negativo record dell’Italia, pari a 480,94 miliardi di euro a giugno della Banca d’Italia verso le altre banche centrali dell’Eurozona. Importante semmai sarà procedere sulla strada dell’assicurazione comune dei depositi bancari: “Non dobbiamo arenarci sulla distinzione fra riduzione dei rischi e condivisione dei rischi”.
A proposito delle scelte politiche del nuovo governo italiano Draghi ha detto che “dobbiamo aspettare ancora per emettere un giudizio. Il test saranno i fatti, finora ci sono state parole ma queste parole sono cambiate, dovremo vedere i fatti prima di poter esprimere un’opinione”.
ALL’ASTA GIOVEDÌ 6,45 MILIARDI DI BTP
Partito a 240 punti base da 244 venerdì sera, lo spread tra Btp e Bund ha terminato la seduta a 237 centesimi. il rendimento del decennale è sceso al 2,68%.
In occasione dell’asta del prossimo 12 luglio, il Tesoro metterà a disposizione degli investitori fra 4,5 e 6,5 miliardi di euro nelle riaperture di quattro titoli di Stato.
In particolare, saranno offerti tra 1,5 e 2 miliardi di euro nella settima tranche del Btp a 3 anni aprile 2021, cedola 0,05%; tra 1,5 e 2 miliardi della nona tranche Btp a 7 anni maggio 2025, cedola 1,45%, tra 750 milioni e 1,25 miliardi della 12esima tranche del Btp a 15 anni (settembre 2033, cedola 2,45%) e un identico importo per la quarta tranche del Btp a 20 anni (settembre 2038, cedola 2,95%).
RBS PROMUOVE UNICREDIT, BUFERA IN CARIGE
Giornata positiva per il comparto bancario: l’indice di settore è salito dello 0,63%. In evidenza Unicredit +1,4% ( -4% da inizio anno). Gli analisti di Rbc Capital hanno inserito il titolo nella lista dei titoli preferiti (top pick), confermando il giudizio Outperform con target price a 21 euro. Unicredit sta anche lavorando alla cessione dell’austriaca Card Complete Service Bank.
Sale Banco Bpm (+1,5%). All’asta di domani per i crediti in sofferenza dovrebbero partecipare sei soggetti. La banca potrebbe cedere fino a 10 miliardi di euro di Npl. Ubi Banca +1,2%. In controtendenza Carige (-2,33%) dopo che le ultime dimissioni nel board dell’istituto.
Nel gestito si mette in luce Anima (+3,3%), nonostante una raccolta negativa a giugno per 473 milioni euro: ha pesato il disinvestimento di un cliente istituzionale per circa 200 milioni.
RIMBALZA PRYSMIAN, TORNA A CORRERE MONCLER
Nel resto del listino robusto rimbalzo di Prysmian (+2,56%): è in corso l’aumento di capitale della società per un importo totale di 500 milioni di euro.
Andamenti divergenti nel lusso. Ferragamo (-1,6%) prosegue la discesa segnando nuovi minimi dal novembre 2016 a 19,305 euro James Ferragamo, vicepresidente del gruppo, ha escluso la vendita dell`azienda.
Moncler si muove in rialzo dell’1,57% a 37,50 euro. Hammer Partners ha annunciato di avere avviato la copertura con un giudizio Sell e un prezzo obiettivo di 32,7 euro. Da inizio anno ha guadagnato il +43%, migliore performance tra le blue chip milanesi dell’indice FtseMib, ma è reduce da tre settimane negative di seguito, l’ultima chiusa con una perdita del 5%.
PAUSA NEL RALLY DELLA JUVENTUS
Poco mosso l’automotive: Fiat Chrysler +0,7% e Ferrari +0,3%.
Prese di beneficio sul titolo Juventus (-3,36%) in attesa degli sviluppi dell’operazione d’acquisto di Cristiano Ronaldo. Il titolo del club bianconero conserva comunque un guadagno di quasi il 30% nell’ultima settimana. Tonica AS Roma(+5,03%).
Tra le mid cap si è messo in luce il gruppo editoriale Gedi (+5%), che tenta il rimbalzo dai minimi. Bene anche Biesse (+3%) e Maire Tecnimont (+1,7%).
BOOM DEL MATTONE A MILANO
Poco mossi gli immobiliari. CoimaRes invariata. Una ricerca di BNP Paribas sul mercato immobiliare mette in luce che volumi /transazioni nel segmento Uffici a Milano nel secondo trimestre 2018 sono cresciuti del 64% rispetto allo stesso periodo di un anno prima.