Champions League, (terz)ultima chiamata. Comincia il lungo weekend della 36esima giornata, tra cui spicca, inevitabilmente, tutto ciò che porta all’Europa che conta. In questo senso il sabato odierno ha davvero molto da dire: tralasciando Cagliari-Lazio (ore 18), infatti, Atalanta-Genoa (15) e Fiorentina-Milan (20.30) possono rivelarsi decisive, in un senso o nell’altro, il tutto con Roma-Juventus (domani sera) e Inter-Chievo (lunedì) sullo sfondo. A tre giornate dalla fine ogni punto può rivelarsi decisivo, anche se è chiaro che il calendario, a questo punto della stagione, pesa tanto, per non dire tantissimo, sull’economia della corsa. “Con 5 punti saremmo matematicamente davanti al Torino, con 6 alla Roma, con 7 al Milan: possiamo essere dentro tutto o fuori da tutto – l’analisi di Gasperini. – Per questo, sabato è fondamentale contro una compagine alla ricerca di punti per la salvezza”.
I calcoli del tecnico nerazzurro confermano l’importanza della partita odierna, per l’Atalanta e per tutte le inseguitrici. Spettatore ultra interessato, ovviamente, il Milan, che scenderà in campo a Firenze conoscendo già il risultato di Bergamo. È chiaro che un passo falso dell’attuale quarta gaserebbe non poco i rossoneri ma la sostanza non cambia: al Franchi c’è un solo risultato a disposizione. “Dobbiamo pensare a fare il nostro, abbiamo una partita molto difficile, non vinciamo a Firenze dal 2014 – il commento di Gattuso. – Ci possono creare tanti pericoli, domani c’è da fare una grande partita a livello mentale e fisico. E’ vero che non vince da tantissimo tempo, ma la squadra di Montella ha qualità e può creare sempre problemi”. Il vero nemico del Milan però, con tutto il rispetto per la Fiorentina, sembra essere proprio il Milan stesso. Le tensioni interne continuano a far parlare e la vittoria col Bologna, se possibile, ha finito addirittura per aumentarle. Ma il tecnico rossonero sa che i problemi, alla fine, nascono sempre dai risultati e che riagguantare la zona Champions, o quantomeno restarne aggrappati, rimetterebbe le cose a posto.
“La vittoria col Bologna è passata un po’ in secondo piano, si è parlato più della questione Bakayoko, che poi abbiamo chiarito negli spogliatoi – ha confermato Gattuso. – Non so cosa abbiamo in più delle altre, so che daremo tutto in queste ultime tre partite perché vogliamo giocarcela fino alla fine. Dobbiamo pensare solo a quello che facciamo noi, non sprecare energie a guardare gli altri campi. Il rammarico più grande è quello di aver perso tanti punti per strada nei momenti dove potevamo accelerare, ma vogliamo ancora provarci”. Tutti per uno e uno per tutti insomma, almeno a parole. Vedremo se poi il campo confermerà, intanto però il tecnico ha deciso di perdonare Bakayoko e non certo per le sue scuse, peraltro mai ricevute del tutto: le assenze dell’infortunato Biglia e dello squalificato (fino a fine campionato) Paquetà pesano e l’obiettivo Champions rende il francese indispensabile.
Al Franchi sarà 4-3-3 con Donnarumma in porta, Abate, Musacchio, Romagnoli e Rodriguez in difesa, Kessié, Bakayoko e Calhanoglu a centrocampo, Suso, Piatek e Borini in attacco. Montella, deciso a vendicarsi della squadra che, un anno e mezzo fa, lo esonerò proprio per prendere Gattuso, tenterà di ottenere la sua prima vittoria sulla panchina viola (sin qui, per lui, solo un pareggio e tre sconfitte) con lo stesso sistema di gioco, con Lafont tra i pali, Milenkovic, Ceccherini, Vitor Hugo e Biraghi nel reparto arretrato, Benassi, Edimilson e Gerson in mediana, Chiesa, Muriel e Mirallas nel tridente offensivo.