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Voucher: una resa ignominiosa

Il decreto preannunciato dal ministro del Lavoro Poletti equivale ad alzare bandiera bianca di fronte alle forze più reazionarie del sindacato, Cgil in testa. In verità, il 70% dei percettori di voucher sono pensionati o persone che già hanno un lavoro e il 60% è stato strappato al lavoro nero. Ma a furia di ritirate strategiche, Renzi e Gentiloni rischiano di essere ributtati in mare

Voucher: una resa ignominiosa

Il Governo ha deciso di alzare bandiera bianca: per evitare il referendum indetto dalla Cgil sui voucher sta per essere varato un decreto che annulla completamente lo strumento, magari riservandone l’uso alle sole famiglie. Una vittoria delle forze più reazionarie del sindacato che per motivi astrattamente ideologici coniugati con intenti concreti di una politichetta di potere e prestigio, distruggono uno strumento utile a far uscire una serie di lavori marginali dal “nero”, oppure favorire l’occupazione saltuaria di pensionati o giovani studenti.

La battaglia della Cgil sui voucher si basa su una vera e propria falsificazione della realtà. Dai dati Inps risulta chiaro che quasi il 70% dei percettori di questi buoni sono pensionati o persone che hanno un altro lavoro, e si stima che circa il 60% dei percettori dei voucher sono stati strappati al nero e quindi hanno potuto godere di un minimo di protezione sociale. Infine nella media le somme percepite da questi lavoratori sono intorno ai 4-5 mila Euro annui, cioè meno del tetto di 7 mila Euro previsto dalle norme attuale. Certo non è escluso che qualche abuso possa essersi verificato, specie in agricoltura o nel commercio e turismo, data la proverbiale furbizia italica. Tuttavia la tracciabilità introdotta recentemente dal Governo Renzi sembra aver contenuto il problema, e comunque si potrebbero fare sempre ulteriori affinamenti dello strumento che si dimostra utile per far emergere dall’illegalità una serie di piccoli lavori saltuari e probabilmente rende più facile l’impiego di personale che altrimenti non sarebbe stato preso dalle aziende di piccola dimensione.

Ed allora per quale ragione importanti forze politiche e sociali si sono impegnate in una così marginale ed assurda battaglia? Per capirlo bisogna ricordare che i referendum proposti dalla Cgil erano tre e che quello di gran lunga più importante era relativo all’abolizione della riforma dell’art.18 effettuata dal jobs act. Insomma secondo la Cgil bisognava non solo ripristinare pienamente il reintegro ma anche estenderlo alle aziende fino a 5 dipendenti. L’intento vero era quello di prendersi una bella rivincita su Renzi che aveva più volte umiliato il sindacato mandando in soffitta la concertazione e facendosi beffe dei veti della Cgil sulle questioni sociali e del lavoro. In questo modo Camusso e compagni avrebbero riacquistato un peso determinante all’intero del PD e riaffermato la storica supremazia sulle altre organizzazioni dei lavoratori, in particolare la Cisl. Ma la Corte Costituzionale non ha ritenuto ammissibile il quesito sull’art 18 e quindi ora la Cgil si trova a dover fare una battaglia puntando sui voucher e sulla solidarietà nel regime degli appalti tra tutte le aziende della filiera. Per mobilitare le masse è quindi necessario caricare questi strumenti di tutte le negatività possibili, affermando che essi stimolano il precariato mentre la maggior parte di questi lavori non si trasformeranno certo in posti stabili, ma probabilmente scivoleranno nel nero , oppure verranno del tutto cancellati.

Ma il problema politico è dato dalla resa incondizionata ed ignominiosa del Governo. Dopo il referendum del 4 dicembre si sta restaurando il vecchio regime in tutto e per tutto, un regime che, ricordiamolo, è responsabile della stagnazione economica e sociale del paese. Gentiloni ed il Pd hanno temuto che si riformasse su questo referendum l’ammucchiata di tutti, da Salvini a Bersani, passando per Grillo, per dare una nuova botta a Renzi ed alle sue velleità riformiste. Ma si tratta di una scelta molto pericolosa. Le forze della restaurazione non si fermeranno qui. Anzi, imbaldanzite dalla vittoria, troveranno altri terreni su cui consumare le proprie vendette. Non sarebbe stato meglio cercare di fermare questa baldanzosa armata Brancaleone, accettando la sfida del referendum su un tema facilmente difendibile come quello dei voucher, e sperando comunque del probabile non raggiungimento del quorum? Renzi e Gentiloni dovrebbero sapere che a furia di ritirate strategiche si rischia di essere ributtati a mare.

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