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Volano i prezzi agricoli, spinta al rialzo per Cnh

Pixabay

La paura di un prossimo aumento dei tassi, sollevata dalle parole di Janet Yellen, si è dissolta martedì sera, senza lasciare conseguenze sui listini già in corsa per recuperare il terreno perduto. E poco conta che qua e là emergono segnali di cautela, per temperare gli eccessi dell’euforia. Ad esempio il Canada, primo fra i Paesi del G7, ha tagliato una parte degli acquisti di titoli sul mercato, dando il via al cosiddetto tapering. 

Ad alimentare la sensazione che la ripresa sia ormai decollata nonostante la pandemia continui a mordere, è però soprattutto il balzo in avanti delle materie prime, non solo petrolio e materiali ferrosi, ma anche le soft commodities agricole, per cui qualcuno già parla di un superciclo. Stamane il mais ha bucato il muro del 7 dollari a bushel che resisteva da otto anni, In grande forma anche la soia (+20% da inizio anno), assieme a zucchero, latticini e ad altre materie prime di origine agricola.

Il rally delle commodities è un’ottima notizia per uno dei titoli leader di giornata: Cnh Industrial, la multinazionale che, tra l’altro, occupa posizioni leader in molti mercati dell’agrobusiness, mercato già in sofferenza per le guerre doganali ingaggiate da Trump. Cnh Industrial avanza a metà pomeriggio del 5,4% spinta al rialzo dalla pubblicazione dei conti del primo trimestre, chiuso con ricavi consolidati in crescita del 37% a 7,473 miliardi di dollari (+41% a 7,043 miliardi quelli delle attività industriali) e un utile netto di 425 milioni di dollari, 0,32 dollari per azione adjusted, contro la perdita di 54 milioni dello stesso periodo dell’anno scorso (408 milioni l’utile netto attribuibile a Cnh Industrial, contro il rosso di 65 milioni precedente). La società ha ritoccato al rialzo le stime sul 2021: i ricavi di vendita netti sono attesi in crescita tra il 14% e il 18% anno su anno, il free cash flow è atteso positivo tra 0,6 e 1 miliardo di dollari e le spese di ricerca e sviluppo e investimenti saranno pari a circa 2 miliardi di dollari.

Gli operatori aspettavano delucidazioni da parte del management su Iveco e sull’inclusione delle attività della difesa e veicoli speciali tra quelle oggetto dello spin-off. Le spiegazioni sono arrivate nel corso della conference call successiva alla pubblicazione dei conti, il ceo di Cnh, Scott Wine ha parlato anche di Iveco, annunciando che la società è “arrivata alla conclusione che concentrarsi solo sull’esecuzione dello spin-off rappresenta il percorso più certo e più veloce verso una separazione”. Lo spin-off era atteso nel 2020 ed è stato posticipato a causa dell’esplosione della pandemia di Covid. Nel frattempo sono iniziate le trattative per una possibile cessione a Faw Jiefang, saltate il mese scorso. Wine ha sottolineato che “ora tutte le risorse necessarie sono dedicate alla nostra strategia originaria di scorporare il business On-highway, o NewCo, da Cnh Industrial entro l’inizio del 2022”. Le attività Defense, Firefighting e Fpt saranno incluse in questo spin-off, ha aggiunto Wine, spiegando che “sono strettamente allineate con i tipi di prodotti progettati e prodotti dal nostro business dei veicoli commerciali”.

Inoltre, la FinCo (financial services) sarà divisa in due parti in modo che sia Cnh Industrial sia la NewCo “siano in grado di concedere i migliori finanziamenti ai nostri concessionari e clienti”, ha detto il Ceo, sottolineando che investitori e tutte le parti coinvolte saranno tenute al corrente delle evoluzioni. In particolare, nel quarto trimestre di quest’anno è atteso un roadshow con gli investitori, a cui farà seguito un’assemblea generale straordinaria. Poi dovranno arrivare le autorizzazioni delle autorità di regolamentazione, con l’obiettivo appunto di arrivare allo scorporo nel primo trimestre 2022.

Il manager non ha parlato invece della quota in Nikola, la start up dell’Arizona (ad alta volatilità) che vuole battere nei camion la strada già segnata da Tesla oltre a lanciare, più avanti, un camion ad idrogeno. Non è il solo gioiello hi tech: c’è l’australiana AgDna, acquistata nel 2019 che opera nei sistemi informativi per la gestione delle aziende agricole – una piattaforma aperta che lavora senza barriere tra segmenti di dati e marchi – ma anche, più recentemente, lo sbarco con una quota di minoranza in Augmenta, società specializzata in tecnologie agricole, in particolare sistemi di automatizzazione delle operazioni agrarie basati sulla visione artificiale (Computer Vision) e sull’ intelligenza artificiale.

Entrambe le società saranno quotate, con sede legale ad Amsterdam e fiscale in Gran Bretagna ed assegnate in pari misura ai soci. E per entrambe Exor continuerà a essere l’azionista di riferimento.

(Ultimo aggiornamento: ore 17.01 del 5 maggio).

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