L’Angliru, con le sue pendenze mozzafiato, se assegna la Vuelta a Chris Froome, consegna tra i miti del grande ciclismo Alberto Contador, protagonista a un giorno dall’addio alle corse di un’epica cavalcata solitaria per domare la montagna infernale e ottenere l’ultima e e forse la più bella vittoria di una carriera straordinaria da fuoriclasse. Non si ricorda un campione che abbia saputo chiudere la sua attività agonistica con un’impresa al limite dell’impossibile come quella di Contador, un’impresa voluta e sognata dopo giorni di continui attacchi ed è bello che proprio in cima a un monte entrato nella leggenda del ciclismo, ieri avvolto nella nebbia, il Pistolero abbia sparato l’ultimo colpo scattando subito appena la strada si è impennata.
Ha piantato in asso il gruppo di Froome e Nibali e pedalando en danseuse ha incominciato a raggiungere, uno dopo l’altro, i battistrada: Bardet, Yates, Soler cercavano di stargli a ruota ma poi si impiantavano, quasi stregati da quel eroe che stava confezionando uno dei più belli spot per il ciclismo. Un finale palpitante con la folla impazzita per un campione che aveva l’Angliru come ultima occasione per vincere ma che alle spalle vedeva ridursi il vantaggio nei confronti di Froome che con il compagno Poels era partito al suo inseguimento staccando il resto della compagnia per mettere in cassaforte la sua maglia rossa centrando la storica doppietta della Vuelta dopo aver vinto il Tour. L’arrivo di Contador era un trionfo che emozionava tutti, non solo i suoi fan spagnoli. Poels e Froome sopraggiungevano 17” dopo. Per il britannico era il primo trionfo in terra iberica dopo tre secondi posti. A 35” era la volta di Zakarin che con un allungo negli ultimi km ha distaccato di quel che basta per scavalcare Kelderman e assicurarsi il terzo posto che vale il podio finale.
Nibali, sesto a 51” preceduto dal fido Pellizzotti, difende il secondo posto nella generale – a 2’15” da Froome – anche se ancora una volta esce sconfitto dall’Angliru come capitò nel 2013 quando non riuscì a ribaltare la classifica a suo favore nei confronti di un altro Christopher, l’americano Horner che alle soglie dei 42 anni vinse a sorpresa la Vuelta. A perdere il podio, sui muri al 23% degli ultimi tornanti dell’Angliru, è stato Kelderman che giungendo ottavo a 1’11” da Contador scivola al quinto posto superato anche dal Pistolero. Deludente Angel Miguel Lopez che ha subito perso le ruote dei migliori, mentre per Fabio Aru una giornata da dimenticare che lo ha visto scivolare nelle retrovie fino ad accusare sul traguardo un ritardo di oltre 15 minuti, precipitando al 13esimo posto della classifica con più di 21 minuti da Froome.