Il Dieselgate torna a colpire Volkswagen. La Corte federale di giustizia tedesca ha stabilito che aver acquistato una Vw a motore diesel con la centralina per le emissioni manomessa dà diritto a essere rimborsati in parte del prezzo d’acquisto. La sentenza, con ogni probabilità, innescherà una nuova ondata di cause contro il colosso automobilistico tedesco.
Nel dettaglio, i giudici si sono pronunciati sulla richiesta di un cliente che pretendeva un risarcimento completo dell’acquisto, ma si era visto riconoscere solo un indennizzo parziale poiché il mezzo (usato) aveva perso valore.
A inizio maggio la Corte federale aveva aperto alla possibilità di un risarcimento danni per casi del genere e ora ha confermato questa impostazione, che obbligherà Volkswagen a spendere ancora molti soldi per tamponare la ferita del Dieselgate.
A questo punto, tutti coloro che hanno acquistato un’auto Volkswagen con la centralina delle emissioni truccata possono restituire il veicolo al produttore e pretendere un indennizzo che tenga conto dell’usura del veicolo.
La sentenza sarà determinante anche come precedente nei Tribunali civili, dove al momento sono in corso circa 60mila processi di questo tipo contro Volkswagen.
Fin qui, Vw ha sottoscritto intese extragiudiziali con circa 235mila clienti tedeschi per un esborso complessivo pari a 750 milioni di euro.
Lo scandalo del Dieselgate, scoppiato nel 2015, è costato finora alla casa automobilistica tedesca oltre 30 miliardi di euro fra multe delle autorità (soprattutto statunitensi) e risarcimenti di danni.
Le richieste di rimborso da parte degli automobilisti colpiscono un settore che non navigava in buone acque già prima dello scoppio della pandemia e che adesso sta attraversando una fase di crisi nera. In Germania, come in tutta Europa, si discute infatti sulla possibilità di concedere al comprato automobilistico un’ondata di aiuti di Stato per tutelare produzione e posti di lavoro.
Malgrado la notizia arrivata dalla Corte, il titolo Volkswagen viaggia in positivo dello 0,2%, a 133,04 euro per azione.