Un’altra tegola si è abbattuta su Volkswagen. Secondo il Sunday Telegraph, i grandi azionisti della casa automobilistica tedesca sarebbero pronti a fare causa per il crollo del titolo dopo il Dieselgate (-25 miliardi di capitalizzazione) e potrebbero citare in giudizio la società per 40 miliardi di euro. La cifra sembra però esagerata, dal momento che il 72% di Volkswagen è del Land della Sassonia e della famiglia: si arriverebbe a 40 miliardi solo se anche loro si facessero causa da soli.
In ogni caso, l’avvocato Quin Emanuel (che ha al suo attivo vittorie in class action per 50 miliardi di dollari) è stato ingaggiato dal gruppo Bentham (specializzato nel finanziare i costi di grandi vertenze legali) e sta raccogliendo le adesioni degli altri maggiori investitori presenti nel capitale del gruppo, come i fondi sovrani di Qatar e Norvegia (che hanno rispettivamente il 17 e il 2 percento). La causa potrebbe essere depositata entro febbraio 2016.
Secondo Quinn, il fatto che dal 2009 Volkswagen abbia tenuto segreto a tutto il mondo, ma in particolare ai suoi azionisti, l’uso di strumenti e software per alterare i test dei motori diesel, costituisce una gravissima colpa da parte del management del gruppo, che non poteva non sapere.
Intanto, la polizia francese ha effettuato un blitz nel quartier generale della Volkswagen in Francia nell’ambito dell’inchiesta aperta dopo lo scandalo sui motori diesel truccati su 11 milioni di auto della casa tedesca. Gli investigatori francesi hanno perquisito gli uffici di Villers-Cotterets, vicino Parigi, sequestrando documenti e computer.