La Vuelta non ha il carisma del Giro e non sa di leggenda come il Tour, ma da qualche anno i suoi organizzatori confezionano un percorso mai banale che riserva sempre qualche imprevisto. Magari, come quest’anno, scontenta fin troppo i velocisti che di fatto l’hanno disertata per le troppe montagne e i tanti arrivi in salita ma lo spettacolo fin qui non è davvero mancato in questa edizione che finalmente dopo stagioni di attesa sta mandando in onda quello scontro stellare di big che è finora sempre mancato al Tour (per la manifesta superiorità di Froome) e al Giro (per le troppe pesanti assenze).
Merito soprattutto di Nairo Quintana che dopo l’acuto sulla Camperona, ha replicato alla grande conquistando tappa e maglia rossa sull’ascesa ai Lagos de Codevonga. Due attacchi che per la prima volta hanno visto il colombiano staccare Chris Froome che però è tutt’altro che rassegnato. La vittoria in cima a Pena Cabarga, pur non distanziando Quintana, è stato il primo squillo di tromba del britannico su un traguardo che lo aveva già visto vincitore nel 2011.
Nella Vuelta che entra domani nell’ultima settimana di corsa sono loro i due grandi favoriti per la vittoria finale a Madrid: a favore di Quintana ci sono ancora tante montagne, a vantaggio di Froome la crono della terzultima giornata. Il distacco che divide i due, appena 54 secondi , non mette al riparo la maglia rossa sulle spalle del Condor colombiano dall’assalto del keniota-bianco, che non sarà il marziano di quando corre il Tour, ma che ha tanta voglia di essere il primo corridore a fare la doppietta Tour-Vuelta nella stesso anno da quando la corsa spagnola è stata spostata a cavallo di agosto e settembre nel calendario internazionale.
Anche il tappone pirenaico di ieri, tutto in territorio francese, con l’arrivo sul mitico Aubisque, che ha visto il successo dell’olandese Robert Gesink, si è chiuso ex aequo per i due big della Vuelta anche se Quintana ha cercato più volte di staccare Froome senza peraltro riuscirci. Un match pari che fa certamente più piacere al britannico che al colombiano.
L’Aubisque ha però emesso pesanti sentenze per alcuni protagonisti fin qui della Vuelta: in particolare per Alejandro Valverde che all’arrivo ha accusato un ritardo di oltre 10 minuti, un crollo che l’ha fatto precipitare dal terzo al 19esimo posto della generale. Il campione murciano è ancora maglia verde, leader della classifica a punti, ma sembra irrimediabilmente fuori gioco per la zona podio. Anche per un altro grande di Spagna, Alberto Contador, questa Vuelta è sempre è più complicata ed amara complice anche la sfortuna di una caduta: nessun crollo verticale, ma non c’è ascesa in cui il Pistolero non perda qualcosa da Quintana e Froome.
Non è ancora una resa ma anche ieri sull’Aubosuqe Contador ha pagato un dazio di 20”. In classifica il tre volte vincitore della Vuelta è oggi sesto a 3’28” dalla maglia rossa. Anche il podio come terzo appare un obiettivo non facile visto che davanti a lui ci sono Chaves, Simon Yates e il ceco Konig, tre giovani – soprattutto Chaves –che hanno l’aria di essere più in palla del campione di Pinto. Primo degli italiano, che finora hanno colto una vittoria di tappa con Valerio Conti, è Michele Scarponi, nono a 5’37” da Quintana.